parte 1.

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- Ogni mattina il sole mi svegliava fastidiosamente entrando dalle fessure della finestra. Quel mattino mi strofinai freneticamente gli occhi, come per cacciare via la luce. Mi girai, ma non trovavo pace. Decisi di alzarmi e iniziare la giornata. Avevo così tante cose da fare, ma non riuscivo a trovare la forza per iniziarle. Ma, contro voglia, iniziai il rituale del mattino.
Bagno – doccia – lavare i denti – pettinare i capelli – sorridere alla personcina nello specchio. 
Presi una mela, e la infilai in borsa, pur sapendo che non l'avrei mangiata.
Erano le 6 del mattino, troppo presto e troppo tardi.
Presto, per andare a lavorare, tardi per vedere il sole nascere. Ancora una volta ero scordinata. Nonostante fosse ancora presto e tardi, decisi di incamminarmi verso il bar dove lavoravo, assaporando il silenzio delle prime luci del mattino di luglio. Luglio, caldo e calmo, in cui tutti, o quasi, si concedono spesso una pausa in più. Riuscivo a sentire il cinguettio degli uccelli.. magari prestando attenzione a loro, qualche volta, riuscivo ad abbassare il volume dei miei pensieri.
Durante la mia giornata di lavoro, incontravo tante persone: attentamente scrutavo ognuna di loro, cercando di leggerle. Qualcuno si fermava a scambiare quattro chiacchiere con me, che mi fingevo interessata: erano tutti così superficiali.
Andai via alle 4 del mattino, una volta finito di lavorare, ero stremata. Diedi un piccolo morso alla mela del mattino, ed iniziai a mangiucchiarla tornando a casa, così da dare nuovamente inizio alla solita routine.
Volevo esplodere, volevo evadere. Così, dopo il lavoro, ogni sera, iniziai a bere qualcosa, così, ‘per alleggerire il carico.'

Para siempre en mi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora