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ᴋɪᴍ ꜱᴇᴏᴋᴊɪɴ

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ᴋɪᴍ ꜱᴇᴏᴋᴊɪɴ

YTƎIXͶA ⅃AIƆOꙄ |SOCIAL ANXIETY

Ansia sociale

La fobia sociale, detta anche sociofobia o disturbo di ansia sociale, è la paura intensa e pervasiva di trovarsi in una particolare situazione sociale, o di eseguire un tipo di prestazione, che non siano, a chi ne è affetto, familiari e da cui possa derivare la possibilità di subire un giudizio altrui.

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18 gennaio 2018

Era passato un anno e ventisei giorni da quando l'ansia sociale ha iniziato a far parte di me. Oramai facevo fatica a guardare negli occhi persino i miei genitori.
Passavo la giornata chiuso in camera con la porta chiusa a chiave e le serrande abbassate, capaci di far entrare solo un po' di luce naturale.

Uscivo solo per mangiare, andare in bagno e per andare a scuola.

La scuola.

È il posto peggiore che possa esistere. Ci sono così tante persone pronte a giudicare te e ed ogni tua mossa. Ti osservano in attesa di uno sbaglio, di un errore, per poter ridere e prenderti in giro.

Qualche giorno fa ebbi una crisi.
Dovevamo andare nella sala congressi per assistere ad un discorso. Tutto sommato ero abituato al caos della mia classe, ma in quella sala vi erano cosi tante persone.
Quando entrammo era già quasi piena.
Mentre cercavo un posto dove sedermi mi sentivo tutti gli occhi puntati addosso. Ci provai, provai a resistere, ma non ce la feci. Cercai di distrarmi ma cominciai a sudare, le mani iniziarono a tremare, le gambe facevano fatica a sorreggermi, il respiro diventava corto e affaticato, ed il cuore iniziava a battere più veloce.
Corsi in bagno sotto gli occhi incuriositi di tutti.

Respira.
Inspira.
Espira.
Inspira.
Espira.

Gli occhi iniziarono a diventare lucidi, e come per proteggermi da qualcuno, mi accovacciai in un angolo.

Come faccio? Come farò?
Non posso continuare a vivere in questo stato.
Non riuscirei a trovare un lavoro, ad intrattenere una conversazione. Sono totalmente inutile in questa società, se non riesco a fare le cose più semplici come posso far qualcosa nella vita?

Dei silenziosi singhiozzi uscirono dalla mia bocca, e dopo essermi calmato un poco, con la voce ancora tremolante, chiamai mia madre.

Ci mise esattamente ventitré minuti per arrivare. Ciò significa che ha superato il limite di velocità almeno due volte per arrivare qua prima poiché in genere dovrebbe impiegare almeno trentuno minuti.

Come lo so? Semplice.
Stare sempre da soli mi lascia tanto tempo a disposizione per pensare. Questo è forse l'unico lato positivo.

In macchina mia madre aveva uno sguardo stanco, forse anche deluso.
Guardava fissa la strada e non diceva nulla.

Parlò solo quando fummo a metà strada.
"Ho prenotato un appuntamento dallo psicologo".
Fu una frase semplice contenente solo buone intenzioni.
Ma andare dallo psicologo avrebbe significato il dover parlare con uno sconosciuto.
E per di più avrei dovuto parlare di me e dei miei futili problemi.

No.
Non se ne parla.

E di nuovo.
Tremore.
Fiato corto.
E rieccolo lì.
La sensazione più brutta al mondo.

SᴚƎᗡᴚOSIᗡ || DISORDERS◾Bₜₛ (✔)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora