Tocco

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I brividi sulla pelle di Brianna non accennavano ad attenuarsi.
"Siamo soli, ora!" Il  tono con cui aveva pronunciato quelle parole  fecero si che lei vi percepisse la minaccia che vi aleggiava tra le righe.
Doveva sciogliere quella ridicola connessione visiva.
Lo fece. Si mosse veloce,
Sfuggì dapprima dal suo sguardo per poi allontanarsi anche fisicamente. Si spostò verso il trono . Il re usurpatore non poteva saperlo ma dietro la scalinata c'era un passaggio segreto e lei meditava di scappare attraverso i cunicoli che conosceva a memoria.
Alexander incatenato com'era agli occhi,e al corpo della principessa non si perse nessun suo movimento, le diede giusto una frazione di secondo di vantaggio. Voleva concederle Una pia illusione di vittoria, voleva che la speranza di una possibile riuscita la pervadesse tutta. Era quasi riuscita ad arrivare al passaggio quando lui Le piombò addosso, come un falco sulla preda.
Le agguantò i capelli tirandola all'indietro. Lei emise un grido di dolore. Il collo le doleva per il contraccolpo. E il cuoio capelluto le bruciava per la ferocia con cui l'aveva tirata a sé. Reagì d'istinto,tentò di liberarsi assestandogli una gomitata nello stomaco. Incontrò un muro di cemento e muscoli, ma non smise di dimenarsi come una forsennata.
Alexander aveva a malapena sentito la gomitata che lei aveva osato dargli.
Non gli piaceva la sua tenacia a sfuggirgli. Avrebbe presto debellato quell'atteggiamento di sfida. Pian piano avrebbe spento il fuoco che sembrava divamparle dentro. Non era questo che si aspettava. Aveva immaginato una donna tremante. Remissiva. Aveva preventivato una resa totale. Invece la ragazzina che aveva tra le braccia continuava a lottare pur essendo chiaro quanto la cosa fosse inutile. Era uno scricchiolo nelle sue mani. Una stretta più vigorosa e Avrebbe potuto spezzarle le ossa tanto gli sembrava esile e delicata.
La piccola si strusciava addosso come un serpente, facendogli perdere lucidità. Le diede un leggero calcio dietro alle gambe facendole perdere l'equilibrio. Bria cadde sulle ginocchia.
Le girò intorno scrutondola attentamente.  Dei!! era una visione, aveva i capelli mossi e scomposti come chi è appena sceso dal letto dopo una notte di sesso selvaggio e sfrenato. Cosa vera,se si tralasciava la parte del sesso selvaggio! Oppure no,per quanto ne sapeva lui poteva anche averla interrotta mentre godeva sul cazzo di un uomo qualsiasi
di quel fottutissimo castello! In quel caso gli era debitore di un orgasmo o due .Respinse l'eccitazione che quella visione gli aveva procurato.
Il labbro carnoso era arricciato in un ringhio di frustrazione. Alexander aveva notato qualcosa sul lato sinistro del viso, un qualcosa che Brianna cercava di nascondere portando i capelli tirati a coprirle la guancia.
Calò su di lei, allungò la mano per spostarle la massa setosa che le copriva il capo Per soddisfare così la curiosità che lo attanagliava. Ancora una volta lei tentò di scansare il contatto, spostandosi all'indietro poggiandosi sul sedere. Così facendo Lo costrinse a seguirla e ora lo aveva quasi completamente addosso. Esasperato e con poca pazienza le strinse il mento per tenerla ferma. Finalmente spostò del tutto i capelli avendo una visione a 360 gradi del suo volto.
Brianna usava i suoi ricci come una coperta protettiva e una volta che lui l'ebbe tolta lei si sentì nuda, esposta, vulnerabile. Abbassò lo sguardo , non voleva vedere la reazione del suo nemico allo scempio che era la sua faccia!
Secondi,minuti,ore..
Alexander non era a conoscenza di quanto tempo fosse rimasto in silenzio ad ammirare quella che per lui era un'opera d'arte. Chi le aveva procurato quella cicatrice aveva goduto molto nel torturarla. Le avevano lasciato una firma indelebile e crudele. Le partiva sullo zigomo e le arrivava poco sopra il mento. Il taglio prima che si cicatrizzasse doveva essere profondo e irregolare. Con l'arma usata ci avevano giocato parecchio e con il preciso intento di sfregiarla in malo modo. Quanto dolore aveva sopportato? Aveva urlato ? Pianto ? Era svenuta e rinvenuta più e più volte? Aveva una vaga idea di quanto quel segno la valorizzasse? 
Vista la sua risolutezza a tenerla nascosta lui suppose di no. 
Come calamitato il ragazzo lentamente spostò la mano dai capelli alla guancia. Voleva tastare la cicatrice, sapere se al tatto era spessa come sembrava alla vista.
"Non mi toccare!" Ordinò Brianna.
Voleva suonare intimidatoria ma la voce le aveva tremato e il tono gli era a stento uscito in un sussurro. Il risultato fu deludente. Venne
ignorata. Completamente. Con un dito lui seguì la grossa cicatrice accarezzandone i contorni. Lo fece con lentezza straziante.
Brianna trattenne il sospiro quella maledetta cicatrice per lei rappresentava i suoi incubi e i suoi tormenti. La naturalezza con cui la stava toccando e accarezzando le stava facendo più male che se l'avesse schiaffeggiata. Nessuno l'aveva mai toccata così,e che ora lo facesse il suo nemico era solo la beffe dopo il danno. Le si era formato un nodo alla gola, esso sembrava crescere di secondo in secondo. Le restavano pochi attimi...poi sarebbe morta per soffocamento.
" Smettila ..." Gli sussurrò. Ottenne solo maggior pressione sul mento che era ancora imprigionato nella mano sinistra. Quel gesto pareva dirle di tacere. Come se la sua voce lo stesse disturbando. Mentre lui voleva continuare la sua ispezione in santa pace. Ma Brianna era sul punto di impazzire per cui ci riprovò,questa volta aggiungendo un implorazione: " smettila, per favore, smetti di toccarmi così!" Stranamente la richiesta diversamente formulata sembrò funzionare. Alexander la lasciò andare. E lei emise nuovamente aria nei polmoni. Con tono canzonatorio le chiese" Così come ? Come ti stavo toccando ?"
Come la stava toccando? La risposta le sopraggiunse immediata: In maniera intensa, troppa.
Il tocco gli era sembrato caldo a tratti rovente. Quel dito sembrava sul punto di bruciarla viva.
Tenne per sé ogni parola. Alexander si alzò continuando a sorridere come chi ha vinto una partita di una gara importante. Solo che lei non sapeva nemmeno che gioco fosse, o quali erano le regole! O perché fosse stata obbligata a giocarci. Non perse tempo a formulare altre domande o ad analizzare a fondo la questione.
Mosse i propri capelli riportandoli al proprio posto a fare il loro dovere: coprirle la guancia rovinata. Si alzò a sua volta, non le piaceva per nulla la posizione di svantaggio in cui si trovava. Santo cielo! Non che alzarsi facesse molta differenza. Lui comunque la sovrastava in altezza e stazza. Per Odino! Quanto era alto?
Lo sguardo fiero e arrogante che le rivolse riuscì a spogliarla di ogni brandello (per quanto minimo)di  sicurezza che le era rimasto ,era principessa e futura regina di un mondo che ora apparteneva a lui.
Lei stessa,ora apparteneva a lui. La rabbia la pervase completamente, lei non apparteneva che a sé stessa!  fece uno scatto verso la spada che il padre aveva lasciato cadere,arreso di fronte alla possibilità che le facessero del male. Ella giaceva a terra in attesa di essere impugnata.
Non ci arrivò.. Le  intenzioni erano scritte a chiare lettere sul suo volto, Alexander le aveva lette tanto chiaramente che non le aveva concesso tempo. L'afferrò per la gola, alzando il braccio la sollevò con facilità da terra. Brianna strabuzzò gli occhi. Con le unghie gli graffiò il dorso della mano sperando che il dolore lo portasse ad allentare la presa.
" Ora ascoltami bene! Sono stanco e non mi va di giocare con te. Non ora! Non tenterai mai più, di fare nulla di sciocco! Mi hai capito!?" Sibilò lui.
Brianna annuì. Tutto pur di tornare con i piedi a terra libera di respirare.
Finalmente la lasciò andare.
La gola le bruciava così come i polmoni ed era sicura che sul collo fossero  impresse le impronte della mano imponente di Alexander.
Cosa doveva fare? In che modo poteva uscire da quella situazione? In ogni caso lui aveva suo padre e lei doveva trovare il modo di salvare entrambi.
Alexander raccolse la spada che Brianna voleva raggiungere poco prima,per fare cosa? Voleva infilzarlo? Sarebbe stato divertente vederla provare. 
Girò tra le mani l'impugnatura fece roteare l'elsa meravigliandosi di quanto fosse leggiadra e affilata poi la puntò Al cuore della principessa, che si immobilizzò spaventata.
Bene , poteva tremare un po' di paura. Meritava un piccolo castigo per aver osato sfidarlo. Le fece pressione sul petto facendole un cenno con il capo di procedere all'indietro fino ad averla con le spalle al muro, doveva sentirsi abbrancata. Con tono suadente e provocatorio le Chiese:
" Il nostro attacco ti ha interrotta mentre godevi tra le braccia di un uomo ?"
Brianna sussultò, spalancò la bocca e sentì improvvisamente caldo . Che domanda era quella? E come mai gliela stava rivolgendo? Arrossì violentemente. Senti la spada muoversi leggera sul suo petto,fino ad arrivare al seno. La punta della spada le accarezzò il capezzolo che divenne duro nell'immediato. " Principessa! La mia non era una domanda difficile.." incalzò lui continuando a muovere la spada stando molto attento a non fare troppa pressione per non tagliarla accidentalmente.
Brianna era sul punto di ansimare ma si obbligò a darsi un contegno . Non si sarebbe mai permessa di umiliarsi così . Capí che quella deliziosa tortura non avrebbe avuto fine finché lei non avesse risposto. " No, non Hai interrotto nulla! " Balbettò.
La spada cambiò solo obiettivo, passò a dare attenzione all'altro capezzolo. Accidenti! Perché il suo corpo le stava facendo questo? Sembrava sul punto di scoppiare. Il seno le divenne pesante e dolorante.
" E da quanto tempo non scopi, mia cara principessa?"
La bocca di lei  si seccò, tentò di inumidirsi il labbro con la lingua . Gli occhi di Alexander seguirono il movimento. Che linguetta adorabile che aveva. Brianna non rispose. Che poteva dirgli? Da 23 anni valeva come risposta? Strinse le labbra in una linea dura . Chiuse gli occhi è implorò affinché lui smettesse di torturarla così.  Con una secchiata d'acqua gelida lui spense il fuoco che aveva aizzato dentro di lei.
" Andiamo , vuoi  camminare sulle tue gambe ? O vuoi che ti prenda in spalla? Visto che sembri sul punto di svenire o venire.. non saprei  " si toccò il mento fingendo di essere davvero preda di un grosso dubbio.
Se non moriva per l'imbarazzo in quel preciso momento. Nulla l'avrebbe uccisa mai.
" Cammino! Grazie " lei rispose scimmiottando lo stesso tono derisorio che aveva usato lui. Poi cambiando atteggiamento aggiunse :" Indosso un vestito e ti se..." Lui la interruppe bruscamente,le prese il gomito cominciando a tirarla verso l'uscita
" No, ci verrai così!" Brianna provò a protestare . Non poteva uscire con la leggera camicia da notte. Non era il caso... Non era appropriato... non era giusto! E poi avrebbe avuto freddo.
Voleva prendere il velo che usava solitamente per celare la cicatrice agli occhi dei pochi che aveva avuto l'obbligo di incontrare.Tutto inutile Alexander bocciò ogni lamentela è richiesta sul nascere.
" Zitta o ti imbavaglio" la minacciò con tono mortalmente serio.
Si zittì all'istante. Non perché si fosse arresa,ma doveva tenerlo buono.  Arrivarono all'esterno del castello e lei si stupì di non trovarci nessuno. I soldati di Gordonia non avrebbero dovuto aspettare il loro re? E suo padre dov'era? Cosa gli avevano fatto ?
Qualcosa doveva essere trapelato dalla sua espressione perché Alexander rispose parte Delle mute  domande che si stava ponendo.
" Sono all'accampamento. È tuo padre è con loro. Li raggiungiamo con Thanatos."
Chi diavolo era Thanatos?
" È il mio cavallo"
Lei alzò gli occhi al cielo, come diavolo faceva a leggerla con tale facilità?
L'aiutò a salire in sella e la raggiunse con un balzo . Brianna si spinse in avanti per evitare di toccarlo il meno possibile.
" Voglio viaggiare con mio padre" asserì lei.
" Certo principessa! Ogni tuo desiderio è un ordine" replicò retorico lui.
Brianna si voltò a guardarlo per trasmettergli tutto l'astio che provava in quel momento. Commise l'errore di guardarlo negli occhi.
Avevano un potere di qualche tipo. Ti risucchiavano completamente. Di sicuro non sembravano umani . Non aveva mai visto una tonalità così azzurra.
Cosa ne avrebbe fatto di lei?
Lentamente tornò a guardare dinnanzi a sé. Provando a mettere un freno alla sua mente che lavorava così frenetica da procurarle un emicrania lancinante.
Chiuse gli occhi e il galoppare del cavallo la accompagnò verso il sonno. 

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