7. Caro diario oggi...

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Non è facile scrivere, a volte mi rendo conto che vorrei scrivere tantissime cose, poi prendo una penna in mano o metto le dita sulla tastiera e tutto quello che prima pensavo in un attimo svanisce. Come non è facile scrivere, non è facile neanche parlare, ecco perché per me la scrittura è sinonimo di parlare con qualcuno, la scrittura per me significa parlare con me stessa, parlare con chi leggerà, la scrittura significa aprire ciò che ho dentro.

Quando ero piccola la scrittura per me aveva lo stesso orario e lo stesso inizio: la data del giorno in cui lo facevo, l'ora in cui iniziavo a scrivere e il "caro diario oggi..." e da lì raccontavo ogni avvenimento, ogni cotta, la nota presa a scuola, un litigio con una compagna o con la propria madre. Ho iniziato a scrivere dall'età di otto anni e ora che ne ho ventuno continuo, è una passione, io leggo e inevitabilmente voglio anche scrivere, e come tutti i ragazzi di oggi sogno di poter scrivere qualcosa che un giorno venga letto da qualcuno che ami quello che racconto, che qualcuno si senta un po' me   o che possa trovare in una frase un po' di se stessa. 

Per me scrivere significa anche dover soffrire, mi è capitato spesso di scrivere mentre soffrivo e ricordo di aver scritto con le lacrime che rigavano dritte negli occhi, con le mani tremanti, con la voglia di urlare, ma ho scritto. E quando ho scritto in questo modo è stato anche raro che poi io abbia riletto, perché quello che scriviamo in questi momenti in cui crediamo che il mondo ci stia crollando addosso e poi difficile riguardarci dentro. 



Non c'è titolo alle mie parole Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora