Mi Odio

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POV.GIULIA

Iniziai a camminare nervosamente su e giu per la mia stanza. Non potevo crederci che quella donna si fosse presentata dopo tutto questo tempo, nessun contatto, nessun tipo di legame emotivo, nessuna spiegazione reale sul perchè se ne fosse andata e ora si presenta alla mia porta e la prima cosa che dice è "Dio ti credevo più carina", sarebbe giustificato se adesso le spaccassi la testa con la mazza da baseball. Mentre continuavo a camminare, sentii la porta chiudersi alle mie spalle, era Harry...

H:tesoro...

G:Dimmi*dissi fermandomi per un attimo

H:Lei vorrebbe parlare con te*disse cercando di sorridere

G:Ah brutta figlia di...

Trascinai Harry fuori dalla mia camera, e prima di rinchiudermi dentro urlai sulle scale come se fossi la madre di Howard in The Big Bang Theory:

G:Se vuoi parlare con me mia cara, alza il culo e degnati di salire le scale!*dissi sbattendo la porta

Mi sedetti sul letto e incominciai a giocare ad Halo. Sparare granite al plasma mi sembrava una cosa molto noiosa al momento, aspettai, aspettai ma lei non si presentò in camera mia. Che bell'esempio. Mi feci una doccia, infilai un jeans nero, una canotta bianca e una felpa rossa con capuccio e le converse coordinate. Mi infilai le cuffie e scesi al piano di sotto. Lei era a quel tavolo, seduta tranquillamente a sorseggiare un thè, con mio padre seduto accanto. Mi fermarno prima che chiudessi la porta, mi girai e guardai papà:

P:Dove vai?

G:A fare un giro

R:Non devi uscire a quest'ora signorina

G:E chi lo ha detto!?

R:Io

G:Sai quanto mi interessa?!

P:Ehi porta rispetto a tua madre!

G:Lei non è mia madre. Lei è un estranea che ora conversa con te.

R:Perchè mi tratti con indifferenza?!*disse con le lacrime agli occhi

G:Ma la smetti di fare la vittima?! Io vado non voglio ne sentire, ne vedere nessuno di voi due*dissi sbattendo la porta

Mentre camminavo, le lacrime iniziarono a scendere senza che io potessi fare nulla, cercai di calmarmi ma invano. Telefonai ad Harry ma non mi rispose. Guardai l'ora erano le 2 passate, stava dormendo di sicuro. Continuai a camminare finchè non sentii loccarmi da dietro, il cuore mi accellerò a mille e cercai di divincolarmi, ma la presa si faceva sempre più stretta, come una morsa. Mi caddero le cuffie e sentii una voce familiare. Era Harry.

H:Calmati Amore mio

Mi girai e mi abbracciò fortemente mentre iniziai a piangere contro il suo petto. Non mi piaceva piangere, ricordo tutte le volte che lo facevo silenziosamente di notte quando paapà non c'era. Mentre lui mi accarezzava i capelli finalmente le lacrime si fermano. Tornammo a casa verso le sei del mattino. Per fortuna mi fece ridere, ed era l'unica cosa che volevo. Quando fummo sotto il portico mi diede un bacio dolce e lento.Poi mi disse che era finita tra noi, che non aveva più bisogno di me nella sua vita. Mi sentivo mancare, cercai di trattenere le lacrime e riuscii soltanto a dire...

G:Resti a dormire qui?!

H:Vuoi che dorma con te?

G:Si ti prego*dissi sorridendo e trattenendo qualche lacrima

H:Meglio di no, Piccola*disse dandomi un bacio in fronte

G:Okey...

Rientrai in casa e mi accasciai contro la porta piangendo come una bambina,non poteva essere vero , non volevo che fosse vero, perchè era finita?! Cosa avevo fatto?! Misi la testa fra le ginocchia e silenziosamente contiuai a piangere,mi odiavo quando succedeva, non riuscivo a controllarmi. Come se in quei momenti tutte le lacrime che non avevo mai versato uscissero tutte insieme. Quando alzai la testa vidi Rebeccah che mi fissava incuriosita con una tazza di caffè fumante tra le mani,le gambe accavalate e una sedia posizionata davanti a me. Mi asciugai il viso e mi alzai diretta in cucina. Presi una tazza di cereali colorati e una tazza di thè misi tutto in un vassoio e tornai davanti alla porta, lei era ancora li, ferma ad aspettarmi, mi accomodai a terra e dopo essermi messa un cucchiaio di cerali in bocca le dissi:

G:Perchè sei tornata?

R:Volevo conoscerti

G:Come mai proprio ora? Ti hanno licenziata? Ti annoiavi? Hai perso un marito?

R:La prima*disse sorridendo

G:Ah bene.

R:Perchè stavi piangendo davanti alla porta?

G:Perchè...non mi va di parlarne

R:Ti ha mollata?!

G:Chi?!

R:Il ricciolino di ieri sera

P:Buongiorno Ragazze. Che fate davanti alla porta?!*disse mio padre scendendo le scale

G:Conversazione, comunque ieri sera perchè non sei salita in camera mia?

R:Sei tu la ragazzina, dovevi scendere tu!

G:Hmm no! Sei tu che dovevi salire dato che te ne sei andata appena sono nata, non ti sei mai fatta ne vedere, ne sentire e in oltre sei tu che volevi parlare con me!

R:Hai ragione. Allora Giulia come va la vita?!

G:Ora non mi va di parlare, ho sonno. Ciao Rebeccah, Ciao Papà

R:Chiamami Mamma

G:Guadagnatelo questo favore*dissi salendo le scale

Mi buttai sul letto, ma stranamente non avevo sonno. Non volevo chiuedere gli occhi, cosi mi feci una doccia. Mi infilai l'intimo e mi stesi sul pavimento a fissare il soffitto. Mi faceva male tutto, la testa, le braccia, tutto. Chiusi gli occhi per un momento, solo un momento. Le lacrime incominciarono di nuovo a solcarmi il viso, mi alzai di scatto e incominciai a passarmi le mani nei capelli mentre mi guardavo allo specchio.

G:Non Piangere! Non piangere*continuavo a ripetermi ad alta voce

Odiavo quando succedeva, non mi controllavo, e poi papà quando lo capii, mi portava sempre in un ospedale strano dove mi davano delle pillole strane. Non riuscivo a fermarle.

G:Non piangere. NON PIANGERE

colpii lo specchio con un pugno, si ruppe, udii un tonfo, poi vidi molto sangue. Poi il Buio mi avvolse

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