A chance

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Quel giorno avrebbe dovuto dare il massimo.
Il massimo davvero.
Non le importava di non essere maggiorenne, avrebbe fatto in modo che non si fossero dimenticati di lei.
Andò in palestra e dopo il suo solito riscaldamento rifecero il match del giorno prima, stavolta con un arbitro più affidabile. I wrestler però non erano ancora presentati.
Iniziò Teresa, ma dopo pochi minuti dovette darle il tag perché le loro avversarie erano davvero delle energumene. Appena Victoria entrò nel quadrato, Alessia, una delle loro avversarie, la caricò, ma la ragazza agilmente con un salto raggiunse la prima corda all'angolo e dandosi la spinta superò l'avversaria con una capriola, appoggiando le mani sulla sua schiena e facendola sbattere contro il paletto. Approfittò di questi attimi per riprendere fiato e appena si girò la colpì con un calcio in faccia, poi prense la rincorsa rimbalzando sulle corde e la colpì con un doppio calcio che la fece finire al tappeto. Dopodiché decise di dare il tag a Teresa per risparmiare le energie. Il match proseguì per un'altra decina di minuti, poi entrò di nuovo lei. Dopo un paio di colpi andati a vuoto riuscì di nuovo a stenderla, salì su un paletto e eseguì un Samoan Splash  da manuale. Tentò lo schienamento ma l'arbitro arrivò solo a due. Alessia si rialzò e con un braccio teso fece finire Victoria fuori dal ring. Mentre era a terra la vide prendere la rincorsa e saltarle addosso. E fino a qui tutto ok. Se non fosse per il fatto che volle provare a saltare da sopra la terza corda e non tra la seconda e la terza come facevano di solito. Doveva ammettere che quasi ce la fece, ma il suo piede sinistro rimase incastrato sulla terza corda e le fece perdere la traiettoria. Infatti le stava venendo addosso a testa in giù. Dio santo che cavolo faccio ora? pensò la biondina. Si alzò velocemente in piedi e la prese al volo, la sua testa sfiorò di qualche centimetro il terreno, dopodiché, avendo le sue gambe sulle sue spalle, le tirò su la schiena e eseguì una Powerbomb.
Le lanciò poi un veloce sguardo per assicurarsi che stesse bene.
Tutto ok.
Mentre riprendeva fiato, un applauso fermò il match.
In quel momento il mondo le cadde letteralmente addosso.
Davanti a lei c'era niente di meno che Roman Reigns.
«Very good girl, and the Samoan Splash was perfect!» disse il mastino.
Per un momento la ragazza restò imbambolata e senza capire bene cosa le stesse dicendo, poi Steve, l'interprete, le disse:
«Si congratula con te per...»
Lo interruppe «I speak english, Steve»
«Let me do my job once» rispose imbronciato andandosene suscitandole un sorriso.
«I think you know who I am but I introduce myself the same. I'm Joseph Anoa'i, or Roman Reigns what you prefer» le disse.
Ok, stava parlando davvero con lei.
«Ehm... I'm Victoria» si presentò avvicinandosi leggermente a suo fratello per un po' di supporto.
«How old are you?» le chiese.
«Seventeen» rispose
«Vi...» la richiamò il fratello.
«Ok...» sospirò «sixteen...»
«Really? You are so young? I don't see a lot of people with your agility and you are only sixteen... wow»
Si stava davvero complimentando con lei? Non poteva crederci.
«Thanks» rispose «but I know you din't want minors...»
«Exact... McMahon was very clear»
La ragazza dovette avere una faccia davvero pietosa perché qualche attimo dopo il mastino aggiunse:
«But you know what? I'll talk to him, maybe I convince him to let you work out in the wwe gym for a trial period. Certainly you won't fight matches, but you can learn something»
Per un attimo restò bloccata. Non ci poteva credere. Le aveva davvero chiesto di allenarsi con loro?
«Really?»
«Yes, I can try...» disse sorridendole, ma venne interrotto da una voce:
«O my God, Joe, there is a ghost in front of you! Run!»
Victoria decise che avrebbe ammazzato chiunque fosse stato a fare quella battuta orribile, davvero. Spostò lo sguardo e vide Dean Ambrose.
Stava per inveirgli contro quando il fratello la precedette:
«Close your fucking mouth asshole!»
Già, suo fratello poteva anche sembrare un tipo tranquillo, ma era molto protettivo con le persone a cui voleva bene, cosa che aveva già dimostrato più volte quando da piccola Victoria veniva presa di mira a scuola.
Dean decise però, a suo rischio e pericolo, di ignorarlo.
«Oh my God, she's angry, Colby, help!»
Ok ora se l'era cercata, era un uomo morto, davvero. Il fratello della ragazza stava davvero per saltargli addosso quando arrivò Seth Rollins:
«Do you think you are funny, idiot? Shout up!» disse allontanando il Lunatic Fringe.
Victoria affiancò il fratello e cercò di calmarlo: «Ehi, è tutto ok lascialo stare è solo un idiota» gli disse appoggiandogli una mano sul braccio.
«What problems do you have, Jon?! Shout up, this girl could kick your ass!» lo avvertì il mastino.
Wow, doveva davvero pensare che avesse talento.
«Who, Mrs little ghost here?» replicò lui.
«Una parola, e lo stendo» le sussurrò Nicholas. E su questo la ragazza non aveva dubbi, non importava se Dean Ambrose era un wrestler professionista, suo fratello era stato un campione di boxe, ma a causa di un infortunio aveva dovuto smettere di combattere. Questo non significava però che non avesso continuato ad allenarsi e poteva dire con orgoglio che avrebbe potuto battere la maggior parte dei wrestler della WWE.
Sorrise «Tranquillo, non importa»
«How old is she? Ten? Are you lost baby? Where is your mommy? Did she leave you?»
Il sorriso che la ragazza aveva in faccia se ne andò in un istante a quelle parole. Perché sì, forse lui stava solo facendo l'idiota, ma la loro madre gli aveva davvero abbandonati, come del resto loro padre, e faceva male ricordarlo. Il suo corpo si irrigidì e senza che gli dicesse niente suo fratello capì. Si avvicinò al Lunatic Fringe con un'espressione indecifrabile, quando fu a un metro di distanza si fermò, lo guardò. Gli altri due membri dello Shield non ebbero il tempo di reagire. Un attimo prima il loro compagno era in piedi con un'espressione da strafottente sul viso e l'attimo dopo era a terra, le mani a coprirsi la faccia. Il pugno di Nicholas aveva impattato la sua guancia sinistra, con una velocità incredibile. Nella palestra calò il silenzio mentre lui tornava affianco a Victoria e le metteva un braccio sulle spalle, con fare protettivo.
«If you take the girl, i take him» sussurrò Colby, diretto a Joe.
«I'm not for sale» disse il ragazzo.
Ci furono degli attimi di silenzio interrotti solo dai gemiti di dolore di Jon. Fu Roman a ricominciare a parlare, come se nulla fosse accaduto:
«So... I talk to McMahon... ok ?»
«Yes, let me know» gli rispose la ragazza.
Dopodiché Joe e Colby andarono a rialzare il loro compagno, che aveva un vistoso taglio sullo zigomo, e lo aiutarono a uscire.
«You asked for it, bro» si sentì dire da Joe prima che il trio uscisse.

                             *****

«I'm dying» si lamentò Jon.
«Come on, you're a boy, JoJo doesn't make a fuss» lo rimproverò Joe mentre gli disinfettava il taglio sullo zigomo. Erano nella loro stanza d'hotel.
«I'm dying slowly and painfully» continuò a lamentarsi Jon.
«Wow, he kicked you around» commentò Colby.
«I was inattentive... ahi!» spiegò lui.
«Stand still!» lo rimproverò ancora Joe «Do you think it was funny? You were rude»
«Come on I was just joking» si giustificò Jon.
«You'll apologize to her tomorrow»
«What? No!»
«Oh, yes! I'm going to take her under my protection, so you'll apologize to her!»
«Ok, ok... to her, not to her brother»

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