10.

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Nico rientra in casa quando mamma e Damiano stanno per uscire e Priscilla è già a dormire.
"Fabiana!" Si illumina non appena la vede e la abbraccia facendo sorridere felice anche lei.
"Quanto sei alto, non riesco più ad abbracciarti." Si lamenta ridendo per poi cominciare a riempirlo di domande. Viene interrotta dopo poco da Damiano che si avvicina al riccio per salutarlo con una pacca sulla spalla.
"Fabià, nnamo che te do n passaggio all'hotel." La richiama tirando fuori le chiavi della macchina dai jeans attillati.
"Sisi, scusate vi sto facendo fare tardi." Mia madre torna in sé e, dopo aver salutato tutti un'ennesima volta, se ne va al seguito di Damiano che mi tira un bacio, già fuori dalla porta. Nico si gira a guardarmi con un sorriso furbo in volto.
"Non cominciare." Alzo le mani in segno di resa facendo per andare verso la mia camera.
"Non ho detto niente." Lo sento ridere dietro di me per poi aggiungere "Se vuoi comunque un letto glielo aggiungiamo."

La mattina seguente mi sveglio di buonumore. Forse perché è sabato, e questo significa che stasera esco con i ragazzi, o forse per la scorsa sera. Nonostante mi pesi ammetterlo, Damiano aveva un enorme ascendente sulla mia sfera emotiva. Mi alzo con tutta calma, non avrei avuto lezione per questo giorno, così decido anche di mettere su una maschera per il viso che mi aveva regalato Priscilla ma che non avevo mai avuto tempo di provare. Vado in cucina e noto un post-it dalla fluorescenza illegale attaccato al frigo. E' Nico, avvisa che è uscito a fare jogging, scuoto la testa non capacitandomi di dove quel ragazzo trovi la forza di alzarsi presto il sabato per andare a correre. Apro il frigo e mi riempio un bicchiere di latte, stando attenta a non danneggiare la maschera mentre lo bevo. Nel frattempo scorro le home dei vari social, finché dopo un po' vedo Priscilla arrivare strascinando i piedi.
"Ngiorno." Mugola ancora palesemente assonnata mentre scalda l'acqua per farsi un tè.
"Buongiorno." Rispondo svuotando definitivamente il bicchiere.
"La maschera." Dice solo dopo essersi pesantemente buttata su una sedia di fronte a me. Annuisco.
"Tanto non ho niente da fare stamattina." Spiego con tono rilassato per poi sentirla sbattere la testa sul tavolo lamentandosi con uno 'Io devo studiare' che mi fa ridacchiare. Non era ancora riuscita a trovare un equilibrio tra Matteo e l'università, economia la stava letteralmente prosciugando. Cerco di distrarla un po' e parliamo del più e del meno, finché non torna Nico, madido di sudore, che ci saluta velocemente per poi correre in doccia. Mi scrocchio il collo, facendo rabbrividire la mia coinquilina, e decido di andare a dedicarmi allo studio anche io per un po'.

Quando è ormai pomeriggio inoltrato mando un messaggio a Damiano, per sapere dove si sarebbero esibiti quella sera, e non appena mi risponde con la posizione del locale decido di iniziare a prepararmi. Diciamo anche che era una mezza scusa per mettere da parte i libri, non ne potevo veramente più. Dopo una lunga doccia calda ed aver asciugato i capelli, cosa che comunque non richiedeva molto tempo, mi siedo in accappatoio sul letto, con un'intenzione pressoché inesistente di togliermelo di dosso. Prendo in mano il cellulare, ripetendomi che ho ancora tempo per prepararmi e apro una notifica di messenger. Lancio un urlo di disperazione quando mi rendo conto che si tratta di Flavio e mi butto all'indietro sdraiandomi completamente sul letto.
'Ciao Tamara, che fai stasera?' recita. Ormai avevo visualizzato, che gran rottura. Rispondo in modo piuttosto coinciso dicendo che sarei uscita con i miei amici che aveva già avuto modo di incontrare, senza lasciare un grande spunto di conversazione. Tuttavia di certo non demorde, e mi chiede dove saremmo andati. Questa volta decido di non visualizzare direttamente, non ho alcuna voglia di ritrovarmelo tra i piedi anche nel fine settimana. Mi decido finalmente ad alzarmi e a vestirmi, opto per dei pantaloni neri larghi che si stringono in vita con un laccio oro e per un top, sempre oro, comprato il giorno prima con Vic. Per finire indosso degli stivaletti scuri e vado a truccarmi continuando a pensare, mio malgrado, a Damiano.

"Te sta popo bene!" Si complimenta Victoria non appena mi vede arrivare, riferendosi al top acquistato insieme. La ringrazio ricambiando il complimento, lei ha uno stile così particolare e unicamente suo che ogni volta mi fa impazzire. Anche questa volta le gambe sono coperte solo dalle solite calze, per lo più, indossa una tutina dai pantaloncini cortissimi di velluto rosso scuro, colore perfettamente abbinato con i suoi stivaletti. Mi risponde sapendo che già lo sapeva. Saluto anche gli altri, un po' nervosi per l'esibizione che li aspettava da lì a pochi minuti, ma mai troppo da farlo trasparire. Damiano, tanto per cambiare, sta fumando una sigaretta mentre vaga con lo sguardo per tutto il locale, probabilmente sondando i vari didietro stretti in volgari minigonne. Mi avvicino a lui.
"A che pensi?" Cerco di far spostare il suo sguardo, solo un filino gelosa.
"A come conquistà er mondo." Alza gli occhi verso di me sorridendo, e si sa che come sorride lui, la mia bocca lo imita involontariamente. Spegne la sigaretta in un posacenere lì vicino e si volta completamente verso di me, subito dopo sbarra gli occhi fissando lo sguardo alle mie spalle. Mi giro di scatto e vedo Flavio. Ovviamente. Io sinceramente non credo di meritarmi tutto questo, non sarò la persona migliore del mondo, ma questo è troppo. Il biondo si avvicina sorridente salutandoci con la mano, per la serata indossa dei jeans chiari e una giacca di pelle nera che copre una t-shirt dalla stampa che non riesco ad identificare.
"Flaviè!" Lo saluta Victoria non appena lo vede, distogliendolo per un attimo da noi. Lui ricambia il saluto per poi rivolgersi nuovamente verso di me.
"Buona sera." Sposta lo sguardo da me a Damiano che sento essere parecchio agitato nonostante non possa vedergli il viso.
"Ciao Flavio." Sorrido forzatamente e prego che il romano dietro di me non faccia una scenata. Fortunatamente, o sfortunatamente, i ragazzi vengono chiamati sul palco e Damiano mi lascia sola non prima di aver posato una mano sul mio fianco ed avermi dato un bacio sulla guancia. Ovviamente sento la mia faccia andare a fuoco e spero che perlomeno Flavio non lo noti. Durante l'esibizione non abbiamo modo di parlare, dato l'altissimo volume che pompa dalle casse, e mi rilasso, ammirando Damiano nel suo habitat naturale. La sua voce graffiata per un po' non mi fa pensare ad altro e lo guardo agitarsi come un forsennato raggiungendo note che neanche sapevo esistessero. Una cosa da dire però c'è, non smette mai di guardarmi per tutta la serata.

 Una cosa da dire però c'è, non smette mai di guardarmi per tutta la serata

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Flavio

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Flavio.

Moon - Måneskin [Damiano David]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora