Capitolo 8

2.4K 140 15
                                    

Lucinda

Arrivarono le portate. Era la prima volta che mangiavo un pasto caldo.

Cominciai a mangiare, era buonissimo. "Tutto ok?" Mi chiese Joseph, mentre aggrottava la fronte.

"Sì, è solo che è la prima volta che mangio un pasto caldo, quando ero nel castello di.." cominciai a raccontare, ma lui mi fermò subito.

"Non dire quel nome, ti prego" affermò chiudendo gli occhi e stringendo i pugni. "D'accordo, scusa" ammise, abbassando gli occhi sul piatto.

"No, no, ehi, continua a raccontare" sussurrò, prendendomi il viso tra le mani.

Gli sorrisi timidamente e continuai: "Dicevo, quando ero al castello di tu sai di chi parlo, non mangiavo pasti caldi, ma solo gli avanzi".

Lui mi guardò sconvolto. "Nel mio castello non si trattano così gli schiavi, anzi, noi gli chiamiamo 'gli aiutanti', guarda laggiù" disse, indicandomi un piccolo tavolo dove c'erano degli uomini delle donne.

Parlavano felici tra loro, i loro vestiti erano candidi. "Wow" affermai meravigliata.

"Pensavo che.." cominciai.
"Che fossi un mostro e che trattassi male le persone? Prima ero così, ma dopo averti incontrata è cambiato tutto" sussurrò sorridendomi e prendendomi la mano.

"Andiamo a dormire, è tardi" continuò alzandosi e conducendomi fuori dalla sala.
Camminammo per pochi metri e una voce ci interruppe.

Joseph

"Alpha".Mi girai e vidi Jared. Alzai gli occhi al cielo e guardai Lucinda.

"Potresti andare in camera? Ti raggiungo dopo" soffiò, sperando non diventasse triste.
Ma fu così.

"Va bene" sussurrò abbassando gli occhi e, a passo lento, si avviò verso la sontuosa rampa di scale.

"Dimmi Jared" dissi ringhiando. Odiavo essere interrotto quando ero con la mia compagna.

"La frase.." sussurrò, come per paura che lo sentissi. "Si, la frase, cosa significa?" Chiesi incrociando le braccia al petto.

"La Guerra Delle Cinque Lune" disse scuotendo il capo. "È la guerra tra umani e licantropi accaduta anni fa!" Gridai, facendo indietreggiare Jared di qualche passo.

"Sì, ma non ne capisco il senso" disse quest'ultimo, scuotendo la testa. "Aspetta" dissi chiudendo gli occhi e concentrandomi per cercare un collegamento tra Bjorn e la guerra.

"È lì che è stato maledetto" continuai, guardando il mio beta negli occhi.

"Nel campo di battaglia?" Domandò il diretto interessato, sgranando gli occhi. "No, almeno non credo" risposi, scuotendo la testa.

"Cosa vuole fare?" Chiese ancora, mentre mi guardava intensamente negli occhi. Ricambia lo sguardo e alzai le spalle. "Non ne ho idea".

"Ora, se mi vuoi scusare, vado" continuai, salutandolo con un cenno della mano e avviandomi alla volta della rampa di scale.
La percorsi, per poi ritrovarmi al primo piano.

Camminai con passo leggero, visto che era sera tarda e tutti stavano dormendo. Aprii la porta della mia stanza e trovai Lucinda dormiente sul letto.

Sorrisi e le andai vicino. Le accarezzai una guancia, era vellutata come la seta.

Il suo profumo poi, era qualcosa di inebriante.
Aprì lentamente gli occhi e, appena mi vide, si allontanò di scatto.

"Cavolo! Vuoi farmi morire?" Domandò, mentre si portava una mano sul cuore e cominciava a fare dei respiri profondi. Sghignazzai.

"Ti diverti?" Continuò, incrociando le braccia al petto. "Sì, un pochino" risposi guardandola divertito, beccandomi un cuscino in faccia.

"Non avresti dovuto farlo" affermai, lanciandole un cuscino a mia volta, che lei schivò prontamente.

"Pensavo fossi più bravo" disse lei, cominciando a stuzzicarmi. La guardai.

"Ma lo sono" dissi andandole incontro e prendendola tra le braccia, dopodiché la appoggiai al davanzale della finestra. "Presa" continuai, mentre il mio viso si avvicinava repentinamente al suo.

Sorrise, mente le sue guance divenivano di uno splendido colore rosso pomodoro. "Vuoi baciarmi?" Chiese con quella sua voce angelica che potevo riconoscere tra mille.

"Ti vorrei fare tante cose ma sì, come prima cosa vorrei baciarti" dissi sorridendo.

"E marchiarti" continuai, guardando con desiderio il suo collo. Lei se lo coprì con una mano.

"Questo quando sarò pronta" disse. "Certo" replicai, tentando di mascherare la tristezza di quel momento.

Lei se ne accorse, così mi prese il viso tra le mani. "Non essere triste" sussurrò guardandomi dolcemente, provocandomi dei brividi.

"Se me lo dici così, sta sicura che non lo sarò mai" affermai sorridendo e facendole alzare gli occhi al cielo.

"Andiamo a letto?" Propose lei, guardandomi.
"Va bene" dissi mettendola giù e avviandomi verso il letto.

Lei imitò i miei movimenti, così da ritrovarci entrambi sotto le coperte. "I lividi sono quasi scomparsi" dissi guardano la sua pelle chiara.

"Sì, anche se ci hanno messo un po' a guarire" disse sospirando. "Che c'è?" Chiesi, mentre aggrottavo la fronte.

"Tempo fa, ero un licantropo, potevo trasformarmi e fare quello che volevo ma poi, un giorno, dopo che i miei morirono, Bjorn si è fatto avanti, fingendosi un mio parente lontano, così mi portarono al suo castello" cominciò, mentre vedevo i suoi occhi inumidirsi.

"Continua" la incitai, mentre le prendevo la mano, cercando di consolarla come meglio potevo.

"Dopo cominciai a lavorare, era orribile, sopratutto perché Bjorn mi trattava male" soffiò, mentre una lacrima solitaria le solcava il viso.

"Quanti anni avevi quando ti portarono al castello?" Chiesi, socchiudendo gli occhi.
"Cinque" rispose lei, girandosi di lato per nascondere le lacrime.

"Cinque?" Gridai incredulo. «Era poco più che una bambina!» pensai schifato, Bjorn era proprio un mostro senza cuore e senza sentimenti.

"Mi dispiace, non posso capire quello che hai passato" le dissi, mentre le posavo una mano sulla spalla.

"Posso farti una domanda?" Domandò ad un certo punto. "Certo" risposi stralunato dal suo atteggiamento.

"Ti vergogni ad avere una compagna come me, vero?" Chiese, mentre sentivo la sua tristezza aumentare sempre di più. "No, anzi, sono felice di una avere una compagna come te al mio fianco" ammisi.

Dopo quelle parole si girò e mi guardò. I suoi occhi erano rossi e tristi. "Come puoi essere felice?" Chiese, con ancora la voce rotta dal pianto.

"Perché tu sei una guerriera, una persona che sa cogliere il senso della vita in modo unico, come una vera e propria Regina" dissi felice.

Il suo viso si illuminò, amavo vederla felice.
"Grazie Joseph" disse, accoccolandosi a me.

"Non avevo mai incontrato un uomo giusto come te, fino ad ora" ammise, mentre le sue palpebre si chiusero lentamente.

«Sono io che non ho mai incontrato una donna come te, fino ad ora» pensai, chiudendo gli occhi e addormentandomi.






~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Eccomiii!

Piaciuto il capitolo?

Se avete da farmi qualche critica sul modo in cui scrivo, fatemela!

Durante la scuola spero di pubblicare

Alla prossima!

The Alpha King: The BeginningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora