Capitolo 23

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Joseph

Rimasi sbigottito. Avevo davanti il compagno della Dea Luna. Deglutii. "Cosa centrava Lucinda nei tuoi piani allora?" Chiesi, mentre stringevo i pugni.

"La mia dolce compagna è simile a Lucinda, e ci tiene molto a quest'ultima, mi sono vendicato, anche se non direttamente" affermò, accarezzandosi la barba.

"Tu sei un mostro" soffiai, mentre lo guardavo in cagnesco. "Sono o non sono il Dio Dell'Oscurità?" disse, cominciando a ridere.

"Ti sconfiggeremo" sibilai serio e convinto di quello che stavo dicendo. "No, non ce la farai" disse, facendomi innervosire.

"Perché no?" Chiesi, mentre mi avvicinavo a quest'ultimo. "Pensi davvero che ti dica il segreto di come uccidermi?" Domandò, mentre alzava un cipiglio. Ringhiai.

"Andatevene se non volete morire" continuò, mentre scompariva dalla nostra vista. "Direi che siamo davvero messi male" commentò Mestex.

"Già" replicai io, mentre lo guardavo negli occhi. "Andiamocene" continuai, mentre cominciavamo a dirigersi verso la porta.

"Mestex, in che libro hai letto la leggenda Del Dio Dell'Oscurità e Della Dea Luna?" Chiesi ancora, mentre Mestex mi guardò.

"Lux quod tenebris: Novae Terrae" sussurrò tranquillante. "Dovrebbe esserci nella mia libreria" commentai, mentre gli altri annuivano. Continuammo a camminare nella foresta.

Il sole era coperto da delle nuvole abbastanza scure e spesse. Sbuffai. "Che hai?" Domandò Samuel, mentre mi guardava corrucciando la fronte.

"Nulla" risposi a denti stretti. Accelerai il passo, così da superare tutti. "Abbiamo solo perso tempo" dissi a bassa voce, come per paura che gli altri sentissero.

"Joseph, non abbiamo perso tempo, almeno ora sappiamo che Bjorn è controllato dall'Ombra, o meglio, da Kader" affermò Mestex, in un sussurro.

"Già, ma non l'abbiamo ucciso" ringhiai, mentre vedevo con la coda dell'occhio i due uomini abbassare il capo.

Non salutai nessuno e mi diressi a passo svelto verso l'interno del mio castello. Percorsi con molta fretta la rampa di scale fino ad arrivare davanti alla porta della mia camera.

La aprii frettolosamente, ritrovando la mia compagna seduta sul letto che leggeva un libro.
"Piccola" dissi attirando la sua attenzione. Alzò la testa e, appena mi vide, sorrise.

"Joseph, tutto ok?" Chiese, guardando la mia espressione facciale. Scese dal letto e si diresse verso di me. "Vieni qui" dissi semplicemente, aprendo le braccia.

Lucinda ci si catapultò subito e mi abbracciò. Le accarezzai i capelli e aspirai il suo buonissimo profumo. "Mi sei mancata" soffiai, stringendola ulteriormente a me. Lei si staccò da me e sorrise.

"È successo qualcosa?" Domandò, mentre mi guardava preoccupata. "Ho scoperto alcune cose davvero impossibili da credere" ammisi, mentre mi sedevo sul letto.

Lei si sedette sopra di me e appoggiò la sua testa nell'incavo del mio collo. "Cos'hai scoperto?" Chiese. "Beh, ho conosciuto il compagno Della Dea Luna" risposi, iniziando a ridere.

Alzò la testa e mi guardò sconvolta. "Davvero?" Chiese con occhi sgranati. "Sì" sussurrai, mentre abbassavo il capo. Non volevo dirle che proprio il compagno Della Dea Luna l'aveva violentata. Ma dovevo.

"Lucinda, ti devo dire una cosa" continuai, mentre lei aggrottava la fronte. "Dimmi" disse, prendendomi la mano e stringendola.

"Non è stato Bjorn a violentarti, ma Kader, il Dio Dell'Oscurità, nonché compagno il Della Dea Luna" dissi, mentre sentivo il suo corpo irrigidirsi. La guardai negli occhi.

"È impossibile, era proprio Bjorn" affermò con il labbro tremante. "Sai della maledizione?" Domandai, mentre lei annuiva.

"Bjorn è controllato dallo spirito di Kader" sussurrai, mentre dai suoi occhi iniziavano a scendere delle lacrime.

"Perché l'ha fatto? Non c'entro nulla con questo Kader" soffiò, mentre calde lacrime le rigavano il viso.

"Ehi, ascoltami" dissi prendendole il viso tra le mani. Lei alzò gli occhi nei miei. "L'ha fatto perché è un mostro" continuai, asciugandole il viso bagnato.

"Ti prometto una cosa, nessuno ti farà più del male" sussurrai, appoggiando la sua testa sul mio petto.

"Grazie" disse stringendo la mia maglia tra le dita. "Stai bene?" Le chiesi, sperando in una risposta positiva.

"Abbastanza" rispose con ancora la voce rotta dal pianto.

"Come sta nostro figlio?" Domandai ancora.
Lei alzò nuovamente la testa, facendo così scontare i nostri occhi. Mi sorrise dolcemente.

"È come il padre" disse circondandomi il collo con le braccia. Sghignazzai e chiesi: "Ah, e come mai?".

"Non sta fermo un attimo" sussurrò, avvicinandosi sempre di più al mio viso. "Sai, non dovresti provocarmi" affermò, alzandomi con molta calma dal letto, con ancora lei tra le braccia.

Camminai fino alla finestra e la appoggiai sul davanzale di questa. Unii le nostre labbra.
Quando sentii le sue sottili entrare in contatto con le mie, mi rilassai subito.

Approfondimmo il bacio, mentre lei stringeva i miei capelli castani tra le sue dita. Io le strinsi i fianchi, con forza controllata, senza farle del male.

Bussarono alla porta. Mi staccai da lei. "Chi diavolo c'è?" Gridai, in modo che la persona dall'altra parte della porta mi sentisse.

"Alpha, abbiamo trovato il libro!" Urlò una voce, che riconobbi essere quella del mio beta Sean.

Guardai negli occhi Lucinda. Lei capì all'instante. "Mi dispiace" dissi appoggiando la mia fronte sulla sua.

Lei come tutta risposta appoggiò la mano sulla mia guancia, provocandomi dei brividi. "Non devi dispiacerti, sei un'Alpha, anzi, Il Re Degli Alpha e hai molte responsabilità" ammise guardandomi dolcemente.

"Cosa farei senza di te?" Domandai, mentre la abbracciavo piano. Lei mi sorrise e ricambiò l'abbraccio. "Non lo so" rispose iniziando a ridere.

Chiusi gli occhi e ascoltai quel meraviglioso suono. "Ci vediamo a cena allora" dissi, baciandole la fronte e aiutandola a scendere dal davanzale.

"Va bene" Disse a sua volta, facendomi l'occhiolino. Dopodiché uscii dalla porta, ritrovandomi davanti Sean.

"Avete scoperto come uccidere Kader?" Chiesi, mentre lui scuoteva la testa. "E allora perché mi hai chiamato?" Domandai fermandomi, mentre lui si girava verso di me.

"Ci serve il suo aiuto" soffiò solamente, mentre cominciava nuovamente a camminare. Grugnii ma lo seguii.

Scendemmo in tutta fretta la rampa di scale.
Dopodiché arrivammo davanti alla porta della Sala Riunioni. Sean la aprii. Mi diressi dentro la stanza, vedendo Samuel, Mestex e altri miei lupi.

"Beh, mettiamoci al lavoro" affermai, sedendomi sulla sedia posta a capo del tavolo.









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Eccomi!

Piaciuto il capitolo?

Che ne pensate di Joseph?

Alla prossima!

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