Erano trascorse due settimane dalla mia prima partita e dal primo tentativo di tirar fuori i Wildcats dal casino con i Kazoo. Le giornate erano trascorse veloci ed ero quasi dispiaciuto che il tempo avesse preso a scorrere così rapidamente perché non volevo che aprile arrivasse troppo in fretta. Avevo fatto dei passi avanti con Ally ma ancora ero ben lontano dal poter dire di aver recuperato con lei ed erano ancora troppe le cose in sospeso nella mia vita per poter tornare a Chicago a cuor leggero.
Quella mattina ero al bed and breakfast senza avere gran che da fare; in casa c'era fermento, me ne ero accorto appena avevo raggiungo la cucina per fare colazione. Adam stava preparando il caffè e teneva in braccio il piccolo Adrian che aveva appena spesso di piangere, come dichiaravano i suoi occhi ancora colmi di lacrime.
- Buongiorno! – Dissi, entrando nella stanza.
- Ehi. Scusami stamattina siamo un po' in ritardo, temo che non troverai né pancakes, né muffin per colazione. Ci sono i cereali però.
- Nessun problema. Ma va tutto bene?
Adam si voltò per versarmi il caffè nella tazza e per la prima volta, quando puntò i suoi occhi nei miei, lessi la disperazione nel suo sguardo.
- Temo di no.
Ovviamente, capii subito che si trattava di Samaire. Negli ultimi giorni non l'avevo più vista in salotto, dove si divertiva a passare il tempo assieme a suo figlio o a fare un po' di ginnastica dolce per non far intorpidire troppo i muscoli ed era triste entrare nel suo bed and breakfast e non essere accolti dal suo sorriso contagioso.
- Ci sono novità riguardo Samaire?
Adam annuì lievemente.
- I valori del sangue sono scesi nuovamente. Potrebbe aver bisogno di trasfusioni e le ultime due chemioterapie l'hanno sfiancata. Temo che stiamo arrivando a quel punto in cui la cura diventa accanimento.
- Non dire così. Sam è una donna forte.
- Sta combattendo da troppo tempo contro un nemico troppo più forte.
Non aggiunsi altro; era inutile raccontarsi le favole, sapevo bene che le sue condizioni erano delicate e precarie e, a meno che non fosse toccata da un miracolo, nessuno avrebbe potuto salvarla. Forse aveva ragione Adam, forse tutti quei veleni che le buttavano nelle vene cercando di annientare quelle cellule malate, altro non era che peggiorare la situazione e infiacchire un fisico già debole e stanco. Ma non riuscivo comunque ad immaginare di smettere di crederci, né di provare.
- Pensi che possa farle piacere se vado un po' da lei, stamattina?
Adam sorrise. Quell'uomo era a pezzi e io avrei tanto voluto far qualcosa per lui ma non ero bravo né con le parole, né con le dimostrazioni di affetto. In più, i primi anni in cui lui e Samaire avevano iniziato la loro relazione, non ero stato particolarmente gentile con lui perché lo vedevo come quello che aveva rubato il posto di Douglas, quando in realtà non riuscivo a capire che Doug aveva lasciato un vuoto nel cuore di Samaire che non avrebbe potuto mai colmare. Douglas era il non vissuto, l'occasione mancata, mentre Adam era la possibilità di ricominciare. Non sarebbe stato uguale ma sarebbe stato altrettanto intenso, solo che mi ci sarebbero voluti parecchi anni prima di capirlo e accogliere Adam senza rancore. Quella mattina, avrei voluto offrirgli un abbraccio fraterno e dirgli che non era solo in quella disperazione ma non ero abbastanza allenato ad essere espansivo.
- Ti vuole bene come fossi suo fratello, è ovvio che le fa piacere se passi un po' di tempo con lei.
Annuii. Sapevo bene che Samaire adorava avermi intorno; mi chiesi come avrei fatto io a rinunciare a lei nel caso in cui le cose fossero peggiorate fino ad un punto di non ritorno. E soprattutto, pensai ad Ally e al dolore enorme che avrebbe dovuto affrontare.
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Loveless - #Wildcats Serie Vol.2
ChickLitDopo quattro anni passati lontani, Colin sente che nella sua vita manca qualcosa: Ally è ancora il suo pensiero fisso e quel sentimento tanto forte che li ha uniti, arde ancora sotto le braci di una nuova vita. Basterà tornare a Madison per riprend...