Stanotte ti ho sognato, e più che un sogno, era un incubo. Tu eri lì, proprio davanti a me, non ti sei mosso, mi hai lasciata cadere nel vuoto. Suppongo che sia il vuoto che mi hai lasciato, quella continua sensazione di sbagliato, come se ad ogni cosa mancasse qualcosa, forse un senso. Quando stavo con te, cercavo di dare un significato a tutto, dai gesti di affetto alle litigate, soprattutto a quelle. Cercavo di cogliere il buono in ogni cosa e poi arrivavo sempre alla conclusione che eri solo tu. Tu che non mi ascoltavi mai, tipo quando cercavo di sfogarmi e tu mi rispondevi solo con monosillabi, io ero lì, che invano provavo ad andare avanti e tu rendevi tutti i miei problemi così superficiali. Poi però sono andata in ospedale, e non lo sono più così stati, mi hai portato dei fiori, e per un attimo ho dimenticato della minaccia del sondino il giorno dopo. Io che, l'ho evitato solo per te, "No, mangia con me" così mi hai detto e così è successo, hai preso un po' di cibo dalla mensa e abbiamo mangiato assieme nello stesso piatto come sempre, e mi sembrava di stare meglio. Ma alla fine non era così. E forse mi sono anche un po' stancata di scriverti queste lettere, tanto poi tu non le leggeresti e io non te le spedirei mai, se non fra qualche anno.
Ma solo forse.
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Come back and hold me
Short StoryDopo di te ho preso in mano un mio vecchio diario e ho deciso di scriverti delle lettere, forse per sentire meno il dolore, per sentire meno TE. Inutilmente, visto che ti sento sempre e ancora ovunque, e qualche volta mi sembra pure di vederti. Inso...