Fatto sta che quel giorno dopo scuola ci siamo visti, siamo andati al parchetto vicino e non abbiamo mangiato. Tu lo avevi già fatto prima, perché quel giorno avevamo orari d'uscita diversi e non mi avevi aspettato, tanto sapevi che non lo avrei fatto lo stesso. Abbiamo parlato, lo abbiamo fatto tanto. Mi hai detto che qua non ti piaceva, che odiavi questa città e tutta la gente che ci viveva, anche i tuoi genitori, che non ti permettevano di inseguire i tuoi sogni e tu le possibilità ce le avresti avute, anche più di me. Mi hai preso la mano, l'hai stretta forte, e mi hai detto "Appena ho i soldi, ti porto via con me." e poi, sospirando "Ti porto via da tutto questo schifo e ti farò guarire" ma poi non l'hai fatto, non l'hai fatto mai e mi hai lasciata qua a marcire anche se poi un anno dopo ho trovato la forza di andarmene e di vivere la mia vita. Mia mamma mi ha sempre detto che non pensava che un ragazzo potesse influenzarmi così tanto, ma poi ti ha conosciuto. Amavi mia madre. Dicevi che era una delle persone migliori sulla terra e una di quelle che cercava in tutti i modi di aiutarmi anche se le procuravo troppo dolore.
Mi hai riportata a casa tu e non ero mai salita su una moto. Sono scesa, ti ho abbracciato, ti ho guardato, ti ho sorriso e ti ho lasciato un pezzo di me. Non avevi ancora il mio cuore, forse solo una parte, perché poi tanto lo avresti avuto fra pochi mesi.
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Come back and hold me
Short StoryDopo di te ho preso in mano un mio vecchio diario e ho deciso di scriverti delle lettere, forse per sentire meno il dolore, per sentire meno TE. Inutilmente, visto che ti sento sempre e ancora ovunque, e qualche volta mi sembra pure di vederti. Inso...