Capitolo 15 - Ricorda

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Newt brancolava nel buio.
Letteralmente.

Camminava alla cieca, senza sapere dove fosse o dove stesse andando. Ma sentiva di non poter stare fermo, quindi avanzava lentamente e costantemente.
C'erano delle voci che lo chiamavano da una parte all'altra.
"Newt"
Dicevano solo il suo nome, e il ragazzo non sapeva dove voltarsi. Ogni voce aveva una tonalità diversa: a volte erano bambini e uomini estranei, altre erano di Minho ed altri Radurai.

Ma la voce di Thomas non la sentiva da nessuna parte, e allora Newt continuava ad andare avanti.

"Newt" disse una voce conosciuta.
-THOMAS!- urlò Newt.
Le altre voci si zittirono.
-Thomas, dove sei?-

"Newt" ripeté la voce di Thomas "Newt, mi senti?"
Il biondo si fermò in mezzo al buio.
-Sì, sì, ti sento.- ma Newt sapeva che per quanto lui potesse sentire Thomas, l'altro non avrebbe udito la sua risposta.

"Non morire. Capito, Newt? Non devi morire. Ti prego."

A Newt venne quasi da ridere.
-Sono già morto, Thomas.- disse al vuoto che lo circondava. -Sono morto a Denver. Ricordi?-

"Ti prego."

-Mi hai ucciso, ricordi? Devi ricordare, Thomas!-

"Non morire."

-SONO GIÀ MORTO!- gridò Newt -MI HAI UCCISO. IL MIO CORPO HA UNA PALLOTTOLA CONFICCATA NEL CRANIO.-

"Resisti finché puoi. E non morire."

-Ricordalo.- disse Newt in sussurro -Ti prego, Tommy, ti prego.-

"Non morire. Non di nuovo."

-Esatto!- esclamò Newt -Esatto! NON MORIRÒ DI NUOVO!-

"Non di nuovo." Un'eco lontano.
Newt non era neanche sicuro di aver parlato con Thomas.
La voce era la sua, certo.
Sperò di aver risvegliato una parte di Thomas in Stiles. Sperò di avergli veramente fatto ricordare qualcosa.

***

Stiles scivolò dietro la porta della stanzetta in cui Newt era ricoverato, nascondendosi dietro il portaombrelli.
Chiuse lentamente la porta che cigolò rumorosamente suscitando un paio di imprecazioni da parte del moro.
Quando finalmente scattò il suono che confermava la chiusura della porta, rilassò i nervi con un sospiro e si avvicinò al letto attaccato alla parete della stanza.

Newt era sdraiato lì sopra, immobile, con gli occhi chiusi e i capelli biondi ordinatamente scompigliati e puliti.
Aveva un'aria così innocente e rilassata. Così... indescrivibilmente fragile.

Il lenzuolo che lo copriva era alzato fino alle spalle. Era bianco candido e risaltava quanto Newt somigliasse ad un angelo.
Era pallido. Pallido e bellissimo.
Stiles si stupì dei suoi pensieri: ancora una volta non sembravano i suoi.

Gli sfiorò la guancia con una mano.
-Newt.- mormorò.

Thomas non si era mai soffermato tanto su quanto fosse bello pronunciare il suo nome ad alta voce, articolando per bene la "n" e la "t" finale.
Un momento.
Thomas?

-Newt.- ripeté Stiles un po' più forte -Newt, mi senti?-
Il biondo non rispose. Rimase fermo, col petto che si alzava e si abbassava per il suo debole respiro. Stiles si sentì triste e stupido.

-Non morire.- disse Stiles con le lacrime che cominciavano a scendergli lungo le guance -Capito, Newt? Non devi morire. Ti prego.-

Sentiva la stanchezza scivolargli addosso come petrolio liquido, allontanandosi ma allo stesso tempo rimanendo attaccato alla pelle.

-Ti prego. Non morire. Resisti finché puoi. E non morire.-

"Ti prego, Tommy, ti prego."
Era la sua voce. Era la voce di Newt.
E Thomas lo sapeva. Ne era sicuro.

-Non morire.- disse Thomas.
E questa volta, Stiles era sicuro che fosse stato Thomas a parlare.

-Non di nuovo.-

Remember || NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora