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Non feci in tempo a proferire parola, che la sua mano, reggente un fazzoletto,mi tappò la bocca.
Feci di tutto per liberarmi dalla sua presa,scalciando,ma i sensi mi abbandonarono una volta respirato il liquido di cui era impresso quel pezzo di carta.

[...]

Mi risvegliai in una stanza,non la mia date le pareti bordeaux,il soffitto nero e il parquet scuro.
Spaventata provai ad urlare dimenandomi,ma la mia bocca era chiusa da scotch e le mie braccia erano legate alla tastiera nera del letto.

Esaurite le forze,la mia gola secca emetteva solo dei gemiti stanchi e secchi.
Avevo assolutamente bisogno di acqua e soprattutto di ritornare a casa, chissà se mia madre ha già chiamato la polizia. Probabilmente starà piangendo e solo immaginarla in quella situazione,muoio dentro.

Lo scatto di una porta mi fece sobbalzare.
Entrò il ragazzo di prima,non troppo alto e abbastanza muscoloso, con i capelli grigi scuro leggermente ondulati e gli ricoprivano la fronte.
Aveva una t-shirt nera,mostrando i suoi numerosi tatuaggi che gli scoprivano le braccia.

Si avvicinava a me con passo lento,mentre i suoi occhi mi scrutavano maliziosamente.
Si sedette al mio fianco e poggiò la mano sulla mia guancia.

«Shh» mi sussurrò portandosi un dito davanti alla bocca,per poi stapparmi lo scotch.
Presi un gran respiro prima di chiudere di nuovo la bocca e ahimè,sentirla tutta impastata,cosa che odiavo fin da piccola.
Non emisi parola, con i numerosi film che guardavo e libri che leggevo, sapevo che la cosa migliore da fare quando venivi rapita,era stare zitta,a meno che il rapitore non ti chiedesse di parlare.
Lo fissavo semplicemente negli occhi,con sguardo vuoto,mentre cercava di esaminare la mia espressione e cosa provavo.

«Ti svegliata,finalmente» affermò senza espressioni.

Non sapevo cosa fare. Dovevo rispondere di si? No,probabilmente mi avrebbe tirato uno schiaffo e detto "Parli solo quando lo dico io" aggiungendoci un improbabile "puttana".
Dovevo annuire? Non lo so,non avrei saputo come avrebbe reagito,ma forse si sarebbe incazzato per la mi troppa calma.
Dovevo stare zitta? Magari si sarebbe innervosito perché lui intendeva ciò che ha detto,una domanda.
Optai per la seconda,d'altronde quel "Shh" che mi aveva detto prima di togliermi lo scotch voleva dire tipo "non urlare" in un certo senso,sinonimo di "stare calma",no? Non credo,ma tentare non nuoce. Forse...

Annuii. Sorrise e poi parlò.

«Andrò dritto a punto,non sono un tipo paziente. Detto ciò,ti avviso che se non seguirai le regole che ti impongo, farò del male a tua madre e a tutto ciò a cui tieni di più,chiaro?»

Ogni volta che qualcuno nei film diceva questa frase,parlavo alla televisione come una cogliona dicendo "E se la cosa a cui tengo di più ,fossi tu?",per poi scoppiare a ridere.
Ma ora non ho un bel cazzo da ridere.

Annuii.
L'unica cosa di cui avevo paura era una: innamorarmi di lui.
Ho la sindrome di Stoccolma,me l'hanno diagnosticata circa tre anni fa,ed è stato un brutto colpo per me,ma soprattutto per mia madre.

«Perfetto bambolina,queste sono le regole»
Mi porse un foglio con tutte le regole scritte a mano.
Gli piacciono le cose per bene,si vede,e poi l'ha detto lui che non ha molta pazienza.
La cosa che volevo dirgli era solo una: "TESTA DI CAZZO COME FACCIO A LEGGERLE SE HO LE MANI LEGATE?!" Ma mi trattenni,dato che mi stava slegando una mano.
Era sicuro che non avrei fatto nulla,e così fu,anche se gli tiravo un pugno,uno: non sarei a slegarmi prima che lui mi riafferrasse,due: non sono così forte.

Non persi tempo a leggere quelle fottute regole.
Sarò stata anche rapita,ma ero una ragazza davvero molto curiosa.

Regola uno: non potrai mai uscire di casa e starai ai miei ordini,ovviamente.
Regola due: se mi disubbidirai o farai qualcosa di molto grave,ti punirò gravemente.
Regola tre: dovrai chiamarmi sempre papino.
Regola quattro: dovrai gemere sensualmente ogni volta che ti tocco.
Regola cinque: dovrai saziare ogni tipo di mia richiesta di ogni tipo sessuale.
Regola sei: se ti comporterai bene,piccola,non avrai nulla da temere.
Sei pronta,bimba?

Calcolando che avrebbe fatto del male ale persone che amo, la cosa che pensavo era solo una: Si,papino.

«Quindi,bimba?»

Sicura risposi: «Sono pronta,papino»

Fake Love; Kim TaehyungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora