Capitolo 27

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Sebastian

Gli anni erano passati molto velocemente.
La mancanza di Lucinda si faceva sentire ogni giorno di più nel mio cuore.

Uscii dalla mia camera e scesi la rampa di scale. Udii delle voci provenire Dalla Sala Delle Riunioni.

"Attaccheremo il suo castello oggi" disse la voce che riconobbi essere quella di mio padre.
"Chiamo Mestex?" Chiese Jared. "No, non mi perdonerei mai se gli succedesse qualcosa" replicò, mentre lo sentivo sospirare.

Dopodiché mi allontanai. «Che castello voleva attaccare?» pensai, mentre uscivo da palazzo, per prendere un po' d'aria fresca.

Respirai a pieni polmoni. Cominciai a camminare per la foresta, iniziando a rilassarmi.

Amavo quest'ultima, mi faceva sentire libero.
Dopodiché vidi una specie di santuario. «Mamma» pensai avvicinandomi a quest'ultimo e appoggiando una mano sulla pietra che le faceva da tomba.

Abbassai il capo, lasciandomi sfuggire una lacrima. Non me la ricordavo bene. E questo mi distruggeva.

"Sebastian!" Gridò la voce di mio padre. Mi girai di scatto. Lo vidi camminare a passi veloci verso la mia direzione.

"Vieni dentro, è quasi pronta la cena" affermò sorridendomi. Annuii, dopodiché cominciai a dirigermi verso il castello.

Joseph

Aspettai che mio figlio se ne fosse andato per iniziare a parlare con Lucinda. "Ehi Lucinda" iniziai, mentre mi maledivo mentalmente per non aver trovato delle parole migliori.

Abbassai il capo. "Mi manchi" sussurrai, stringendo la pietra bianca. "Ogni secondo" continuai, mentre sentivo una lacrima solitaria bagnarmi la guancia.

"Sebastian assomiglia sempre di più a te" continuai ancora, mentre ripensavo al suo viso angelico.

Sospirai. "Non ti meritavi tutto questo, ma sappi una cosa, ti vendicherò" soffiai, mentre mi allontanavo dalla sua tomba.

Camminai per un sentiero. In lontananza intravidi una specie di piccola grotta. Sorrisi e aumentai il passo.

Entrai dentro questa e mi sedetti a gambe incrociate. Sul muro, incisi su una tavoletta dello stesso bianco della tomba di Lucinda, era inciso un nome: 'In memoria della piccola Eleanor Victoria Carter'.

"Ciao tesoro" sussurrai, mentre appoggiavo una mano sulla tavoletta. "So che vengo qui ogni giorno, ma non sai quando avrei voluto conoscerti" affermai, mentre guardavo il soffitto della grotta per impedire alle lacrime di scendere.

"Non meritavi nemmeno tu tutto questo". Detto ciò mi alzai. Mi asciugai il viso e feci un bel respiro.

"Ci vediamo domani, mia piccola principessa" dissi ancora, prima di uscire. Camminai ancora per il sentiero, fino ad arrivare davanti al mio castello.

"Re!" Urlò il mio beta Jared, mentre avvinghiato al suo braccio c'era un bambino.

"Oh Adam, va a giocare" continuò. Il bambino cominciò a ridere e a correre verso l'uscita laterale del castello. Sorrisi e scossi la testa.

"La pagina è stata tradotta" ammise, facendomi sgranare gli occhi. "Fantastico, allora cos'è quella faccia?" Chiesi, aggrottando la fronte.

"Il castello di Kader è invisibile, non sappiamo come spiegarlo" disse abbassando la testa.
"Invisibile?" Domandai, mentre sentivo la mia rabbia crescere a dismisura.

"Oh Jared, sono passati quindici maledetti anni da quando Lucinda è morta, ed è da tutto questo tempo che aspetto di uccidere quell'infame di Kader, e ora tu mi dici che il suo castello è invisibile?" Dissi, cercando di stare calmo. Lui indietreggiò spaventato.

"Cercheremo di rintracciarlo" affermò, mentre si allontana velocemente da me. Percorsi i corridoi che ormai conoscevo da una vita.

"Papà? Non vieni a mangiare?" Domandò Sebastian. Mi girai e gli sorrisi.

"Certo, però più tardi" dissi, dandogli una leggere pacca sulla spalla. Lui mi sorrise e ritornò in sala.

Mi girai e continuai a camminare, fino a ritrovarmi davanti la porta della Sala Delle Riunioni.

La aprii in tutta fretta. Ritrovai Sean che mi stava aspettando in piedi. "Allora? Come faremo ad ucciderlo?" Domandai, guardandolo intensamente negli occhi.

"Dobbiamo creare una pozione, che lo distrugga da dentro" rispose, indicandomi una pagina del libro.

"Hai tutti gli ingredienti?" Chiesi, mentre lui annuiva. "Finalmente una buona notizia" sospirai, sedendomi sulla mia sedia.

Dopodiché il mio beta fece un inchino e, prendendo il libro, uscì dalla stanza. «Kader, preparati» pensai, mentre un sorriso sadico prendeva possesso delle mie labbra.

Uscii a mia volta dalla sala. Andai verso quella dove avrei cenato. 'Alpha, attaccheremo stasera il castello di Kader?' Chiese Jared, tramite il collegante mentale.

'' riposi, sedendomi accanto a mio figlio.
"Ho sentito che attaccherai un castello" disse quest'ultimo, guardandomi incuriosito e preoccupato allo stesso tempo.

"Da chi l'hai sentito?" Domandai, mentre guardavo la sala davanti a me. "Ho semplicemente origliato" rispose, scrollando le spalle.

"Voglio venire con te" continuò, mentre mi soffocavo con il vino. "Scordatelo" ringhiai, mentre lui mi guardava con sfida.

"Sebastian, no" ripetei, mentre lui continuava a fissarmi. "Ti potrei aiutare" sussurrò, mentre sentivo la sua speranza aumentare.

"No" risposi secco, mentre lui abbassava il capo e ritornava a magiare.

«Non perderò anche lui» pensai, mentre lo guardavo. I capelli neri, come quelli di Lucinda, gli ricadevano lungo le guance, gli occhi azzurro ghiaccio, come i miei, erano concentrati ad ammirare il piatto che aveva davanti.

Sospirai ricordandomi di Lucinda.
"Che hai?" Mi chiese Sebastian. "Niente" gli risposi, mentre chiudevo gli occhi, cercando di rilassarmi.

"Stai pensando alla mamma, vero?" Domandò, facendomi riaprire di scatto gli occhi.

"Sì" dissi solamente, mentre lui mi guardava tristemente.

"Non voglio perdere anche te" ammise, mentre abbassava il capo. Rimasi sbigottito.
"Non mi perderai, te lo prometto" dissi, mentre gli sorridevo. Lui ricambiò e continuò a mangiare.

«Non mi perderai, questo mai» pensai, guardandolo. Dopo pochi minuti mi alzai.
"Sebastian, devo andare" lo avertii, mentre lui annuiva lentamente.

Mi dispiaceva lasciarlo, ma dovevo. Camminai a grandi falcate tra i tavoli, dopodiché uscii.

"Pronto?" Mi chiese Jared. "Certo, l'esercito?" Domandai, guardandomi intorno.

"È fuori" mi rispose, mentre si incamminava verso la porta principale, per poi uscire. Imitai i suoi movimenti, fino a ritrovarci entrambi fuori.

Guardai il mio esercito. Era composto da migliaia di uomini. Sorrisi, pronto alla battaglia. "D'accordo, andiamo!" Gridai, mentre i miei uomini iniziarono a muoversi.

Joseph non sapeva come sarebbe andata a finire quella battaglia. Non sapeva nemmeno cosa Kader avesse messo in serbo per lui. Ma di una cosa era sicuro.

Avrebbe vendicato la sua amata Lucinda.







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Eccomi!

Spero di farmi perdonare con questo capitolo.

Ora ho paura che qualcuno di voi non legga più i capitoli visto che ho fatto morire Lucinda.

Io vorrei che leggeste questa storia fino alla fine.

So che ora mi odierete male, ma spero di farvi cambiare opinione.

Mi spiace ancora.

A domani.

The Alpha King: The BeginningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora