Verità

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Derek era riuscito ad addormentarsi soltanto alle cinque.
Da quando l'aveva chiamato Stiles, era rimasto tutto il tempo a pensare.
Non riusciva a credere all'ipotesi che fosse stata Cora, ma in fondo aveva ragione Stiles. Ci doveva per forza essere un motivo.

Quando, dopo qualche ora, si era risvegliato, Cora non era più di fianco a lui. Non se ne era preoccupato più di tanto, anzi, capiva perfettamente che lei dormisse molto di meno rispetto a lui; il corpo di Stiles sembrava sempre troppo stanco.
Si era girato dalla parte del comodino per vedere che ore fossero.
Per poco non cadde dal letto alla vista di quelle quattro cifre che indicavano le dieci e mezza passate. Si era un attimo ripreso e aveva controllato il telefono, trovando un messaggio di Stiles.


(06:21) Non aprire bocca, aspettami.

(10:42) Ma dormi mai?


Come non detto, Stiles era già lì.
Obbiettivamente era più che normale dato che il messaggio gli era arrivato quattro ore prima. Non ci aveva pensato su molto, era sceso e aveva trovato entrambi seduti al tavolo.
Derek era rimasto a fissare Stiles per quasi cinque minuti. Avevano continuato a scambiarsi occhiate fino a che Cora non aveva preso a parlare.

"La smettete e mi chiedete ciò che volete sapere?"

"Che?!" aveva risposto Derek.

"Derek sei umano da due settimane, non puoi esserti già dimenticato gli odori e quelle cose lì."

"Sei stata tu?" chiese deciso Derek, senza battere ciglio.

"Menomale che dovevamo chiederglielo con tranquillità" intervenne Stiles, coprendosi il volto con una mano.

"Sono tranquillo." si era girato verso di Stiles corrugando la fronte.

"Oh, certo. Se escludiamo il tono da "ti apro la gola con i denti", sì. Tranquillissimo, direi..."

Cora, nel frattempo, si era alzata dalla sedia e stava cercando di andarsene dalla stanza senza fare troppo rumore. Ci era anche riuscita, se non fosse stato che Derek l'aveva fermata prendendola per un polso.

"Dove credi di andare? Sto parlando con te."

"Io... a prendere dell'acqua?" chiese, indicando in direzione della cucina.

"Se me lo stai chiedendo, no. Ora ti risiedi e parli."

"Non essere così brusco." intervenne Stiles, il quale, come risposta, ricevette solo uno sguardo che lasciava intendere fin troppo.

"Di cosa?" Chiese Cora.

"Lo sai. Parla."

"E va bene. Sono stata io, ok?! In realtà non credevo che riuscisse questa cosa, sembrava più un'assurdità. Poi quando ho visto che quella mattina eri spaesato ho capito che, forse, non era così un'assurdità."

"Io vorrei sapere cosa diavolo ti dice il cervello, perché ci hai messo in questo casino?" Derek aveva alzato la voce senza nemmeno accorgersene.

"Dai Derek, ci sarà sicuramente un motivo. Non alzare la voce." disse Stiles poggiandogli una mano sulla spalla.

"No, non sa ciò che ha fatto." lo disse alzando la voce e spostando la mano di Stiles.

"E cosa ha fatto di così tanto grave? Dimmelo, perché proprio non lo capisco. Sei nel mio corpo. Ti fa così tanto schifo? Non mi pare, falla parlare prima di alzare la voce, no?!"

"Tu, non sai nulla. Sto parlando con mia sorella e tu non c'entri." disse senza nemmeno preoccuparsi di ciò che stava dicendo.

"Già, non c'entro nulla. Non sono quello che, in questo momento è nel tuo corpo. Anzi, sai una cosa? Fai tutto da solo. Io non ne voglio sapere nulla, tanto non c'entro." rispose Stiles uscendo di colpo dal loft.

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