05. Ready

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NOTE: Missing Moment – Ambientata in Città di Cenere, qualche capitolo dopo il:
«Non stiamo insieme» ripeté Alec.
«Ah, no?» disse Magnus. «Dunque sei amico di tutti a quel modo, eh?»

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<< Dovresti andare a parlargli >> suggerì Isabelle all'indirizzo del fratello minore.
Si trovavano entrambi all'Istituto - così come gli era stato caldamente suggerito da Jace - a tenere d'occhio l'Inquisitrice mentre gli altri cercavano un modo per assaltare la nave di Valentine.
Cosa che ad Alec al momento risultava parecchio difficile poiché la sua attenzione – nonostante si ostinasse a dire il contrario – era stata totalmente catturata da una figura longilinea, con un trench coat in cashmere che svolazzava qui e là, i capelli pettinati in maniera fin troppo sobria, lisci e con una linea laterale che gli conferivano un'aria austera e seducente.
Alec ed Izzy stavano fingendo di allenarsi, occhieggiando – di tanto in tanto – i movimenti dell'Inquisitrice Herondale, impegnata ad impartire ordini a qualsivoglia Shadowhunters, quando Magnus Bane irruppe nella sala, accompagnato da una figura che non riuscì subito ad identificare.
Gli occhi di Alec avevano individuato il nascosto proprio mentre Izzy stava per colpirlo con la sua frusta di electro.
Il Nephilim era a malapena riuscito a schivare il colpo, spostando - in maniera troppo brusca - il busto verso sinistra e divaricando le gambe per controllare il cambio di peso repentino.
Isabelle lo guardò accigliata prima di dargli le spalle e seguire il suo sguardo sorpreso.
Arricciò le labbra quando notò il sommo stregone di Brooklyn affiancare l'Inquisitrice e voltarsi a parlare con il suo accompagnatore misterioso, poi, senza preoccuparsi minimamente di nascondere la sua espressione divertita, tornò a fissare il fratello che nel frattempo stava rigirandosi tra le mani il bastone da kendo.
<< Smettila di fissarlo in quel modo >> disse facendo schioccare la frusta sul pavimento.
Solo allora Alec allontanò lo sguardo dal nascosto e prese a guardarla allarmato << non lo sto fissando >> berciò.
Isabelle alzò gli occhi al cielo << per quanto ancora ti ostinerai a negare l'evidenza? >> provò a chiedere, sapendo bene che il ragazzo non avrebbe risposto alla sua domanda, o per meglio dire, non avrebbe mai detto ciò che lei avrebbe voluto sentire << non fai altro che insultare la nostra intelligenza >> continuò.
<< Non so di cosa tu stia parlando, Izzy >> la redarguì brusco
Vide Alec puntare di nuovo lo sguardo verso il gruppetto infondo alla stanza e, subito dopo, riportarlo su di lei.
La smorfia contrariata sul suo volto non le sfuggì, ma decise di non farne parola, almeno per il momento.
Al ragazzo infatti non era di certo passato inosservato il movimento fluido della mano di Magnus sulla spalla del suo accompagnatore.
Indossava un mantello scuro ed il capo era nascosto quasi interamente da un cappuccio, dal quale fuoriscivano lunghe ciocche bianche.
La distanza non gli consentì di scorgere i particolari del volto, seppe solamente che doveva trattarsi di una donna.
Difatti, l'armoniosa conformazione fisica, le spalle piccole e le mani affusolate – rigorosamente coperte da eleganti guanti – non potevano di certo essere associati ad un uomo.
Izzy sospirò, e fece un passo verso di lui.
Provò ad assestargli un gancio destro, ma il fratello - questa volta - lo schivò con facilità, si abbassò e la colpì con il bastone, la ragazza inarcò prontamente la schiena e con un braccio afferrò l'arma del giovane Shadowhunters << conosci quella donna? >> domandò allora, facendo un lieve cenno in direzione della figura accanto a Magnus.
<< Non l'ho mai vista >> rispose respirando affannosamente.
<< Lei e Magnus sembrano molto intimi >> disse Isabelle con disinvoltura, confermando le supposizioni silenziose del fratello.
