Waiting for summer

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Victoria stava correndo da circa mezz'ora, quando svoltò l'angolo e andò a sbattere addosso a qualcuno, quasi caddero a terra entrambi. Dannazione. Sempre queste figure doveva fare. Alzò lo sguardo per scusarsi quando trovò davanti a lei la faccia sorpresa di Jonathan Good.
«Are you afraid of ghosts?» gli chiese ironica.
«Oh... yes... about that... I just wanted to say you sorry... it isn't funny» si scusò lui con sorpresa della bionda.
«Does Joe told you to say that?» gli chiese sospettosa.
«Yes, of course» le rispose sinceramente.
«Ok, but I wasn't angry about that»
«So... about what?»
Per un attimo la ragazza fu davvero tentata di dirglielo, ma poi pensò che l'aveva appena conosciuto quindi cambiò idea.
«Nothing, it's a long story»
«It's a long story» le fece l'eco lui.
«Do you want another punch in your face from my brother?»
«I was inattentive, I didn't expet this»
rispose sulla difensiva.
«Yes, of course. Anyway, I was running so... » gli face segno di andarsene con la mano.
«Ehi Jon what are you doing?» disse una voce familiare. Vi prego no. Arrivano tutti adesso? Colby Lopez si stava avvicinando.
«Oh sweetie!» la salutò.
«Hi Colby» disse lei con meno entusiasmo.
«Did this idiot apologize?» le chiese.
«Yes. He was very convincing» disse la ragazza con una punta di ironia.
«Great» disse lui fingendo di non accorgersene.
«Ok, I have to go now...» iniziò a dire Victoria, ma ovviamente venne interrotta.
«Where do you have to go? Don't you want to know le notice?» le chiese il terzo membro dello Shield.
«Which notice?»chiese lei incuriosita.
«It would seem that someone» disse indicandosi «has convinced Vince McMahon to let you train in our gym»
Non ci poteva credere. Ci era riuscito davvero?
Non resistette e gli saltò al collo ringraziondolo infinitamente «Thank you, thank you, thank you...» continuò a dire come una cantilena provocando sorrisi inteneriti al trio.
«Are you happy?»
«Yes very much!» esclamò staccandosi finalmente da lui.
«When do I start?» chiese entusiasta.
«You have to wait until this summer because he doesn't want you miss school» le spiegò.
Ok, mancavano quattro mesi, poteva resistere.
«Oh... ok but how long will you stay there in Italy?» chiese.
«Only this week, but we'll come back here in june to bring you»
«Ok, it's perfect»
«Oh, and Shane want to know you»
«Ok, where is now?»
«In the gym. Do we go?»
«Yes» disse con un sorriso incamminandosi verso la palestra.
«Where are you going sweetie?» la richiamò divertito Colby.
La ragazza gli rivolse uno sguardo interrogativo e lui fece un cenno verso una Ferrari decappottabile rosso fiammante parcheggiata sul ciglio della strada.
Sgranò gli occhi mentre Jon faceva tintinnare le chiavi e si dirigeva verso la portiera del passeggero aprendola.
«After you, little ghost»
Victoria si sedette sul sedile ancora a bocca aperta. Vide Colby salire dietro di lei e Jon dirigersi verso il sedile del guidatore.
«Ehi brotha, I drive» lo fermò però Joe facendo un lieve cenno verso la ragazza con la testa. Certo, da quel momento era sotto la sua protezione, era normale che volesse guidare lui con lei a bordo.
Così partirono diretti verso la palestra.
Per Victoria era una cosa incredibile, una macchina così non se la sarebbe mai nemmeno sognata. Era davvero fantastica. L'aria tiepida di inizio primavera le scompigliava i capelli e lei cercava di ridurre il danno sistemandoseli continuamente ma con scarsi risultati. In alcuni minuti arrivarono alla palestra. Davanti all'entrata trovò suo fratello che dopo averle dato un affettuoso bacio in testa guardò in cagnesco Jon.
«Ehi, tutto ok, non è così male» lo rassicurò la sorella.
«Ehi, relax yourself boy, we clarified» gli disse Jon dandogli una pacca sulla spalla.
Nicholas non era ancora molto convinto ma, forse vedendo il taglio che gli aveva gia fatto, decise di non infierire ulteriormente.
«Mi fanno conoscere Shane!» gli disse sorridendo prima di entrare.
«Non posso perdermelo allora» sorrise anche lui.
«Sweetie, you come? Shane is there» la chiamò Colby.
«Dolcezza?» la guardò interrogativo il fratello.
«Lascia stare» disse lei ridacchiando.
Quando entrò vide uno Shane McMahon molto perplesso che la squadrò da capo a piedi non molto convinto.
«She's Victoria» la presentò Joe.
«I don't know why my father accepted her... do you know that from today you will have to guarantee for her? You'll have to protect her and since she's a minor if she combines something it will be your fault» lo avvertì.
«Yes, I know. She's responsible, I have seen how she fights, she saved the girl's neck. She could seriously get injured or worse.»
«Great, so welcome» le disse finalmente con un sorriso che sembrava sincero.

*****

I tre dello Shield erano incredibilmente simpatici. Joe all'inizio poteva sembrare un tipo un po' burbero, ma quando Victoria iniziò a conoscerlo scoprì che aveva un cuore d'oro. Colby era il classico dongiovanni che faceva svenire le donne al suo passaggio e Jon.... beh, Jon era Jon, irresponsabile, fastidioso e imprevedibile, ma anche lui in fondo in fondo aveva dei sentimenti.
Già, Victoria aveva passato tutta la settimana con loro e aveva conosciuto anche Saraya, Mercedes e Sarona. E poi beh, i gemelli Fatu. Se non ci fossero avrebbero dovuto inventarli. Erano come Jon senza però la parte fastidiosa. Già, erano davvero incredibilmente simpatici, ma si, anche abbastanza irresponsabili, tanto che Joe aveva sempre dovuto starle alle calcagna quando era con loro.
Durante questi giorni aveva fatto del suo meglio per seguire lo stile di allenamento delle ragazze senza crollare a terra sfinita, e doveva dire che non era andata poi così male. Non vedeva davvero l'ora che arrivasse giugno.
Il giorno della loro partenza arrivò presto, troppo presto, così in men che non si dica si ritrovò all'aeroporto a salutarli.
«Stay away from trouble, ok?» le raccomandò Joe sorridendole.
«Understood sweetie?» disse Colby.
«Come on, don't stress my little ghost»
disse Jon circondandole le spalle con un braccio, in modo, avrebbe osato dire, quasi affettuoso.
Non poté fare a meno di sorridere.
«Take care you too» gli salutò prima che entrassero in aereoporto.
Poi venne stritolata in un doppio abbraccio dei gemelli che vennero subito richiamati dal loro cugino.
Infine salutò anche le ragazze e tornò a casa con suo fratello.

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