Capitolo 1

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"molti uomini, come i bambini, vogliono una cosa ma non le sue conseguenze" José Ortega Y Gasset.

Era questa la frase che aveva ispirato Aurora per il nuovo murales che avrebbe creato con i suoi compagni. L'aveva sentita quasi per caso, di sfuggita e da allora le era rimasta intrappolata in mente. Presto avrebbe raggiunto i suoi amici, tanto odiati dal padre. Salì sul bus e si sedette. Non si era ancora completamente abituata alla vita nella megalopoli di Seoul eppure, in qualche modo, non le dispiaceva affatto vivere così lontana da casa. Subito estrasse dal suo zaino l'imbrattatissimo blocco degli schizzi, prese una matita ed iniziò a disegnare estraniandosi da tutto e tutti. Quella del disegno era una passione che aveva coltivato sin da piccola, era sempre stata portata per l'arte e l'aveva sempre apprezzata in tutte le sue forme e sfumature più varie. In men che non si dica il bus si fermò e la ragazza scese avvolta da una delle prime brezze primaverili da lei tanto amate. Con una piccola corsa entrò nella galleria pedonale antestante dove incontrò i suoi amici. Era un sottopassaggio pedonale, uno dei più attraversati della città, era molto larga e spaziosa ma decisamente troppo grigia per il gusto dei ragazzi. Avevano deciso di abbellirla un po', infatti loro non dipingevano soltanto per soddisfare la loro passone, bensì anche per gli altri tanto che il loro motto era "la bellezza rallegra gli animi". I suoi compagni erano tre, per Aurora erano le migliori persone al mondo, non l'avevano mai trattata diversamente dagli altri, né tantomeno guardata con occhi diversi. L'unica ragazza, oltre lei, era Jung Seo Yun, proveniva da Busan e si era trasferita a Seoul a causa dei suoi studi universitari che aveva puntualmente interrotto per coltivare lasua passione per l'arte. John Sheldon, invece, veniva dall'Inghilterra ma eranato e cresciuto in Corea. Al primo impatto poteva sembrare spaventoso, dato il suo corpo possente, ma, in realtà, era un ragazzo amichevole e simpatico. L'ultimo era Lee MinHo, il ragazzo più dolce del mondo, protettivo e sempre disponibile ad aiutare. Aurora li salutò con un cenno, posò lo zaino estraendo le bombolette spray ed iniziò a dipingere. Dovevano finire i particolari e,poi, avrebbero creato un altro murales. Continuavano a dipingere e, nel mentre,scherzavano tra loro. Molte persone si fermavano ad osservarli, altri fotografavano e poi andavano via, altri ancora ignoravano la loro presenza e passavano oltre. Nonostante tutto questo via vai di estranei, Aurora, era ormai entrata nel suo mondo, un mondo che aveva creato da bambina e che non aveva mai abbandonato. Non le interessava della gente, non notò neanche quel rumoroso gruppo di ragazzi che le si appostò alle spalle. Rimasero qualche minuto a guardali lavorare e poi, come tutti, andarono via. In quel gruppo c'era un ragazzo che andava a contrasto con il resto dei giovani, era così silenzioso, Hwang HyunJin, poco più grande di Aurora. Rimase così tanto colpito dalla bellezza innocente della ragazza da non riuscire a togliersela dalla testa.  La sua era una bellezza eterea, i capelli di fuoco scivolavano sulle spalle mossi dal leggero vento, la pelle di porcellana abbellita da piccoli puntini castani, le labbra carnose curvate in un piacevole sorriso ed infine gli occhi, due specchi di oceano. Il corpo della ragazza non era snello e magro, bensì, rotondo e morbido. I fianchi generosi venivano fasciati alla perfezione da un vestito smanicato di jeans che terminava poco prima delle ginocchia. Le braccia delicate erano avvolte da una maglia nera con il collo leggermente rialzato, e le gambe si appoggiavano su degli anfibi corvini. L'immagine della ragazza era rimasta intrappolata nei pensieri di HyunJin per tutto il giorno e non sarebbe riuscito a lasciarla andare facilmente.

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