Normalità?

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 Stiles si stava chiedendo, per quale grazia divina, quella notte fosse trascorsa tranquilla.
Se non fosse che, si era trovato il braccio di Derek sulla pancia... OH SANTO CIELO! Quello era proprio il braccio Derek e non il suo.
Ok, quel pensiero stava diventando un po' troppo complicato. Ma a lui non importava più di tanto. Era di nuovo nel suo corpo e questo gli bastava.

Non ricordava nemmeno come fosse avere il mal di testa.
Mal di testa che aveva perché, quando aveva aperto gli occhi, si era ritrovato la faccia di Derek davanti alla sua, con tanto di zanne annesse, ed era caduto dal letto.
Derek si era svegliato sentendo quel fracasso e si era alzato di colpo, ringhiando come dopo i peggiori incubi.

"Ahia." aveva detto Stiles, massaggiandosi la testa.

"Che c'è? Che hai fatto? Dove siamo?" Perché doveva dire così tante cose a raffica? Era lui che straparlava di solito. Non Derek.

"Siamo di nuovo nei nostri corpi, idiota."

"Bada a come parli, ragazzino, ora sono io ad avere le zanne." 

"Certo, ora che puoi ricominci a minacciare, utile." 

"Idiota."

"Mi stavi più simpatico nel mio di corpo. Comunque, tira dentro le zanne." 

"Perché?" 

"Perché ti sei svegliato trasformato, magari? Ti ricordi come si torna persona normale, vero?" 

"Io... Si, certo! Per chi mi hai preso?" 

"Per uno che è stato umano per tre settimane?" 

"Spiritoso."

Derek ci aveva provato a tornare umano, davvero, ci stava provando, ma comunque non succedeva nulla e Stiles si stava preoccupando.

"Vuoi una mano?"

"Hai qualche idea Stiles? Una delle tue solite che sembrano idiote ma che poi ci parano il culo."

"È un complimento?"

"Perché l'ho detto? Hai qualche idea o no?" 

"Se non ti calmi non tornerai umano. Chiediamo a Cora?" 

"Sì, come no. Così mi prende per il culo a vita. Sono nato lupo e non riesco a ritrasformarmi."

"Chi ti dice che io non lo farò? Ne ho di cose da rinfacciarti." 

"Si, ok, possiamo pensarci dopo?" 

Stiles con molta calma, aveva cercato di spiegargli come tornare umano.
Insomma, era piuttosto bizzarra la situazione. Lui, un umano, che insegnava ad un nato lupo, come tornare umano.

Ci avevano messo un po' e le avevano provate tutte.
Fortunatamente l'ultimo tentativo era riuscito. Derek aveva smesso di guardarlo con sguardo omicida e aveva ripreso a parlare tranquillamente. Ora forse ricordava qualcosa in più e Stiles era felice di essere ancora vivo.
Per l'ennesima volta, vivo.

"Fammi vedere la testa." aveva detto Derek. 

"Che?" 

"Dove hai picchiato." 

"Hale, mi stai diventando sentimentale, mi fai paura."

"Allora muori di dolore. "

"Gentilissimo. Chi ti dice che senta dolore." 

"Magari il mio olfatto?" 

"Ah, sì. Quello che ha bisogno di una visitina." 

"Non ha nessun problema. Vieni qui." 

Derek aveva controllato la nuca di Stiles, non c'era nessun segno che potesse far intendere che ci fosse una ferita. Così aveva solamente poggiato la sua mano per assorbire un po' di dolore.
Stiles aveva tirato un sospiro di sollievo. Non gli faceva davvero male, in realtà non era più abituato ad avere dolori. Escludendo il momento in cui aveva chiuso i pugni, conficcando gli artigli nei palmi, era stato un periodo abbastanza tranquillo.

"Bene, possiamo andare, no?"

"Dove?" chiese Derek perplesso.

"Come dove? da Deaton. Dobbiamo vedere se è tutto nella norma."

Derek in quel momento aveva allontanato la mano da Stiles, dopo essersi un attimo perso nei pensieri.
Quando loro erano usciti dalla camera, Cora non era già più in casa.
Avevano fatto colazione al volo ed erano usciti di casa. Inutile dire che, Stiles, per abitudine stava andando al posto di guida della camaro e Derek non era stato per nulla felice di quella situazione. Stiles aveva capito ed era tornato dal lato del passeggero.
Nessuno dei due aveva parlato durante il viaggio di andata. Erano stati da Deaton. Aveva confermato che non c'era nessun problema, oltre alla mancata ritrasformazione di Derek, la quale doveva essere dovuta dal fatto che aveva passato tre settimane da umano e perciò nulla di nuovo.

Il viaggio di ritorno non era andato altrettanto bene sotto alcuni punti di vista, sotto altri invece... Insomma, prima o poi le cose dovevano essere chiarite. Quando farlo se non nel momento in cui si è chiusi assieme in una macchina, senza che nessuno dei due possa scappare?
Bene, quello era il momento adatto. Stiles aveva preso a tamburellare con le dita sulla propria gamba. Quando aveva attirato l'attenzione di Derek aveva preso a parlare.

"Quindi..." 

Aveva ricevuto uno sguardo perplesso da Derek, che aveva capito che quel momento era arrivato. Era sempre stato lui a rimandare per scappare da tutto, anche dai propri sentimenti.

"... Dovremmo parlare, no?" continuò Stiles.

Derek accostò, sapendo di non riuscire a discutere sull'argomento mentre guidava.

"Vuoi uccidermi e lasciare qui il cadavere?" chiese Stiles.

"No, idiota. Dobbiamo parlare e lo facciamo." 

"Facciamo... Nel senso... Che..." 

"Parliamo?" 

"Oh beh... Sì, certo. Quindi chi inizia?" 

"Tu." 

"Non è valido. Assieme, al tre." 

"Se ci tieni..." 

Il tre, sembrava non arrivare mai. Certo, da dove cominciare il discorso? Era troppo complicato.

Tre.

"Ha ragione Cora, sono inn..." 

"Mi sono toccato men..." 

Non stavano parlando della stessa cosa, come inizio non andava bene. No. Entrambi avevano ritrattato.

"Anche io mi sono toc..." 

"Anche io mi sono inn... COSA?" aveva urlato Stiles.

"Parliamo uno alla volta?" 

"No, assolutamente hai fatto passare me per la cattiva persona di turno, quando tu hai fatto la stessa cosa? Ah. Sei incredibile Hale." 

"Che c'è tu l'hai quasi fatto davanti ai miei occhi e io non posso fare nulla?" 

"Beh, io... Non in-intendevo quella volta." disse Stiles strozzando gli occhi per paura della reazione di Derek. Reazione che arrivò sotto forma di uno scappellotto.

"Aho" disse portandosi la mano alla nuca. "Ho picchiato la testa stamattina." 

"Ti ho tolto il dolore stamattina, non cambiare discorso." 

"È il tuo corpo che si eccita facilmente, non sono io." 

"Il corpo si eccita per via della mente, Stiles." 

"Oddio, mica è colpa mia se il tuo corpo mi fa eccitare... E non mi sembra che tu sia rimasto con le mani in mano." 

"Come potevo? Non mi pare che tu l'abbia fatto. "

"L'hai fatto solo per ripicca? Sei serio? Non ci credo." 

"No. Ok. Sei contento?"

"Non sai quanto" iniziò a ridere Stiles.

"Quante volte?" chiese curioso Derek

"Ehm... Tre, credo."

"Quel "credo" non mi convince." 

"Tu?"

"Ora non importa."

"Sì che importa. Sei uno stronzo Ha..." 


Derek non sapeva esattamente il motivo per cui lo stava facendo ma di sicuro lo stava aiutando a non dire le sue di volte. Lo aveva baciato senza pensarci troppo. Non aveva permesso nemmeno che Stiles finisse la frase. L'aveva semplicemente fatto. Forse si, quella storia li aveva aiutati e soprattutto li aveva anche cambiati. Ognuno aveva capito l'altro sotto aspetti diversi e di sicuro Stiles non si aspettava che fosse Derek a fare il primo passo.
Derek si era staccato da quel bacio e aveva fatto ripartire la macchina. Stiles continuava ad aprire e chiudere la bocca cercando di dire qualcosa, ma non era uscito nulla di concreto, se non fosse che ad un certo punto Derek aveva sussurrato qualcosa.

"Mi devi ancora mezza volta." disse con un sorrisino.

Stiles non era per nulla sicuro di quello che aveva sentito. "Che?" 

Ci aveva provato ma non aveva ricevuto risposta.
Forse era meglio così, era ancora un attimo scosso. Se qualcuno gli avesse detto che Derek avrebbe fatto il primo passo, non ci avrebbe creduto.
No, davvero, da quando Derek Hale prendeva l'iniziativa? Forse doveva fare una statua a Cora. Doveva prenderlo in considerazione.
Derek aveva accompagnato Stiles a casa. Arrivato davanti a casa di quest'ultimo, Derek aveva notato qualcosa.


"Perché Cora è a casa tua?" chiese Derek.

"Se non lo sai tu."

"La aspetto qua." 

"Oh, ok. Quindi... Beh ci vediamo?" 

"È una domanda?"

"No, cioè tu mi hai baciato, quindi si, ci vediamo." 

Derek aveva solamente riso, perché Stiles era già sceso dalla macchina. Era entrato in casa e aveva trovato Cora seduta al tavolo della cucina insieme a suo padre.

"Ciao papà, sono di nuovo in me." 

"Figliolo, ben tornato." aveva risposto mettendogli un braccio sulle spalle.

"Cora, che ci fai qui?" aveva chiesto Stiles.

"Sono venuta a chiedere scusa a tuo padre per tutti i casini che ho fatto." aveva risposto con sincerità.

"Grazie." si era avvicinato e l'aveva abbracciata.

"Gli ho solo spiegato tutto." 

"Non per quello." aveva sussurrato.

"Ah, ok. Ora staccati." gli aveva detto sorridendo e avvicinandosi alla porta. "Ora vado, visto che Derek è ancora fuori. Arrivederci sceriffo." 

Era uscita scompigliando i capelli di Stiles ed era arrivata alla macchina.

"Che fai? Ascolti?" aveva chiesto mentre ancora stava salendo in macchina.

"Per chi mi hai preso?" 

"Ho chiesto scusa allo sceriffo e gli ho spiegato la situazione." 

"COSA?" aveva urlato Derek. 

"Nulla, non gli ho detto nulla in quel senso." 

"Mh." 


Così erano tornati a casa. Entrambi si dovevano abituare di nuovo ai loro corpi. A fare di nuovo le cose che facevano prima, tre settimane erano state lunghe e forse troppo diverse da quelle che si aspettavano.
Derek era stato tutto il pomeriggio a pensare a quelle tre settimane e a quello che era successo con Stiles. Quest'ultimo, invece, se l'era vista con Scott. Ci aveva messo davvero un sacco a spiegargli il tutto. Prima credeva fosse Derek che lo stava prendendo in giro. Una volta convinto che non era Derek, non era sicuro che il suo amico era di nuovo in sé e che non avesse avuto ripercussioni. A Stiles non dava fastidio tutta l'apprensione di Scott, ma certe volte sembrava proprio tonto. Solo che era anche per quello che gli voleva bene, si, anche per la sua ingenuità.

Quando la sera, finalmente, aveva toccato il letto, non si aspettava di certo di sentire Derek entrare dalla finestra. Care vecchie abitudini.

"Menomale che sei tornato tu a fare il lavoro sporco. Era stancante entrare dalle finestre." 

"Ma smettila." 

"Come mai sei qui?" 

"Ok, oggi ci siamo persi via e non ti ho detto ciò che provo." 

"Lo so già, non c'è bisogno che tu lo dica. Vale lo stesso per me." 

Stiles lo aveva baciato. Sapeva che altrimenti Derek ci avrebbe messo secoli per ammettere ciò che provava. Questa volta era stato lui a fare il primo passo. Gli aveva stretto le braccia intorno al collo e si era sporto. Questa volta non era stato per nulla casto quel bacio. Derek aveva spostato la mano sotto la maglia di Stiles.

"Che fai?" aveva chiesto Stiles, prendendo fiato un attimo.

"Mi manca una mezza volta per essere pari." aveva sorriso.

"Ah si?" aveva ghignato.

Derek non aveva risposto, aveva semplicemente ripreso ciò che stava facendo.  



Note: volevo ringraziarvi per star leggendo questa storia e dirvi che siamo giunti alla fine. Il prossimo capitolo sarà l'ultimo.

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