LICENZIATA

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Apro lentamente gli occhi e mi trovo in una stanza bianca ben decorata e luminosa.
Provo ad alzarmi, ma una fitta alla testa mi costringe a ritornare nella posizione in cui ero prima e mi si annebbia un po' la vista.

Sento bussare alla porta e, essendo l'unica persona nella stanza, rispondo " avanti! ".
Una signora, che porta con se una quantità infinita di medicinali mi sorride e mi sistema il cuscino.
" buongiorno Rose! Come ti senti oggi? Finalmente ti sei svegliata! " mi porge un bicchier d'acqua e due pasticche rosa.
" ma dove mi trovo? " mi guardo intorno spaesata.
" sei in ospedale, a Parigi. Appena il volo è stato completato, i ragazzi del tuo team ti hanno accompagnata qui. Ci sono due ragazzi e una ragazza fuori, nella sala d'aspetto. Sono stati qui tutta la notte. " mi sorride.
" e cosa mi è successo? "
" sei svenuta e hai sbattuto la testa. "

Rimango in silenzio, mentre mi affiorano i ricordi: ero rimasta sola e ad un certo punto non ho più visto e sentito nulla, se non le parole di Caleb...

" okay, grazie! " fingo un sorriso.
" vuoi che li faccia entrare? "
Rimango per dieci secondi in silenzio a riflettere: sicuramente saranno Alex, Mery e Luke; dopo quelle parole credo che Caleb non mi voglia più vedere e tanto meno io, è stato molto chiaro.
Annuisco e finisco di prendere le medicine appoggiate sul comodino, mentre Barbara, l'infermiera è andata a chiamarli.

Entrano in stanza Alex e Mery, con un sorriso stampato sulle labbra e delle borse sotto agli occhi super evidenti. Sono stati così carini a rimanere qui con me e, per fortuna, rimarremo a Parigi per due settimane, così avranno anche il tempo per riprendersi, dopo una notte insonne.

" ehi, ragazzi! " sorrido e tento di abbracciarli, cercando di ignorare le fitte.
" piccola Rose! Come stai? " mi accarezza una guancia Alex.
" potrei stare meglio... Siete stati così carini a rimanere in ospedale tutta la notte. L'infermiera mi ha detto che eravate in tre, pensavo entrasse anche Luke. "
" Luke? " scoppia a ridere Meredith.
" sì, perché? " domando,per cercare di capire chi fosse il terzo.
" fuori con noi c'era Caleb, è rimasto tutto il tempo, ma quando l'infermiera ci ha avvisati che ti eri svegliata, lui ha deciso di andarsene. Ha detto che aveva delle commissioni da fare in città. È stato gentilissimo: non ha chiuso occhio tutta la notte, non si è mai spostato dalla sala d'aspetto, nemmeno per andare a prendere un caffè o per andare in hotel a farsi una doccia, tanto meno per fare pipì. Ogni infermiere o dottore che passava, lo fermava per chiedergli di te. " spiega con occhi sognanti Alexander e mi si ferma il cuore.
Mi limito ad annuire.
" comunque le tue parole su Caleb non sono state molto carine ieri mattina e ti ha spudoratamente sentita, non faceva che guardarti, mentre parlava con sua cugina e la tristezza sul suo volto l'avrebbe notata pure un cieco. " mi fulmina la mia amica collega.

Fortunatamente entra un dottore nella stanza, un secondo prima che il mio silenzio si trasformasse in spiegazioni, sul perché Caleb fosse stato così strano e cosa fosse successo tra noi due.
Non faccio nemmeno caso alle parole del signore con il camice, perché troppo presa a riflettere su quelle di Mery.
La ragazza era sua cugina, ecco perché tra loro c'era così intimità e confidenza. Sono una stupida, tutto ciò che mi ha detto me lo sono meritata. Ho iniziato io: sono stata io a dire che lui non era alla mia altezza, anche se in realtà è il contrario.
Solo che... ero così gelosa. Un'altra donna, molto bella, quasi perfetta, gli stava così vicino, ridevano insieme e lì per lì non avevo pensato alla possibilità che fossero parenti. Ed essendo la compagnia di suo padre, era normale che molti dei suoi parenti lavorassero lì.

" va bene signorina? " il dottore sembra spazientito.
" cosa scusi? " arrossisco.
" tra due ore, dopo dei controlli veloci, potrà tornare a casa. "
Annuisco e velocemente mi alzo dal letto, quelle medicine devono aver fatto effetto, perché le fitte sono passate.

Una volta tornata in hotel, appoggio i miei bagagli in camera e mi butto sotto la doccia.
Una volta che mi sono asciugata, esco dal bagno e comincio ad asciugarmi i capelli, quando qualcuno bussa.
Avvolgo un telo intorno al mio corpo e vado ad aprire la porta. Davanti a me trovo un Luke incredulo, che mi squadra dall'alto al basso. Per attirare la sua attenzione schiarisco la voce e lui arrossisce.

Senza dire nulla si avventa sulle mie labbra e io cerco di spingerlo via, ma lui continua. Infila una mano sotto al mio telo ed io, d'istinto, chiudo le gambe e comincio ad urlare.
Lui sbianca e, staccandosi dal mio collo, rivela un volto pieno di ira.
" sei licenziata... Così impari a rifiutarmi e a prenderlo solo da Caleb.
Puoi cominciare a preparare le tue valigie, sta sera devi andartene. " ghigna Luke e se ne va.

Scoppio a piangere, per un insieme di motivi: un po' per ciò che era appena successo, un po' perché dovrò abbandonare Alex, Mery e Caleb e un po' perché non riesco a comprendere quest'ultimo: non posso non vederlo mai più.

Velocemente indosso una maglia Over Size di Supreme e un intimo, poi chiamo i miei due amici, i quali arrivano subito nella mia stanza.
Decido di raccontargli tutto ciò che era successo, dopo quella mattina, prima di prendere il volo per Parigi, fino al licenziamento.

" che stronzo, Luke! Solo perché lo hai rifiutato... Ti stava per violentare. " singhiozza Mery.
" vi scongiuro: non ditelo a nessuno. " sussurro e abbraccio Meredith, cercando di calmarla.
" mi dispiace moltissimo... " cerca di trattenere le lacrime Alex, ma la voce rotta glielo impedisce.

Ci abbracciamo tutti forte e, dopo essermi preparata, chiamo mia madre, la quale mi ha aiutata molto: dopo averle spiegato tutto, mi ha mandato un taxi per portarmi in aeroporto, per prendere il jet privato di mio padre.
Me ne vado dall'hotel senza farmi vedere da nessuno all'infuori di loro due.
Vedere Caleb sarebbe troppo doloroso.

Una volta seduta su una delle poltrone in pelle del jet, mi rilasso e cerco di pensare ad altro, invano.
Caleb...
Mi sento così maledettamente in colpa, per non avergli chiesto scusa e per non averlo ringraziato per essere rimasto in ospedale con me. Sono una merda.

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