Autore: Sarck
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↓ (Kiri/Baku) Rating Red//“Ti ho detto di non… ah!”
I denti appuntiti affondano sulla pelle facendolo desistere. Ingoia il resto della frase e stringe tra le dita bollenti il cuscino. Il lattice si piega morbido sotto la pressione delle sue dita, nulla di diverso dal tessuto fibroso dei suoi muscoli, quelli su cui Kirishima sta lasciando segni di denti.
La presa salda sui suoi polsi lo tiene inchiodato in quella posizione; la guancia destra schiacciata contro il cuscino e l'occhio sinistro di fuoco, a far esplodere con lo sguardo il viso arrossato di Eijiro.
Lui ha appena alzato il volto, sollevando le labbra dalla sua spalla piena di morsi. Lo osserva inumidirsi le labbra secche al sapore di vodka e “ho bevuto troppo, forse” dire, gli occhi acquosi a cercarlo oltre ciuffi di capelli rossi, il gel quasi del tutto andato via.
“Grazie infinite” occhi che ruotano, sbuffo di Bakugou che si scontra contro la federa del cuscino, “lo avevo capito, quando bevi finisce sempre così”.
Una risata bassa e scostante; “così come?”
Katsuki in risposta prova a sollevarsi sulle ginocchia, ma la presa sui suoi polsi, sollevati ai lati della testa, si fa più stretta e Eijiro spinge ancora di più il bacino contro le sue natiche. Boccheggia e rinuncia a toglierselo di dosso, sconfitto come raramente capita.
“Così” spiega.
I capelli gli solleticano le spalle quando lui si abbassa sul suo collo e “è tanto un male?” chiede, retorico. La lingua è calda contro la porzione di pelle appena morsa.
Struscia insistente l’erezione lungo il solco delle sue natiche, coperte solo da boxer sottili, prima di affondare di nuovo i denti sotto alla spalla, quasi sulla scapola.
“Bakugou” un lamento attutito, tremare di onde sonore sulla sua pelle martoriata, “hai una schiena così bella, vorrei venirti addosso”.
La saliva scende rumorosa quando ingoia e le orecchie fanno fatica a riconosce il grattare cupo delle sue stesse corde vocali: “basta che ti muovi”.
Un altro morso come risposta, sul fianco questa volta. Eijiro ha lasciato la presa sui suoi polsi e sta attraversando con i polpastrelli tutta la schiena, fino ad arrivare alle natiche. Gli sfila di fretta i boxer e gliele allarga con le mani, i polpastrelli callosi ad imporsi sulla carne con prepotenza.
Nell'esatto momento in cui abbassa il capo e gli morde un gluteo, infila la prima falange nella sua apertura.
Un grugnito più forte del solito riempie le pareti della stanza, ma viene coperto da un'imprecazione di Kirishima, quando nota l’accenno di sangue lì dove ha morso con troppa forza, sopra la pelle bianchissima del gluteo sodo. Soffia sull'epidermide, facendogli stringere ancora di più il cuscino tra palmi scoppiettanti, e l’attimo dopo la punta della sua lingua sta lenendo il segno rosso dei denti, come a chiedere scusa.
Bakugou lo guarda male, lo guarda malissimo, con la fronte contro il cuscino e la vista capovolta, il respiro ansimante.
“N-non mordermi, stronzo” grugnisce, ma mentre lo dice si sta già puntellando sulle ginocchia per andare ancora più incontro alla sua mano.
Non lo ripete più quando le dita dentro di lui diventano due e i denti bagnati di saliva gli graffiano la base del gluteo. Neanche quando qualche minuto dopo Kirishima sta spingendo piano il membro durissimo e cosparso di lubrificante tra le sue pareti strette. Poi compie il movimento inverso, scivolando lento fuori da lui e a Bakugou tremano le ginocchia, sapendo come sarà da lì a poco.
I palmi di Eijiro si induriscono contro i suoi fianchi, il quirk non più pienamente controllabile, come in certe situazioni gli capita, e Bakugou inspira tremulo. Non ha neanche il tempo di svuotare i polmoni che la prima profonda spinta arriva forte, disperata. Movimenti bisognosi iniziano a scuotergli il corpo ed è costretto ad appoggiare le mani contro al muro, per evitare di sbatterci la fronte contro. Mentre continua a dimenarsi in lui, le mani di Ejiro si spostano sulle sue, gli tengono i palmi fermi contro l’intonaco ruvido, dure morse di pietra.
“il quirk, piano” prova a ricordargli, ottenendo solo un grugnito troppo forte ora che le labbra non sono più intrappolate dai denti. Kirishima in risposta affonda dentro di lui con più forza e “come se non ti piacesse” gli ansima in un orecchio, il fiato caldissimo, “quando ti scopo così”.
Katsuki non vorrebbe, ma geme.
“Posso distruggerti quando voglio, non montarti la testa” è tutto ciò che riesce a rispondere, fiato che passa tra fessure di denti digrignati, perché la punta del membro di Kirishima sta toccando proprio il punto più agognato dentro di lui. La sua erezione sembra scoppiare, quasi lo ringrazia quando allontana una mano dalle sue e inizia a stimolargliela, il palmo ora morbido e bollente a muoversi deciso per tutta la sua lunghezza. È certo di venire a breve.
“Lo so, eppure non lo fai mai” è la frase che gli soffia Eijiro sul collo, tra labbra umide, in un tono totalmente diverso da quello provocatorio di poco prima, “è per questo che ti amo”.
Un altro paio di spinte, poi gli avvolge il petto con le braccia e lo tira indietro, sbilanciandolo e facendogli cozzare la schiena contro il suo petto bollente. Si ritrova seduto sulle sue gambe, con il membro che finisce ancora più a fondo dentro di sé, fino a sentirlo quasi in pancia. Poi alla morbidezza delle labbra si sostituisce la pressione appuntita dei denti e in un’ultima spinta, con il quale Kirishima si rovescia in lui, anche Bakugou viene.
I denti diminuiscono la pressione sull’epidermide con una lentezza quasi sacra e subito la lingua corre lenitiva a tracciare le rientranze lasciate sulla pelle.
Stanno ansimando fortissimo entrambi, stretti così; con Kirishima ancora dentro di lui e le sue braccia a circondagli il torace, a tenerlo così stretto da impedirgli di respirare decentemente. Percepisce il suo cuore martellargli contro la schiena, così forte da non essere neanche più sicuro di quale sia il confine tra i loro corpi. Non saprebbe neanche dire se quell’ammasso nervoso che lo avvolge gli appartenga, se sia più suo o più del ragazzo che lo sta stringendo fortissimo, quello che sa strappargli via quell’involucro a morsi e leccargli l’anima.
Non risponde al “ti amo”, non dice nulla, dopotutto ha imparato a capire quanto ad Eijiro importino più i gesti delle parole. Di quelle - strabordanti, eccessive, incontinenti - ne escono già abbastanza dalla sua, di bocca. Katsuki non dice nulla, non sa neanche come si faccia ad articolare parole così complesse, continuerebbe ad arrotolarle nel palato senza mai decidersi a sputarle fuori. Però lo guarda, quando i respiri sono ormai più calmi e può girarsi verso di lui, verso le sue guancia arrossate e i capelli disordinati. Lo guarda, rovesciandogli addosso tutte le parole che non riesce a dire, quelle che le sue iridi di magma fuso, oltre ciglia lunghe, spera possano cogliere.
Poi si alza per dirigersi in bagno, il pavimento congelato contro i piedi nudi.
“Devo dire a Kaminari di smetterla di farti bere come un lavandino.”
Non le sa dire, certe parole, ma è sicuro che a Kirishima non serva ascoltarle. A lui basta far scivolare lo sguardo lungo la sua schiena costellata di morsi - quella che Bakugou gli sta spudoratamente mostrando - per avere la sua risposta.
E brucia ogni porzione di epidermide marchiata, ogni brandello di anima a cui è riuscito ad arrivare, a ricordagli che, ormai da tempo, non esiste un Bakugou Katsuki che non abbia un po’ di Kirishima dentro.
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My hero Academia💚FanFictions
FanfictionMy hero Academia FanFictions~ ➕18/ Normal fanfic(?) Salve! Questo terzo mio libro lo dedicherò a quest'anime. Preciso a tutte che le storie NON mi appartengono, e i crediti vanno alle rispettive autrici/autori che citerò al fine (o inizio) di ogni s...