Finalmente l'ultima campanella suonò ed Evelyn corse via dall'aula per dirigersi al più presto in biblioteca che, fortunatamente, era giusto dietro l'angolo.
Si diresse velocemente verso l'incrocio quando un braccio lo fermò "Hey, dove corri?" sussurrò William, trattenendola leggermente per non farsi notare.
"Sai, farsi i fatti proprio non ha mai ucciso nessuno" rispose la ragazza, fredda.
"Scusami, cercavo solo di conosc.."
"Hey, tu, ti sembra questo il modo di rispondere a questo ragazzo? Chiedigli subito scusa, sporca negra" urlò un ragazzo che, ovviamente, attirò l'attenzione di tutti.
Evelyn impallidì mentre William, stringendo ancora il braccio della ragazza, esordì "Non mi deve chiedere proprio nulla, sono stato io ad importunarla, anzi sono io che le chiedo scusa"
William lasciò la presa sulla ragazza che, impaurita, continuava a scrutare il ragazzo che ora si stava adirando.
"WIlliam, ma non lasciarti trattare in questo modo da questa qui! Controlla bene che non ti abbia rubato qualcosa, questi sono tutti dei ladri.."
"Charles, sarà meglio che tu ti faccia gli affari tuoi" incominciò William, stringendo i pugni.
"Dai, Will, non ti preoccupare, non è successo nulla" disse Evelyn d'impulso, avendo notato le mani serrate.
"Si, Will, non è successo nulla" fece eco Charles, mal imitando la voce della ragazza.
Intorno a loro si era raccolto un folto gruppo di ragazzi, quasi tutti bianchi, che ovattarono Evelyn in una campana di risatine e occhiatacce.
"Vieni, andiamo" disse William, prendendo per mano la ragazza e trascinandola fuori da quel muro di persone.
"Allora, so che dovrei continuare a farmi gli affari miei ma..dov'è che andiamo?" disse, aumentando la velocità e stringendo ancora più vigorosamente la mano della ragazza che, arrossita, lo dirigeva verso la biblioteca.
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"Ricapitoliamo..quindi tu stai cercando dei nomi di gente qualunque per ricordarle e pregare per loro?" domandò William rovistando fra gli scaffali.
"Ehm..si" annuì Evelyn, aprendo qualche libro a caso in cerca di nomi.
"Beh, ma è una cosa geniale!" esultò il ragazzo, tornando verso il tavolo carico di libri ed enciclopedie.
"Si, certo..senti, riguardo a prima, volevo dirti.."
"Non ti preoccupare, puoi rifarlo quando vuoi, mi piace"
Evelyn lo fissò stranito "Fare cosa? Di cosa stai parlando?"
"Mi hai chiamato Will prima, non William! Mi è piaciuto, mi rende meno.. bianco" rise.
"Perchè mi guardi cosi? Questa è stata l'unica cosa importante che è successa nell'ultima ora! Perchè, è successo qualcos'altro?" disse, guardandola con un sorriso sghembo.
"...no, direi proprio di no" rispose lei, sorridendogli.
"Allora, a che epoca vuoi che i tuoi 'ricordati' appartenghino? Medioevo, crociate, rivoluzione francese, seconda guerra mondiale..?"
"All'età elisabettiana" rispose lei, decisa.
"Aah, andiamo su Shakespeare allora! Ti deve piacere molto"
"Si, moltissimo, è uno dei miei preferiti" ammise lei, sfogliando l'enciclopedia alla lettera S.
"Allora non ho capito bene questa 'cosa' : decidi di ricordare gente sconosciuta e poi punti su Shakespeare? Mi sembra un po' un controsenso" disse lui, storcendo il naso in una smorfia.
Ad Evelyn scappò un sorriso "Ma io non voglio ricordare Shakespeare, io voglio ricordare la moglie"
"La moglie? Come si chiamava, aspetta, Lucy... No, Rose.. No, aspetta"
"Anne. Si chiamava Anne. Vedo che hai problemi con i nomi" ironizzò lei, senza distogliere lo sguardo dall'enorme libro polveroso.
Will arrossì per l'imbarazzo e cercò di cambiare discorso "Allora, da dove vieni?"
"Come scusa? Non ti è bastata la lezione di prima? Ti conviene starmi lontano se non vuoi finire nei guai" disse lei seria.
"Vorrà dire che correró questo rischio" disse lui, con un sorriso.
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Salve <3
Spero vi piaccia, vi voglio bene:)
Gaia <3
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Sotto lo stesso cielo
Teen FictionLa storia di una ragazza come tante, o forse di una ragazza come poche, o forse quella di un ragazzo, o forse quella di un amore. Cosa accomuna questa ragazza con ognuno di noi? Ovvio, stiamo tutti sotto lo stesso cielo.