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Le ore successive trascorsero nella monotonia. L'unica attività degna di nota fu il lavoro di carpenteria che Ziggy e Gus fecero al piano superiore. Davanti alla porta della stanza di Joe Grimes misero una tavola di legno alta quanto un femore. La inchiodarono agli stipiti, così che i cani non potessero uscire e gli spettatori paganti potessero godersi lo spettacolo. Spostarono anche il letto a due piazze in un angolo, così da recuperare un po' di spazio.

Verso le 22.15 iniziarono ad arrivare i primi invitati. Il prato spelacchiato davanti casa si riempì di pick-up, auto e moto. La bicocca di Hunter si riempì di brutti ceffi. Entravano, si guardavano intorno e salivano al piano di sopra. Ozzy arrivò con loro e i ragazzi lo accolsero come il figliol prodigo. Bowie gli affibbiò una pacca sulla spalla, come a dirgli che non ce l'aveva con lui.

Alle 22.37 arrivarono sei tizi con altrettanti cani, tutti pitbull terrier. Uno aveva zampe muscolose come le braccia di Bowie. Ozzy disse a Joey: «Cazzo gli danno da mangiare, tibie e steroidi?»

«Mouser lo farà a pezzi», disse Joey.

Ozzy non parve convinto. Mouser sembrava la versione canina di Bowie, ma il nuovo arrivato pareva cattivo come la peste. Camminava a testa alta, le orecchie dritte, e pareva un bullo pronto ad attaccar briga al primo futile pretesto.

Quando i cani passarono accanto alla stanza dove stavano Mouser e compagni, scattarono come degli assatanati, abbaiando e strattonando i guinzagli. Vince condusse cani e padroni nella stanza di Hunter, che per l'occasione fu adibita a sala d'attesa, e disse ai bulli su due zampe di mollare lì dentro i cani. Poi Ziggy e Gus fecero uscire dalla stanza di Joe Grimes Mouser, Ryder, Wolf, Tinny, e Spike per chiuderli nel cesso. Lasciarono nel recinto il solo Buster, andarono dagli ultimi arrivati e gli dissero di scegliere il primo dei loro da mandare dentro.

«Inizio io», fece un tizio dalla pelle butterata.

Sembrava si fosse spalmato una pizza ai peperoni sulla faccia. Andò a prendere il suo cane. Vince iniziò a prendere le puntate e parecchi dollari passarono di mano. Chiuse le scommesse, disse al tizio di buttare il cane nel recinto. Il tizio gli levò il collare, lo sollevò prendendolo per i fianchi e lo posò nella stanza. I due pitbull si studiarono per un po', poi iniziarono a gironzolare per la stanza. D'un tratto decisero di non starsi simpatici e si fiondarono l'uno sull'altro. Buster lottò con tutte le forze, ma l'altro pitbull lo mise col culo per terra. Prima che gli desse il colpo di grazia, Vince e il padrone dell'altro cane saltarono nel recinto e li separarono.

Buster era conciato male. Vince lo portò via e pagò le puntate vincenti. Tinny sfidò un terrier con una grossa macchia circolare intorno all'occhio destro e lo fece nero. Gli azzannò il collo e glielo lasciò solo quando l'altro smise di agitarsi. Il pitbull che entrò dopo sfidò Wolf e gli fece il culo. Anche Ryder e Spike presero parecchi calci in culo dai rispettivi sfidanti. Alla fine del penultimo incontro, Joey prese Vince da parte.

«Dai la roba a Mouser», disse.

«Quanta devo dargliene?» chiese Vince.

«Tutta.»

«Non è che lo facciamo secco?»

«Allora dagliene metà. E speriamo che basti.»

Vince si dileguò lasciando a Joey il compito di gestire le scommesse. Joey prese le puntate, e siccome la squadra ospite stava distruggendo la squadra di casa, non fu difficile far salire le quotazioni del pitbull che avrebbe sfidato Mouser. Vince uscì con Mouser al guinzaglio, e gli ospiti assiepati ai lati del corridoio come una guardia d'onore lo scrutarono con grande attenzione mentre passava. Vince lo sollevò e lo mise nel recinto, poi gli tolse il guinzaglio. Mouser iniziò a esplorare e marcò un paio di volte il territorio.

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