CAPITOLO 29

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<<Chi è?>> chiede una voce roca da dietro allo spioncino della porta.

<<Dobbiamo fare una denuncia>> dice Ghali convinto, sorvolando sui nostri nomi.

<<Va bene>> risponde il poliziotto.
Subito apre la porta e ci squadra dalla testa ai piedi.
È un signore sulla sessantina dai capelli corti e brizzolati, porta gli occhiali e due spille sulla parte sinistra della maglia.
Entriamo e ci fa accomodare in una sala.

<<Il mio collega arriva subito>> dice rassicurandoci.
Dopo 5 minuti arriva un altro poliziotto e io inizio a raccontargli tutto nei minimi particolari.
Alla fine manda una volante sul posto dell'accaduto ovvero nel parco, per prendere tutti i dati dell'aggressore, ma per ora deve fare una visita in ospedale visto che sembra che abbia un capillare rotto a causa del pugno di Ghali.
Al resto ci penseranno loro.
  
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Usciamo dalla questura, si sono fatte le sette, è già quasi buio e io devo andare a casa.

<<Amy...>> dice Ghali prendendomi la mano facendomi sussultare.

<<Dimmi>>

<<Apprezzo veramente il tuo coraggio, insomma non tutte le ragazze che subiscono violenze hanno il coraggio di denunciare>> continua abbassando gli occhi a terra mentre camminiamo.

<<Lo so ma dovevo. Se lo merita assolutamente>> dico leggermente alterata.
Dopo qualche secondo di silenzio inizia a squillarmi il telefono.
Mi fermo staccando la mia mano da quella di Ghali e sul display noto 37 chiamate perse da 4 numeri, adesso non riesco quasi a vedere nulla perche devo caricare il telefono, è a 3%.
Ghali mi porge per la seconda volta il suo telefono e chiamo mia sorella.
Risponde immediatamente e le racconto tutta la faccenda.
Dopo mezz'ora di chiamata riattacco, le ho detto di avvertire tutti che sto bene e sono con Ghali.
So che non vedono l'ora di rivedermi ma per ora voglio restare con lui.
Alle otto meno un quarto passiamo di fianco ad una pizzeria da asporto.

<<Mmmh>> dico senza pensarci.

<<Piccola hai fame?>> chiede Ghali prendendo la mia mano.
Ogni volta che mi chiama cosi e mi prende la mano una scia di brividi mi percorre lungo la schiena e il battito del mio cuore aumenta.
Eppure devo ammettere che, anche se non volevo stare con nessuno dopo le brutte esperienze passate, lui è un ragazzo molto bravo e si cura di far stare bene gli altri (almeno per ora).

<<Si non sai quanto, è un giorno che non mangio, sto morendo di fame>> dico seria guardandolo negli occhi.

<<Morire non è mai bello, vieni ti compro qualcosa>> ironizza intrecciando le sue dita con le mie entrando nel locale.

IO E GHALI SU NAMECCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora