Derek Hale si era accorto di essere osservato.
'Ci risiamo', pensò. La segretaria, una donna la cui età avrebbe dovuto metterla al riparo da certe sciocchezze, alzò gli occhi con cautela dal suo lavoro, lo fissò più a lungo di quanto, secondo lui, avrebbe consentito l'educazione, e poi, col lampo di un sorriso di complicità, tornò a fissare lo schermo del computer.
Derek finse di non essersi accorto di quell'esame minuzioso e si guardò intorno, sntendosi un po' a disagio. La sala d'aspetto della ditta 'FrancisCringle & Soci'gli parve più simile al tipo d'ufficio che aveva visro nelle sue rare visite al cinema che a un vero ufficio, o almeno non somigliava a nessuno di quelli che aveva visto nella vita reale.
Stava seduto su un divano di cuoio giallo chiaro. Proprio di fronte ce n'era un altro uguale. Grandi piante decoravano la sala, e lui non riusciva a capire come una pianta vera potesse sopravvivere in un ambiente privo di luce naturale. Il tappeto, che copriva le piastrelle di marmo, sembrava antico e prezioso.
Sentì un rumore di passi nel corridoio, poi una signora alta e magra entrò nella stan e gli lanciò uno sguardo di sfuggita.
Indossava una gonna blu aderente con una giacca intonata, ed era molto sicura di sé, cosa sorprendente considerando che doveva tenersi in equilibio su altissimi tacchia a spillo.
Si avvicinò alla segretaria seduta alla scrivania ed ebbe con lei una breve conversazione sussurrata, interrotta di quando in quando da risatine e occhiate. Dirette a lui.
Quelle occhiate, cariche di segreti e di... compiacimento, non erano affatto in sintonia con la sebpvera atmosfera professionale tipica di un ufficio di pubbliche relazioni di una grande azienda.
Derek aggrottò le sopracciglia e prese una rivosta dal tavolo di noce che aveva davanti. Nel fare questo vide per un istante la propria immagine riflessa nel vetro e notò quanto fuori posto fosse in quell'ambiente, con il suo cappello da cowboy, la camicia bianca sbottonata sul collo, e un paio di jeans consumati.
Per sottrarsi alle occhiate e alle risatine prese una rivista, l'aprì e cominciò a leggere, aspettando. Ma l'attesa cominciava a farsi lunga.
Sbuffò, smise di fingere di essere immerso nell'articolo che aveva iniziato, scartò la rivista, incrociò le gambe alle caviglie e si voltò a fissare la porta.
Osservò l'orologio. Ancora cinque minuti e sarebbe andato via.
Non gli interessava il tipo di pasticcio in cui Scott si era andato a ficcare un'altra volta. E in quel momento non avrebbe potuto essere di grande aiuto al suo fratellino, in ogni caso, visto avrebbe voluto strozzarlo.
Un'ora e mezza d'auto per andare nel cetro di Calgary, nel momento in cui di solito partivano le mucche. E tutto perché lui era in crisi. Una questione di vita o di morte, aveva detto al telefono.
Ma allora, se era così importante, adesso lui dov'era?
E se era una questione di vita o di morte, perché gli aveva chiesto di non indossare i jeans con i buchi? E di mettersi fli stivali puliti? Chi mai avrebbe pensato a sciocchezze del genere, in una situazione tanto seria?
Una questione di vita o di morte poteva significare il pronto soccorso dell'ospedale, non l'ufficio aperto al pubblico delle 'Francis Cringle'.
E adesso lui era lì, con i pantaloni stirati, una camicia pulitae gli stivali e il cappello migliori, mentre due sconosciute ridevano di lui e suo fratello era scomparso chissà dove.
Resistette a fatica all'impulso di prendere e andarsene.
- Derek Hale? - lo chiamò una signora alta e distinta entrando nella sala.
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Una vacanza insolita - Sterek
FanfictionUna breve vacanza nella tenuta della famiglia del suo migliore amico, delle foto che cambiano la vita o è solo un'illusione? I progetti di riposo si sciolgono come neve al sole dopo aver visto il proprietario Derek Hale. La decisione da prendere è...