(CREDITI A @hugmejameshoran )
Mi svegliai in un calore confortevole, uno di quelli che fa venire voglia di stare tutto il giorno a letto e fregarsene di ogni preoccupazione. Con un sospiro allegro allungai le gambe, stendendo gli arti pesanti dal sonno prima di mettermi su un fianco chiusa a riccio. Le mie dita afferrarono la parte superiore del piumone prima di farmi apparire la stanza davanti agli occhi mentre sbattevo le palpebre. Mi sedetti più velocemente di quanto avrei dovuto e combattei contro i giramenti di testa. Non erano sicuramente la mia stanza e il mio letto. I ricordi della notte precedente si riaccesero nella mia mente e le mie guance si colorarono di un rosa acceso. Le gambe nude contro le lenzuola.
Era una cosa positiva che Harry non fosse a letto, perché il modo in cui diedi un colpo dalla parte del suo materasso avrebbe fatto sobbalzare chiunque. Era vuoto, apparte me. Dalla mia posizione a riccio potevo vedere che il bagno era vuoto e la porta della camera era
Era difficile abbandonare l'ammasso di coperte, infatti lo feci con un lamento e un brivido. I miei piedi si arricciarono sentendo il pavimento freddo prima che mi misi in piedi, strofinai via il sonno dagli occhi e camminai a grandi passi attraverso la stanza. C'erano delle foto sulla cassettiera, sua sorella, sua madre, amici lontani. Era una bella cosa che lui avesse questi piccoli ricordi, ne ero contenta. Se non altro, significava che non si era del tutto perso nel suo nuovo mondo.
Sorrisi. Non ero ancora abituata ai tanti capelli che ormai aveva Harry. A confermarlo, la grande quantità di elastici per capelli sparsi per la sua camera. Ne presi uno nero e legai i capelli in una coda di cavallo mentre vagabondavo per l'appartamento.
Le tende erano chiuse ma non trattenevano del tutto la luce del mattino. Le aprii, il materiale appesantito dal fumo stantio. Non gli avevo ancora chiesto nulla a riguardo, ma da quello che avevo visto non fumava molto durante la giornata. Indipendentemente da questo, avrebbe dovuto smettere.
La stanza rifletteva il disordine del restante appartamento, mucchi di roba disordinata. Presi gli indumenti aggrovigliati ai miei piedi e li misi insieme nel cestino dei panni sporchi in bagno.
Crescendo, mi avevano insegnato che era maleducazione frugare fra le cose degli altri. Ma ero sempre stata attratta dalle cose belle e luminose.
Una catenina penzolava da un cassetto aperto vicino il letto, come se fosse stata abbandonata nella fretta di nasconderla. Inclinai la testa curiosa mentre mi avvicinavo al cassetto, tirandola fuori dal buio. Quando la vidi del tutto quasi la feci ricadere, i ricordi bruciarono all'improvviso assalendomi. Si fecero spazio nella mia mente come bolle d'aria nell'acqua, una raffica di flashback, in tutti Harry. Tutti i ricordi, dal giorno in cui me l'aveva messa al collo, fino all'ultimo in cui la indossai.
Un piccolo aeroplano di carta con una catenina d'argento. L'aveva tenuta.
Il mio cuore batteva più forte contro le costole, ingoiai un groppo in gola. L'aveva tenuta. Mi sedetti sul suo letto come se non avessi più forza sulle gambe. Il pendolo oscillò, facendo muovere l'aeroplano a casaccio prima di atterrare sul mio palmo. Era come ritrovare qualcosa che si era perduto. Un piccolo oggetto che a contatto con la mia pelle mi confortava e scaldava quando era mio, adesso era freddo.
Venni interrotta dal mio interesse verso l'oggetto dal rumore di una porta che veniva chiusa e da movimenti nella casa. Lasciai cadere la collana dentro il cassetto e lo chiusi.
"Harry?"
Non ricevetti risposta, seguì il silenzio. Mi alzai dal letto. Una piccola possibilità che non fosse Harry mi bloccò dal provare a chiamarlo una seconda volta. Il fatto che avesse avuto problemi in passato non era rassicurante, infatti, saltai all'orrenda conclusione che avesse fatto irruzione qualche maniaco omicida.