Metto in bocca un'altra patatina mentre guardo Nico e Mario seduti sul divano opposto al mio. Mi manca Damiano. Ovviamente sono contenta per il mio amico, si vede che stanno bene insieme, ma pensare che il mio ragazzo in questo momento si trovi a qualcosa come sei ore di macchina da me mi fa stare malissimo. E loro non aiutano, mi dispiace. Continuo ad ingozzarmi di patatine mentre mi sforzo di guardare verso la tv e non verso i due ragazzi accoccolati uno all'altro. Dov'è Priscilla? Almeno non sarei stata lì a reggere la candela. Controllo l'orario dal cellulare, sarebbe dovuta arrivare dieci minuti fa. Sbuffo, consapevole del fatto che non si sarebbe fatta viva ancora per un po'. Ha il ritardo nelle vene quella ragazza. Ce ne stiamo qualche altro minuto in silenzio così, finché non mi alzo per buttare il pacchetto rimasto vuoto. In quel momento entra Priscilla, coperta fino al naso da una sciarpa dalla fantasia discutibile. Trascuro la sciarpa, sono sollevata che sia qui, perlomeno finché dietro di lei non spunta un ragazzo che è vestito come se fossimo a maggio. Capisco che si tratta di Matteo e in quel momento buttarmi dalla finestra non sembra un'idea così terribile.
"Rimane anche lui a cena, è un problema?" Chiede la bionda dopo avermi dato un bacio veloce sulla guancia.
"No, tranquilli. Tanto io non mi sento molto bene, salto." Mormoro una scusa cercando di ingoiare quel qualcosa che sembra essersi puntato in gola. Il moro si leva anche il giacchetto di pelle, rimanendo a maniche corte e mostrando delle braccia ricoperte d'inchiostro. Devo essermi incantata a cercare di interpretare qualche tatuaggio perché a un certo punto allunga una mano verso di me, divertito.
"Sono Matteo, piacere."
"Tamara." Gli sorrido di rimando stringendola, per poi ritirarmi velocemente in camera con la scusa dello stomaco in subbuglio, sentendo Nico urlare un 'Per forza, continui a mangiare schifezze!'. Mi stendo sul letto e sblocco il telefono, nella speranza di aver almeno ricevuto un messaggio da Damiano. Naturalmente, non c'è nessun messaggio. Sospiro, per poi lasciar affondare il mio viso nel piumone."Tu non capisci, magicamente nel mio appartamento questi giorni c'è tipo il festival dell'amore!" Sbotto alzando le braccia in aria e facendo ridere Donatella.
"Sei solo un po' frustrata perché non c'è Damiano." Sminuisce, mentre percorriamo le vie di Roma.
"Un po' frustrata? Davvero?" Sbuffo prendendo un altro sorso dal caffè freddo nella mia mano destra. "Ti giuro, sembra che facciano apposta."
"Dai, manca solo qualche giorno." Cerca di consolarmi e io annuisco in risposta.
"Grazie comunque per aver accettato di uscire."
"Così lo fai sembrare un appuntamento!" Ride, e io con lei. "E comunque non c'è di che, mi stavo annoiando anche io." Continuiamo a parlare del più e del meno mentre passeggiamo senza una meta precisa, finché decidiamo di fermarci ad una panchina per sederci un po'. "Riprendendo il discorso Damiano" esordisce dopo qualche secondo di silenzio "se questa specie di tour dovesse andargli bene..." Non conclude la frase ma so già dove vuole andare a parare. Ci avevo pensato anche io.
"Diventerebbe una cosa frequente il fatto che lui sia lontano da Roma, lo so." Sospiro guardandomi le scarpe. "Io non sono adatta per le cose a distanza, e credo neanche lui, quindi non lo so." Concludo rispondendo alla sua implicita domanda.
"Potresti sempre andare con loro." Alza le spalle mentre fa vagare lo sguardo sui vari passanti.
"Sì... non lo so. Non voglio neanche avere la presunzione di dire che avremo una vita insieme. Non si sa, per come siamo fatti potremmo lasciarci domani." Forzo una risata nel tentativo di alleggerire il tono della conversazione. "Vedremo, una cosa alla volta." Donatella mi guarda ancora dubbiosa, ma alla fine sorride incoraggiante, capendo che è questo ciò di cui ho bisogno. Stiamo insieme fino a tardi, come la volta precedente, e nel mentre mi racconta un po' di lei. Scopro che le piace disegnare e che vorrebbe diventare una fumettista, cosa che mi incuriosisce un sacco, e anche che in realtà i suoi occhi sono scuri, come i capelli, ma che porta le lenti a contatto chiare perché così le piacciono. Ci salutiamo promettendoci di sentirci più spesso, e io mi dirigo verso casa, sperando di trovare due persone e non quattro.Alla fine sono in tre, a quanto pare Mario sembra non avere una casa. Mi sento una persona orribile a pensare queste cose, ma se Damiano non si sbriga a tornare credo di poter peggiorare ancora. Saluto tutti e dico che ho già fatto cena fuori con Donatella, per poi passare in cucina a rubare un sacchetto di patatine da portare in camera. Di questo passo la mia faccia diventerà tutta un brufolo. Mi sdraio sul letto, prendo il cellulare e apro l'applicazione del ciclo, sperando di poterlo usare come scusa per il mio pessimo mangiare. Purtroppo non ho scuse. Decido di mandare un messaggio a Damiano, chiedendogli quando potessimo fare una videochiamata, e dopo circa cinque minuti è lui a chiamarmi. Anche questa volta è struccato, con i capelli mossi al naturale che gli contornano il viso.
"Sera." Mi sorride mentre lo vedo spostarsi per la stanza d'albergo.
"Com'è Milano?" Chiedo mentre mi sdraio a pancia in giù, appoggiandomi sui gomiti.
"Meravigliosa, na volta te ce porto." Mi fa un occhiolino. "Sapessi quanti negozi, Vic stava a sgravà." Rido potendo solo immaginare una Victoria ossessionata dallo shopping a Milano. "Lì come va?"
"Sono sommersa da coppie." Mi lamento. "Non vedo l'ora che torni." Sospiro mettendo il broncio.
"Pur'io. Comunque ormai c'hai n vip come ragazzo, come ce se sente?" Scherza buttandosi sul letto anche lui.
"Vuoi dire che ho una troia come ragazzo, li vedo i video tuoi dove ti strusci contro il palo, lo sai?"
"E te eccito eh?" Si morde un labbro cominciando ad alzare e abbassare velocemente le sopracciglia.
"Non ci provare, sembri un deficiente e non sei per niente credibile." Lo fermo tra le risate.
"Ce vole che me sbrigo a tornà allora, così te ricordi perché te so mancato." Mi rivolge il suo solito sorriso mentre io arrossisco fino alla punta delle orecchie urlando un 'Damià!' di rimprovero. Ci teniamo compagnia per circa mezz'ora prima che venga chiamato per una prova costumi, un record per noi. Ci salutiamo e io finisco per addormentarmi con l'umore almeno un po' sollevato. Non sono neanche sorpresa, la mia completa sfera emotiva dipende ormai da quel ragazzo.I giorni successivi trascorrono stranamente quasi più veloci. Forse perché non ho tempo di pensare a Damiano, dovendo recuperare gli appunti di alcune lezioni a cui sono mancata, causa febbre. Non è stato per niente divertente avere la testa che scoppiava e sentire prima caldo poi freddo ad intervalli di due minuti, ma almeno sono riuscita a recuperare un po' di sonno. Ritornare al mio solito ritmo non è per niente facile dopo tre giorni di ozio più totale, ma faccio uno sforzo e riesco presto a rimettermi in pari anche con lo studio. Ormai i ragazzi stanno per tornare ed io non vedo l'ora. Ovviamente Damiano mi manca un sacco, nonostante sia l'unico che abbia visto due settimane fa, ma anche l'assenza di Victoria comincia a farsi sentire. Più di una volta nel corso di questo mese stavo per chiamarla e chiedere di uscire, prima di ricordarmi che non fosse a Roma. Ripenso anche al discorso fatto con Donatella. Questo tour è andato alla grande, Marta non aspetterà molto tempo prima di organizzarne un altro. Non so ancora cosa farò, specie se dovesse essere anche più lungo di questo. Spero in delle pause durante le quali possano trovare il tempo di fare un salto a Roma, non so a cos'altro aggrapparmi, perché io senza Damiano non ci so stare.
Matteo.
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Moon - Måneskin [Damiano David]
FanfictionMoon è una storia d'amore, ma non solo. Mi sembra inutile mettere una trama che in realtà non deve anticipare, e che quindi non può di fatto dire molto. Se vi va, dategli una possibilità.