Alec non rispose – nonostante l'espressione sul suo volto lasciasse ben poco all'immaginazione -, le riservò solamente un'occhiata glaciale e poi si concentrò sul loro allenamento.
Parò un calcio ben assestato con il bastone, poi si allontanò di un passo e con la mano libera si lanciò sul fianco scoperto della sorella.
Izzy sgusciò via prontamente e con un colpo di frusta afferrò l'arma di Alec che - per nulla intimorito - rafforzò la presa sull'attrezzo e lanciò l'ennesima occhiata verso i nuovi arrivati.
Magnus ora era a qualche passo dall'Inquisitrice, gli dava le spalle - quindi era matematicamente impossibile che avesse notato la sua presenza - mentre disquisiva fittamente con quella donna.
Alec sentì lo stomaco attorcigliarsi ed una sensazione sgradevole prese a serrargli la gola.
<< Magnus >> snocciolò piccata Catarina - sentiva addosso lo sguardo non propriamente amichevole di un certo giovane uomo dalla capigliatura corvina. Particolare apparentemente irrilevante che mise subito il suo amico stregone nella posizione di doverle quanto prima restituire un grande, gigantesco e spropositato favore << ripetimi di nuovo perchè sono qui >>
Lo stregone roteò gli occhi e sventolò una mano seccato << non angustiarmi con le tue domande >> le rispose, ma quando l'amica incrociò le braccia al petto ed assottigliò lo sguardo l'uomo sospirò esasperato << lo sai il perchè, Catarina >> disse
<< Sono troppo vecchia per stare dietro le tue faide amorose >> lo rimproverò
<< Dovresti fare qualcosa per quelle rughe, in effetti >> la beffeggiò << il tuo fascino ne risente >>
Catarina notò il guizzo gioioso dei suoi occhi ed arricciò le labbra << ti comporti come un quindicenne irresponsabile >>
Magnus annuì piuttosto soddisfatto << tutto merito della maschera alla papaya. Te la consiglio, amica mia. Compie miracoli! >>
La donna lo guardò contrariata prima di lanciare un rapido sguardo oltre le sue spalle << è meglio che vada, prima che la mia testa venga staccata a morsi da uno Shadowhunters in preda agli ormoni >>
A quelle parole il nascosto si animò ma le rispose con l'aria più indifferente che avesse in repertorio << chi mai potrebbe volere la tua morte? >>
<< So perfettamente a che gioco stai giocando, stregone >> ritorse minacciosa
Magnus liquidò la faccenda con un'alzata di spalle << brutto affare la demenza senile >> disse solo
<< Portarmi in Istituto per far ingelosire un ragazzino >> lo canzonò << comportamento infantile quanto subdolo, persino per uno come te >>
<< Siamo qui perchè abbiamo una missione da compiere >> ritorse aspramente l'altro << dovevo accertarmi che la megera fosse dove doveva essere per poter tenere fede alla mia parte del piano >>
<< E non potevi chiederlo al tuo compagno e risparmiarci questa visita inopportuna? >> domandò la donna
Lo stregone roteò gli occhi << Alec non è il mio compagno >>
<< Curioso come in mezzo a due domande tu abbia deciso di rispondere proprio a questa >>
<< Perchè ti sto ancora ascoltando? >>
Catarina gli rivolse un sorriso sarcastico << perchè mi vuoi bene ed infondo sai che ho ragione >>
Magnus le si avvicinò, pestandole col piede sinistro un lembo del mantello << rimarrai sola per tutta la tua intera esistenza, lo sai vero? >>
<< Sarà mia premura assicurarmi che anche tu condivida la stessa sorte >> ribadì lei strattonandosi agilmente << la giusta punizione per avermi obbligata ad indossare questa roba ed avermi fatto abbandonare il turno di notte al pronto soccorso >>
<< Hai comunque tenuto fede alla tua dose di buona azione quotidiana aiutando un amico. Un ottimo amico aggiungerei anche, il migliore >> si corresse subito, esibendo un sorriso insolente << dovresti essere fiera di te >>
<< L'unica cosa di cui vado fiera >> specificò Catarina avvicinandosi a lui e facendo contorcere ancor di più lo stomaco di un ignaro Alec << è il mio autocontrollo. A quanto pare mi sta impedendo di trasformare il mio ottimo amico in un porcellino d'India con i lustrini >>
Magnus rabbrividì << non voglio più sentire parlare di quegli esseri disgustosi per almeno altri novecento anni >>
La donna sorrise << mai sentito parlare della pena del contrappasso? >>
Il nascosto schioccò la lingua con alterigia e scosse la testa << prediligo punizioni di altro genere, in verità >>
Sul volto di Catarina comparve una smorfia indignata << non intendo ascoltare altro >> poggiò una mano sul suo avambraccio - il tono austero in contrasto con la familiarità del gesto - e l'espressione sul suo volto divenne seria << sii prudente >>
Magnus ricambiò lo sguardo e poggiò la mano su quella dell'amica << lo sono sempre >> poi le sue labbra si aprirono in un sorriso divertito << approssimativamente >> precisò strizzandole l'occhio ed allontanandosi da lei.
Lo stregone voltò il capo verso la parte opposta della stanza e si sistemò i pantaloni scuri, fece vagare i suoi occhi per una manciata di secondi prima di individuare le persone che stava cercando.
Isabelle gli dava le spalle, differentemente da Alec che di tanto intanto - notò in un moto di compiacimento - lanciava occhiate furtive nella sua direzione.
<< Impeccabile in qualsiasi momento, mia giovane Isabelle >> irruppe Magnus una volta raggiunti i Lightwood.
La giovane Shadowhunters si voltò a guardarlo, per niente sorpresa dal suo arrivo, e gli rivolse un sorriso cortese << mai quanto te, Magnus >>
Lo stregone le fece l'occhiolino << il mondo nutre aspettative piuttosto alte nei miei confronti >> si pavoneggiò, svolazzando una mano verso l'alto << non posso di certo deluderli >>
Le labbra di Isabelle si distesero ancor di più e voltandosi completamente verso di lui iniziò a squadrarlo dall'alto verso il basso.
Magnus – che alle spalle aveva secoli e secoli di esperienza – inclinò il capo verso di lei e totalmente a suo agio con se stesso permise alla ragazza di osservarlo minuziosamente.
Da quando si era accostato ai due giovani Shadowhunters Magnus si era ben visto dal posare lo sguardo su Alec, atteggiamento che invece non gli impedì di sentire gli occhi del ragazzo fissi su di lui.
Riusciva persino a percepire il suo disagio, il respiro affannato – con ogni probabilità dovuto all'allenamento nel quale era immerso prima del suo arrivo - ed il nervosismo trapelare dal modo in cui faceva oscillare il bastone che aveva tra le mani.
Magnus non era di certo un adolescente alle prime armi.
Nel corso della sua vita aveva avuto a che fare con una quantità indefinita di partner, finendo ogni volta per trovare qualcuno diametralmente diverso dal precedente.
La diversità non era mai stata un problema per lui, al contrario, rappresentava una sfida, un ostacolo che era sempre ben disposto a superare.
Magnus aveva vissuto secoli, e quando hai l'eternità dalla tua di certo si è in grado di affrontare qualsivoglia situazione avendone di certo vissuta una simile in precedenza.
Di conseguenza, Magnus non poteva certo dirsi arrabbiato con Alec.
Risentito magari, forse deluso.
Il nascosto conosceva bene i timori che affliggevano il giovane, così com'era perfettamente consapevole delle rigide leggi alle quali la sua gente era soggetta.
I Nephilim si erano sempre distinti per la dedizione verso il loro dovere ancor prima che alla loro famiglia.
Le emozioni ed i sentimenti non erano qualcosa su cui potevano fare affidamento, ancor di più se questi venivano ritenuti anticonvenzionali.
Gli Shadowhunters non erano di certo un popolo incline alla comprensione, e tutto ciò che si allontanava dai loro ideali assumeva immediatamente una connotazione negativa.
Per tanto no, Magnus non era arrabbiato con Alec per le sue reticenze, piuttosto lo era per la sua incapacità di aprirsi con le persone che amava ed – egoisticamente – per il rifiuto categorico nell'ammettere i suoi sentimenti.
Inoltre lui era il sommo stregone di Brooklyn, non poteva certo attaccarsi alla gonnella di un giovane uomo – seppur tremendamente adorabile ed inverosimilmente meraviglioso – alle prime esperienze.
In realtà Alexander Lightwood era l'antitesi – fattori estetici esclusi - di tutti i suoi princìpi.
Certo, aveva stretto amicizia con diversi Shadowhunters in passato, ma mai nessuno che lo avesse coinvolto con la stessa intensità e lo stesso ardore del figlio di Maryse e Robert Lightwood.
Magnus aveva capito – sin dal primo momento – che quel ragazzo rappresentava un'eccezione per il suo popolo, semplicemente, non pensava lo sarebbe stata anche per lui.
Lo stregone si era ritrovato coinvolto dall'innocenza di quel Nephilim, ne era rimasto abbagliato, attratto da ogni sua sfaccettatura, ed ora - per quanto cercasse di trattenersi - stava tentando in tutti i modi di non lasciarsi abbindolare dal suo sguardo colpevole ed allo stesso tempo risentito.
<< Vado dall'Inquisitrice >> stava dicendo Isabelle quando Magnus riportò l'attenzione su di lei, poi lanciò loro uno sguardo fin troppo consapevole << non metteteci troppo >> concluse prima di dar loro le spalle ed allontanarsi.
Solo e soltanto allora il nascosto posò lo sguardo su Alexander, sforzandosi di metter su l'atteggiamento più distaccato che possedesse – cosa che, considerato il suo stato d'animo capriccioso e piuttosto volubile, non gli risultò poi tanto difficile -, Magnus finse anche di non notare il leggero sussulto del giovane quando i loro occhi si allacciarono l'uno all'altro.
Alec d'altro canto, non potè fare a meno di abbassare il capo imbarazzato, consapevole di essersi più che meritato l'atteggiamento ostile dello stregone, e prese a torturarsi la mano completamente a disagio.
<< Mmh >> provò a dire, ma la bocca impastata lo costrinse a schiarirsi la voce ed alzare la testa.
Con la coda dell'occhio notò in lontananza la figura di sua sorella che gli faceva segno – in maniera spudorata e senza alcuna riserva – di smetterla di rendersi ridicolo ed iniziare ad imbastire un discorso qualsiasi -, Alec sospirò sconfitto e raccogliendo tutto il coraggio di cui disponesse fece un passo verso il nascosto.
<< Possiamo parlare? >>
Le sopracciglia dello stregone schizzarono verso l'alto << qui? Davanti a tutti? >> rispose sarcasticamente
Alec incurvò le spalle << andiamo in camera mia >>
Se Magnus non fosse stato così terribilmente risentito, avrebbe di certo approfittato di quell'affermazione per mettere in difficoltà il giovane Shadowhunters, ma lo stregone al momento non era incline all'ironia perciò si limitò solamente a fare un passo indietro e protrarre il braccio di lato, indicandogli silenziosamente di fargli strada.
Alec abbandonò il bastone senza troppe remore e si affrettò ad attraversare la sala e condurre il nascosto ai suoi alloggi.
Durante il breve percorso, i passi leggeri e decisi di Magnus rassicurarono lo stato d'animo di Alec circa un'eventuale fuga a gambe levate del Sommo stregone di Brooklyn.
Quando il Nephilim afferrò la maniglia della sua stanza, precipitandosi al suo interno, quasi incespicò sui suoi stessi piedi.
Magnus lo superò agilmente e si accomodò a lato del letto, accavallando le gambe.
<< Scusami >> sputò precipitosamente Alec
L'uomo puntò gli occhi luminosi sulla sua slanciata figura, non rispose subito, si concesse piuttosto alcuni minuti per osservarlo.
<< Ed esattamente >> snocciolò con calma << per cosa vorresti scusarti? >>
Alec sentì un leggero calore raggiungere le guance, fece un passo verso di lui e si bloccò in mezzo alla stanza.
<< Vorresti scusarti per l'impetuosità e l'ardore con cui ti sei affrettato a minimizzare ciò che c'è tra noi? >> iniziò, muovendo una mano per aria con fare casuale << per la tua costanza nell'allontanarmi quando siamo in prossimità di un altro essere vivente? >> continuò mellifluamente << oppure per la brutta abitudine di coinvolgermi nei vostri stupidi ed insulsi affari da Shadowhunters? >> assottigliò lo sguardo << cosa credi, che non abbia niente di meglio da fare che stare ai vostri servigi? >> sibilò tagliente, poi si protrasse in avanti, il tono di voce gelido e composto << per cosa, di grazia, hai intenzione di scusarti Alexander? >>
Alec sussultò. Era segretamente attratto dal modo in cui lo stregone pronunciava il suo nome di battesimo - con una gentilezza ed una sensualità che gli procurava sempre piccoli fremiti lungo la schiena - ma quella volta lesse nelle sue parole un senso di estraneità che lo spaventò e confuse in egual maniera.
Non indietreggiò, di fronte quell'atteggiamento apparentemente distaccato, Alec rimase con piedi piantonati sul pavimento, lo sguardo fisso su quello di Magnus ed indurì la mascella.
<< Non era mia intenzione mancarti di rispetto >> sussurrò alla fine, in maniera molto meno decisa di quanto si era prefissato di fare.
Magnus si spostò sul bordo del giaciglio e poggiò elegantemente i gomiti sulle ginocchia << vedi >> disse senza interrompere il contatto visivo << è esattamente questo che non capisco >> si inumidì le labbra ed Alec abbassò automaticamente gli occhi sulla sua bocca, per tornare su di lui subito dopo.
Corrugò la fronte, per il timore che la sua momentanea distrazione gli avesse fatto perdere il filo della conversazione << cosa intendi? >>
Magnus si alzò di scatto e lo raggiunse in due falcate, gli occhi felini che brillavano nel mezzo della penombra della stanza << proprio quello che ho detto >>
Alec serrò le mani lungo i fianchi e si sforzò di non roteare gli occhi per non aumentare il livello di intolleranza dell'uomo che aveva di fronte << Magnus >> lo supplicò
Non era mai stato bravo a gestire questo genere di situazioni.
Era tutto molto nuovo per lui e quella situazione lo metteva in seria difficoltà, più che altro perché non aveva la minima idea di come gestirla, di cosa dire, e soprattutto, di come comportarsi.
Lo stregone parve intuire il suo stato d'animo e colto da un inaspettato moto di tenerezza alleggerì la linea dura della sua mascella, ispirò piano e si avvicinò al ragazzo di un altro passo << voglio dire >> soffiò, vicino a tal punto da sentire i respiri irregolari di Alec << che per quanto mi sforzi – e ti assicuro che la mia immaginazione non ha eguali – non riesco a capire quale sia la natura delle tue intenzioni >>
Lo Shadowhunters battè le palpebre assorto, assuefatto dall'odore di Magnus, dal movimento fluido della sua bocca e dalla sua vicinanza, prima di recepire le parole del nascosto e coglierne il significato.
<< Non mi sto prendendo gioco di te, se è questo quello che intendi >> rispose risentito
<< Certo che no >> ritorse sarcasticamente l'altro << continui ad allontanarmi per alimentare il mio interesse >> poi si portò una mano sul petto fingendosi sorpreso << come ho fatto a non pensarci prima? Non ti facevo un così grande intenditore di tecniche di seduzione >>
<< Continuo ad allontanarti >> s'infervorò Alec avvicinandosi a lui ancor di più, tanto che dovette alzare lo sguardo per continuare a mantenere lo sguardo fisso suoi suoi occhi << perchè ho paura! >> ispirò tutta l'aria circostante e provò a non pensare al suo petto che quasi sfiorava quello dello stregone, n'è tanto meno ai loro nasi, così vicini che avrebbero quasi potuto sfiorarsi << tutte queste emozioni mi confondono. Sono terrorizzato, Magnus. Non ho la tua esperienza, n'è la tua saggezza e non posso rischiare di mettere in ridicolo la mia famiglia. Sono cresciuto secondo criteri ben precisi e pensando di non poter realmente ottenere ciò che volevo davvero >>
<< E giacchè non puoi avere Jace >> gli disse Magnus, perfettamente immobile di fronte a lui << hai pensato bene di indirizzare le tue attenzioni su di me? >>
Alec sussultò e spalancò gli occhi per la sorpresa.
Parlare dei suoi sentimenti non era ancora completamente una cosa che lo faceva sentire a suo agio, soprattutto se questo significava discutere del suo parabatai.
<< Lascia fuori Jace da questa discussione >> riuscì a dire Alec
<< Perchè dovrei? >> rispose l'altro << non è forse lui la causa del tuo perenne malessere? >>
Ad Alec venne voglia di urlare e strapparsi i capelli, preferibilmente in contemporanea, ma provò a contenersi, così emise solamente un disperato ringhio di frustrazione.
<< Non lo so >> urlò allora, fece un passo indietro e si portò le mani sulla testa << non lo so cosa provo per lui >> disse gesticolando << è ancora tutto così confuso >> poi alzò di scatto la testa e Magnus fu rapito dall'intensità del suo sguardo << ma so cosa provo per te >> continuò << non sei un ripiego per me, Magnus >> si bloccò, respirando affannosamente << ho iniziato ad uscire con te perchè mi piaci >> e mentre lo diceva le sue guance iniziarono a tingersi di rosso << mi piaci davvero >> puntualizzò, alzando le spalle con estrema sincerità << è s-solo che tu.. i-io non.. >> prese a gesticolare con le mani in maniera impacciata << tutto questo è completamente nuovo per me.. ed i-io.. >> abbassò lo sguardo affranto e sospirò, non sapendo come spiagare il caos che aveva in testa.
Magnus sentì la sua collera affievolirsi lentamente, insieme a tutti i cattivi propositi di cui si era munito.
Questa versione di Alec, così propensa al dialogo, e disposta ad aprirsi in maniera così autentica non era qualcosa a cui era preparato, specialmente se si faceva carico di parole così intense e cariche di significato.
Magnus non era pronto ad affrontare le moltitudine di sentimenti che iniziarono ad albergare nel suo essere.
Non era pronto alla sorpresa, non era pronto allo stupore, non era pronto alla felicità, non era neanche pronto al calore che sentì irradiarsi in tutto il corpo sentendo le parole del giovane.
In sintesi, non era neanche lontanamente pronto a fronteggiare le emozioni che Alec gli procurava.
Quindi, Magnus non era di certo un adolescente alle prime armi, ma con Alec tutto assumeva una connotazione differente.
<< Anche tu mi piaci >> disse gentilmente e senza tanti giri di parole, poi sospirò, abbandonando il suo atteggiamento austero << non volevo spaventarti >> aggiunse, accennando un sorriso e facendo volteggiare una mano per aria.
Alec rilassò le spalle ed avanzò timidamente verso di lui << penso davvero ciò che ho detto >> ribadì
Lo stregone gli andò incontro, gli spostò una ciocca di capelli dalla fronte e chiuse la mano a coppa sulla sua guancia << perdona la mia irruenza >> soffiò << tendo ad essere fin troppo melodrammatico a volte >>
Lo Shadowhunters si lasciò sfuggire un sorriso << ho notato >>
<< Non far caso ai miei difetti, sono comunque sempre meno di tutti i miei innumerevoli pregi >>
Alec sollevò le sopracciglia, aprì la bocca per dire qualcosa ma si bloccò subito dopo, battè le palpebre velocemente ed un pensiero improvviso – in precedenza dimenticato – gli balenò in mente << chi era quella donna? >>
Magnus corrugò la fronte accigliato, poi parve intuire i pensieri del giovane e provò a nascondere un tenue sorriso << quale donna? >> rispose con disinvoltura ed uno tono fin troppo ingenuo.
Alec lo spinse via ed indurì lo sguardo << sai di chi sto parlando >> incrociò le braccia al petto e fece un cenno del capo verso di lui << vi ho visti prima, nella sala. Stavate parlando. Chi era? >>
Magnus trovò incredibilmente adorabile il cipiglio imbronciato del Nephilim.
Non faticò ad ammettere che lo avrebbe volentieri baciato, in quel momento, ed in tutti quelli a seguire, ma
provò - per quanto possibile - a mantenere una certa compostezza << nessuno >> ripose repentino, poi - stanco di quel comportamento fin troppo intransigente - si avvicinò di nuovo a lui, afferrandogli i lembi della maglietta scura e spingendolo con forza contro la parete della stanza << nessuno di cui tu debba preoccuparti, Alexander >> e si impossessò delle sue labbra con un tale fervore da far tremare le gambe di Alec.
Il giovane gli arpionò subito le spalle ed emise un gemito strozzato – per la sorpresa ma anche in un chiaro ed inequivocabile segno di apprezzamento -, aprì la bocca accogliendo la lingua di Magnus senza alcuna riserva.
Magnus rafforzò la presa sulla t-shirt del ragazzo e con l'altra mano gli arpionò un passante dei pantaloni, lo strattonò con irruenza, tirandoselo addosso, poi si allontanò, ma solo per precipitarsi sul collo chiaro di Alec e ne lambì ogni centimetro, mordendo e leccando anche il più piccolo strato di pelle.
Alec ansimò e prim'ancora che se ne rendesse conto le sue mani si erano già intrufolate sotto la maglietta di Magnus, esplorando avide il suo torso liscio ed invitante.
Era tutto così tremendamente facile con Magnus.
Niente di quello che faceva con lui lo faceva sentire sbagliato.
Tutto era giusto.
Tutto era chiaro e semplice.
Tutto era come doveva essere.
<< Perciò >> disse Magnus sulle labbra umide ed gonfie di Alec << sei geloso >> sussurrò, strofinando lentamente la bocca sulla sua.
Alec ricambiò quel contatto senza esitazione, afferrò il labbro inferiore del nascosto succhiandolo avidamente << non lo sono >> provò a dire, ma tutto ciò che gli uscì fu un sussurro sconnesso e roco che fece aumentare oltremisura l'eccitazione di Magnus.
<< Lo sei >> lo beffeggiò l'uomo, poi inclinò il capo ritornando a percorrere con devozione il collo arrossato dello Shadowhunters fino a raggiungere la clavicola, vi depositò una lunga scia di baci prima di risalire nuovamente sul suo volto << non ne hai motivo >> soffiò al suo orecchio, prima di iniziare a torturarlo languidamente << n'è ora >> un bacio leggero proprio vicino all'attaccatura delle labbra << n'è mai >> concluse poco prima che le labbra di Alec andassero a lambire le sue, facendogli dimenticare anche il motivo per il quale si trovasse lì.
Alla fine, il Sommo stregone di Brooklyn suppose che l'unica cosa, o con più precisione, l'unica persona alla quale non sarebbe mai stato pronto, era Alec.



RIFLESSIONI CON ORIHIME.

Per chi se lo stesse chiedendo no, non sono ancora del tutto scomparsa.
Potete tranquillamente togliere i volantini dai pali della luce. u.u
Sono scema, si, lo so.
Ma ciancio alle bande.
Allora, avevo questo capitolo in cantiere da un pò di tempo, ma non ne ero completamente soddisfatta e perciò ne rimandavo la pubblicazione di giorno in giorno.
Oggi - dopo una quantità indefinita di fisime mentali - ho deciso di lanciarmi dal grattacielo e farvi leggere questo scempio. Come si evince dalle note è un Missing Moment, collocato in Città di Cenere, capitolo dodici per la precisione, dopo l'uscita infelice di Alec – e si, amo infinitamente quel cucciolo di Shadowhunters ma durante (e dopo) quella scena ho avuto istinti omicidi nei suoi confronti.
Anyway, ho provato ad immaginare i sentimenti di Magnus, i suoi pensieri, ed un loro possibile chiarimento.
Questo è quello che ne è venuto fuori.
Spero non vi abbia fatto troppo schifo, ed aspetterò con ansia di conoscere il vostro parere.
Mi auguro semplicemente che l'aggiornamento sia stato di vostro gradimento, posso già anticiparvi – se tutto procede secondo i miei piani – che il prossimo capitolo sarà un AU.
Ho già iniziato a buttar gù qualcosa, ma non so quanto ci vorrà.
Un grosso abbraccio a tutti,
Orihime.

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