33.

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"Tutto bene?" Chiedo entrando in cucina, e trovando Priscilla a percorrere la stanza avanti e indietro a grandi falcate. La bionda si passa una mano nella folta chioma disordinata, cercando di liberare il viso da diverse ciocche. Sbuffa guardandomi sconsolata, mentre mi verso un bicchiere d'acqua, che per poco non sputo, tanto è fredda.
"Matteo mi fa innervosire." Spiega con una smorfia, facendomi quasi ridere.
"Tutti gli uomini lo fanno." Scrollo le spalle sedendomi a tavola, e venendo imitata subito dopo dalla mia coinquilina.
"Ma magari fosse un uomo, a me sembra un bambino." Mi sorride, facendomi capire che quello tra lei e il ragazzo non è davvero un litigio serio. Facciamo merenda insieme con té e biscotti, e mi racconta che Matteo, non studiando, ha ritmi molto diversi dai suoi, e per questo motivo ultimamente discutono di frequente. Cerco di tranquillizzarla, è normale comunque litigare per cose del genere in una coppia della nostra età. Veniamo interrotte dopo un po' dal suono del campanello, deve essere Nico che si è dimenticato qualcosa uscendo, e non ha le chiavi. Vado ad aprire la porta, ma non è Nico.
"Avvisare tu mai, eh?" Sospiro guardando Damiano sfilarsi gli stivaletti con i piedi, vicino all'entrata. Mi rivolge il solito sorriso furbo mentre mi fa gesto di aiutarlo con la pelliccia. Si vede che è seccato dal fatto di dover dipendere dagli altri per le cose più banali, ma ancora ha il braccio ingessato, e non ci si può fare molto.
"Daje che so na sorpresa stupenda." Dice prima di andare a prendere posto sul divano. Nel frattempo ci raggiunge anche Priscilla in salotto.
"Ehi Dam, come stai?" Lo saluta, mentre comincia a raccogliere i suoi libri di economia sparsi per la stanza.
"Stavo meglio senza er gesso, ma nun me lamento." La bionda ci avvisa che finisce di prepararsi per poi uscire che ha lezione.
"Come mai sei passato?" Chiedo poi sedendomi vicino a lui, mentre si allunga a darmi un bacio sulla guancia.
"Così." Alza le spalle, sistemandosi meglio il cuscino dietro la schiena.
"Devo studiare oggi." Lo avverto, ma non sembra importargli più di tanto, e si limita ad annuire sorridente, per poi prendere il telecomando ed accendere la tv. Lo lascio fare e vado a prendere i miei appunti in camera, per poi iniziare a leggerli sul divano non occupato dal ragazzo. Damiano scorre i vari canali con aria annoiata, ed io faccio del mio meglio per tenere lo sguardo puntato sui fogli poggiati sulle mie cosce, e non su di lui che si tortura le labbra con le dita. Mi schiarisco la voce, tornando a leggere gli appunti, ma dovendo ricominciare ogni volta che arrivo a metà facciata. Sono convinta che lo stia facendo apposta, è evidente che non stia prestando davvero attenzione alla tv. Priscilla attraversa in tutta fretta il salotto, afferra al volo il giubbetto e esce sbattendo la porta, farfugliando qualcosa a proposito di una lezione che si era dimenticata di avere mezz'ora fa. 
"Devi ancora studià?" Mi guarda piegando la testa all'indietro, riferendosi al fatto che fossimo da soli a casa. Mi mordo il labbro, alternando lo sguardo tra i fogli e il mio ragazzo. In effetti, non è che ci sia molto da pensarci. Mi alzo per andare sul suo stesso divano, e mi metto direttamente a cavalcioni sul suo bacino, facendolo ridacchiare. "Sei sveglia." Commenta mentre io mi sto già sfilando la maglietta, sotto la quale non ho alcun reggiseno. Mi è mancato da morire. La risata gli muore sulle labbra quando lascio cadere l'indumento dietro di me e mi fiondo sulla sua bocca. Il bacio è da subito passionale, e con la mano sinistra mi avvicina a lui spingendomi dal fondoschiena. Continuo a muovere le mie labbra sulle sue mentre gli slaccio la camicia dalla fantasia giallo ocra, senza però togliergliela. Una volta riuscita nell'impresa, scendo lungo il suo collo, continuando a baciarlo, e poi giù fino al petto nudo. "Sta cosa che sto sotto... nun è da me." Ansima mentre passo a sfilargli il bottone del pantaloni, dal momento che a lui ci vorrebbe troppo tempo.
"Se ti stai davvero lamentando della posizione sappi che ti tiro uno schiaffo." Lo avverto, anche io con il fiato corto, mentre passo a levarmi i pantaloni della tuta. Damiano non sembra ancora convinto di lasciarmi comandare, ma non ha comunque molta scelta con un braccio ingessato. In ogni caso, non appena inizio a infilargli un preservativo, preso dalla tasca dei suoi pantaloni, non si lamenta per niente. Porta subito la mano sinistra dentro le mie mutande, rendendo il mio respiro ancora più affannato, fino a quando non decide di guidarmi sopra di lui, dopo avermi sfilato anche l'intimo. 
"Me manni fori de testa." Alza leggermente il viso per guardarmi negli occhi, e io mi chino in avanti a baciarlo nuovamente, mentre abbasso il bacino sul suo. Damiano tiene la sua mano ferma sul mio fianco per tutto il tempo, mentre mi lascia baci sui seni e sul collo. Io mi aggrappo forte alle sue spalle, e probabilmente gli lascio anche il segno delle unghie, mentre respiro con la bocca tra i suoi capelli. Mano a mano che aumentiamo la velocità i nostri respiri diventano più rumorosi, fino a che non vedo il suo addome cominciare a contrarre i muscoli, e capisco che è vicino. Mi cominciano a tremare le cosce, mentre gli sussurro un 'ti amo' all'orecchio, prima di accasciarmi definitivamente su di lui. Stringe ancora di più il suo braccio attorno alla mia vita, e ci prendiamo il solito tempo per recuperare fiato. "T'amo pure io." Mormora infine lasciandomi un bacio sulla spalla.

"Tra quanto vai?" Chiedo giocando con un anello con una grande pietra nera che indossa sul medio.
"No o so, quanno Jacopo ha fatto. Fa schifo nun avè a macchina." Si lamenta lasciando cadere la testa all'indietro sullo schienale del divano. Ovviamente non ero riuscita a mettermi a studiare seriamente con Damiano in casa, così eravamo rimasti su quel divano, dopo esserci rivestiti, a guardare un programma di cucina. Nel frattempo sentiamo una chiave girare nella toppa della porta, e subito dopo compare Nico, appena tornato da lavoro.
"Sera." Ci saluta sorridente, mentre appende il giubbetto vicino all'entrata. "Resti a cena?" Chiede poi a Damiano, dopo che il romano lo ha salutato con un cenno della mano. Quest'ultimo scuote la testa, dicendo che il fratello lo sta per venire a prendere, e il riccio se ne va in cucina, per scaricare un po' di tensione accumulata nel corso della giornata, come fa sempre. Poco dopo il telefono di Damiano squilla, e Jacopo gli dice di scendere.
"Devo nnà." Sbuffa, alzandosi in piedi. Lo seguo, e lo aiuto a rimettersi la pelliccia. "Domani c'hai da fa?" Faccio mente locale, e annuisco triste, una volta ricordatami che ho lezione quasi tutto il giorno. Alla risposta anche il suo viso assume un'espressione tutt'altro che felice, così mi sbrigo ad alzarmi sulle punte e a posargli un bacio sulle labbra.
"Dai, ci vediamo prossimamente. Tu pensa a continuare a fare le prove." Tento di tirargli su il morale, ma non riesco un granché.
"E' l'unica cosa che posso fa." Mi saluta, per poi uscire e chiudersi la porta alle spalle. Sospiro, non vedo l'ora che si tolga quel maledetto gesso. Per uno come lui che non sta un attimo fermo, essere limitati in questo modo deve essere un gran peso. Vado in cucina a fare compagnia a Nico, ignorando il fatto che ho perso un intero pomeriggio di studio.
"Come va?" Mi tiro su sul bancone della cucina, ricevendo la solita occhiata di rimprovero.
"Bene. Ti va il pesce a cena?" Chiede poi, mentre lo sta pulendo. Faccio una smorfia, e sospira. "Ti ho comprato le mozzarelle in alternativa, sono in frigo." Dice rassegnato, facendomi sorridere. Lo aiuto ad apparecchiare e parliamo del più e del meno, visto che è tanto che non passiamo del tempo un po' noi due, in attesa che torni Priscilla, come al solito in ritardo.

Moon - Måneskin [Damiano David]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora