PARIS

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Indosso la mia divisa, la quale non mi hanno cambiato non avendo la mia taglia essendo alta 1,75 metri e molto magra, ma con molte curve, quasi esagerate per i miei gusti.
Passo un po' di mascara, spruzzo un po' di profumo e faccio una coda alta.
Mi affretto ad andare nella sala, dove tutti  stanno già facendo colazione ed io, ovviamente, sono in ritardo. Alexander mi ha tenuto un posto vicino a lui, così dopo aver preso tutto ciò che mi spirava dal buffet, mi siedo tra lui e un ragazzo che credo si chiami Max.
" buongiorno piccola, sei magra come un grissino, ma mangi come un bisonte... " ridacchia Alex ed io alzo gli occhi al cielo.
" Mery? " chiedo.
" è andata a finire di preparare la sua valigia, tu hai già fatto la tua? " si preoccupa per me, come fosse mia madre.
Annuisco e finisco il mio piatto super colmo di ogni pietanza, dolce e salata.

Mi avvio verso la mia stanza, prendendo l'ascensore.
Mentre le porte si stanno chiudendo, una mano le blocca e, improvvisamente, davanti a me compare Caleb. Mi osserva, mordendosi il labbro e, senza dire una parola, clicca il tasto del suo piano e si appoggia alla parete di vetro.
Quando noto che lui non mi ha nemmeno salutata, non lo degno di uno sguardo e continuo a guardare il mio riflesso, controllando che sia tutto apposto.
Stringo la coda e, scoprendo il mio collo, per sistemarla, sento delle morbide labbra posarsi su di esso.
" buongiorno... " sussurra al mio orecchio.
" ciao... non ti avevo visto... "
" non faccio mai colazione in hotel. " poggia le mani sui miei fianchi e fa aderire il suo corpo al mio, facendomi sentire la presenza tra le due natiche.

Nel momento in cui arrossisco, le luci dell'ascensore si spengono e, dopo dei movimenti bruschi e dei rumori insoliti, rimaniamo bloccati.
Comincio ad avere paura, non amo particolarmente stare negli spazi chiusi, tantomeno senza una luce accesa.
" hai paura? " mi chiede Caleb.
Essendo molto vicini, scrollo la testa, negando l'evidenza.
Lui, in risposta, mi fa girare verso di lui e mi stringe tra le sue braccia, facendomi annusare il suo solito profumo.
Rimaniamo per una decina di minuti così, senza dire nulla, senza luci, ascoltando i nostri respiri lenti e profondi. A poco a poco che i minuti passavano, mi lasciava qualche bacio sulle labbra, finché le porte si spalancano e rivelano un Luke molto irritato.
" tra un'ora l'aereo parte e voi state in ascensore a fare tutti questi giochetti... " borbotta con disapprovazione.
" scusaci, solo che si era bloccato... " sussurro, abbassando lo sguardo per nascondere l'odio che traspare dalla mia espressione nei suoi confronti.
" calmati, soldatino! Mio babbo ti paga per fare il tuo lavoro, non per controllare quello degli altri... " lo supera Caleb, scomparendo nuovamente.

Lo imito e, prendendo le scale di servizio per evitare di passare altro tempo con quell'energumeno, arrivo nella mia stanza per prendere la valigia e, infine, scendo nella hall.
Mi unisco a Mery e Alex, i quali mi guardano con occhi sognanti.
" se mi avessi detto che eri così brava nella seduzione, ieri sera sarei rimasto per una lezione, anziché raggiungere il mio Jacob... " mi osserva ridendo Alexander e io lo osservo con sguardo interrogativo.
" Luke ha riferito a tutto il nostro team che tra te e Caleb è successo qualcosa... " mi spiega Meredith e io rimango sbigottita.
Sposto lo sguardo verso Caleb, il quale sta spudoratamente flirtando con una delle hostess di un'altra squadra.
" ma secondo voi? Non è un ragazzo serio e non potrà mai essere al mio livello. " alzo il tono della voce attirando la sua attenzione e facendomi spudoratamente sentire.
Incrocio le braccia e abbasso lo sguardo, osservando i miei tacchi vertiginosi.

Finalmente, ci imbarchiamo e, dopo aver fatto salire tutti i passeggeri, vado nella stanza riservata al personale. Mi appoggio ad un mobile, contenente oggetti per la manutenzione dell'aereo. Prendo un respiro profondo per placare l'ansia.
" hai appena cominciato e sei già stanca? " borbotta Alex.
" perdonami, solo che ho preso un'aspirina. Non mi sentivo molto bene. " mento e sorrido.
Annuisce e torna da dove era arrivato, per fortuna, perché non sono affatto brava a mentire. Come mio dovere, aiuto i piloti e esaudisco i loro bisogni, così porto due bottigliette d'acqua, a Caleb e all'altro pilota.

Entro nella punta dell'aereo e noto il pilota principale, il ragazzo più bello e affascinante che abbia mai visto finora: Caleb, tutto concentrato.
" a voi! " sorrido falsamente, in modo cordiale e faccio per andarmene.

Poco dopo sento dei passi alle mie spalle e, immaginando già di chi si trattasse, mi affretto ad entrare in bagno e chiudermici dentro. Comincio a guardare il mio riflesso e, faccio un salto dallo spavento, quando sento bussare.
Non essendo entrata nel bagno riservato per il team, sicuramente saranno dei passeggeri che necessitano veramente della toilette, così rapidamente esco. Appena metto un piede fuori, Caleb mi afferra il polso e mi trascina in quello privato.
" cosa vuoi? " sbuffo.
" non fare la bambina, Rose... E, per la cronaca, ti ho cercato solo per dirti di non farti molti castelli, tu non mi interessi.
Tu, proprio tu: non sei al mio livello e mai lo sarai, non io! " mi sorride soddisfatto e, come sempre, scompare: lasciandomi su due piedi come una stupida.

Parigi è proprio la città dell'amore...
Trattengo le lacrime e deglutisco, cercando di sopprimere il groppo che mi si è formato in gola. Sento gli occhi pizzicare e le gambe venirmi a meno, poi tutto comincia a girare e...

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