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[vi ho lasciato una canzone qui sopra, non so se ci sta bene, forse è troppo depressa ma shh]

#missyou

Era tutto il giorno che aspettavo questo momento.
Prendo il telefono, apro i messaggi e scrivo un messaggio a Finn.

Hey Finn sono Ilia, come va?

Decido di scrivergli alle quattro di pomeriggio in punto, essendomi informata a Vancouver dovevano essere precisamente le otto di mattina. Spero non sia in qualche altra parte dell'America, lì ci sono diversi fuso orari e lui viaggia molto.

Dopo circa venti minuti mi risponde.

Hey Ilia, stavo aspettando un tuo messaggio. Ora, sto bene. Te?

Sto bene anch'io, ora.

Mi manchi...

Devo trattenere la gioia.

Anche te mi manchi Finn..

Posso chiamarti su FaceTime, se non ti disturbo?

Certo! Aspetta che cerco gli auricolari...

Lo chiamai con FaceTime dopo 10 minuti, perché dovevo sistemarmi. La chiamata andò bene, ci furono dei momenti di silenzio ed imbarazzo ma andò alla grande. Mi fece un tour della casa, era davvero molto grande ma semplice, era stupenda.
Parlammo del più e del meno, mi faceva morire dalle risate ed era dolcissimo. Mi chiedeva ogni secondo se avessi capito quello che mi stava dicendo.

Eravamo legati da qualcosa, non era un rapporto fan e idolo, eravamo quasi amici. Lo sentivo.
A me lui piace, ma la distanza che ci separa è straziante. Non realizzo quanto io possa essere fortunata a poterlo sentire e potergli stare vicina, anche se virtualmente. Quanto vorrei che lui fosse qui.

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La sveglia suona, di nuovo.
Faccio una doccia veloce, e mi preparo.
Indosso una maglietta bianca abbastanza leggera, una tuta grigia e due spruzzate di profumo alla vaniglia. Una volta pronta esco fuori casa, oggi è un giorno speciale.

Arrivo davanti al cancello della scuola e vedo la mia migliore amica Charlotte che mi sta aspettando infreddolita. Era partita per Londra con la sua famiglia a trovare sua zia che abita lì, non la vedevo da cinque mesi. Durante questo tempo ha frequentato una scuola lì in modo che le assenze non contino. Ha i capelli dalle spalle, biondi decolorati ed occhi azzurri.

Attira un sacco di ragazzi, ma appena la iniziano a conoscere, lei li respinge. Non la biasimo visto che attira per la maggior parte casi umani. A lei non importa nulla dei giudizi delle persone, è testarda e fa sempre quello che vuole. Ha uno stile che amo.

"Charlie!" esclamo mentre corro ad abbracciarla.

"Ili!" dice correndomi incontro e ricambiando l'abbraccio.

Le avevo già raccontato tutto di Finn al telefono. Era molto felice per me. Anche a lei piace Stranger Things ed è innamorata persa di Noah Schnapp.

Tra due settimane è il suo compleanno ed ho intenzione di chiedere a Finn un video di Noah dove saluta Charlotte. Se riesce, vorrei tanto che li facesse parlare su FaceTime, Charlotte sa l'inglese benissimo. Infatti, sua mamma ha origini britanniche. Ogni tanto vanno a Londra per trovare la loro zia e ci rimangono alcuni mesi.
Impazzirà dalla gioia.
Mi racconta un po' di Londra, poi suona la campanella ed andiamo nelle nostre classi. Lei è più piccola di me di un anno, è nata il 29 marzo del 2003.

Salgo al primo piano ed entro nella mia classe, ancora buia e vuota. Schiaccio il tasto della luce ma non funziona.

"Ma perché non funziona!?" sussurro tra me e me, continuando a premere sul tasto ingiallito dagli anni.

"Lascia fare a me" dice una voce conosciuta.

Mi giro, alzo lo sguardo.

"Edoardo" penso.

Tira un pugno sul tasto e la luce si accende di colpo.

"Devi schiacciare più forte altrimenti non funziona"
dice ridendo, quasi prendendosi gioco di me.

"In realtà, tu più che schiacciare forte hai dato un pugno direttamente" gli rispondo, mentre alcuni miei compagni cominciano ad entrare in classe.

"Eh, è uguale" dice guardandomi fisso negli occhi, senza distogliere un secondo lo sguardo.

Riusciva davvero a mettermi in imbarazzo quel ragazzo.

"Vado in classe, ciao" dice freddo, prendendomi una ciocca di capelli per poi lasciarla. 

Arrivato il prof, tutti si siedono al banco ed inizia la lezione di fisica.

"Ragazzi, oggi andiamo in laboratorio, prendete il quaderno e una penna"

Usciamo dalla classe mi giro e vedo Edoardo che sta tornando dal bagno con le mani bagnate, che tenta di asciugare sui pantaloni larghi. Mi scappa un sorriso che si trasforma in una silenziosa risata.
Mi vede ridere e subito gli tolgo gli occhi di dosso. Entriamo in laboratorio ed il prof chiude la porta.

"Sono trasformazioni fisiche quelle che un materiale subisce nella sua forma"

Bussano alla porta.

"Avanti" dice in coro la classe.

La porta si apre, guardo il telefono e sorrido.

finn wolfhard-heyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora