Capitolo 6

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I raggi del sole irrompono nella mia stanza, ma non mi svegliano dato che sono già da diverse ore ormai. Non sono riuscita a dormire bene, mi giravo e rigiravo nel letto, infatti mi sono alzata presto e dopo aver ripetuto non so quante volte cosa dire a mio padre mi sento, almeno credo, di essere pronta mentalmente per affrontarlo nei migliore dei modi.
Faccio un respiro per cercare di cacciar via tutta l'ansia e la tensione possibile.
Apro la porta della mia stanza e mi fermo perché sento la voce di mio fratello Adhan e mi sento sollevata, di sicuro capirà e mi aiuterà finché mio padre capisca la mia situazione.
Scendo felice del fato che ci sia lui, mi sento molto più combattiva e sicura di me.
<<As-Salamu 'alaikum wa rahmatu llahi wa barakatuhu.>> saluto abbozzando un sorriso ed entro nella sala da pranzo. Vado da mio padre e gli do un bacio sulla guancia e faccio lo stesso con mio fratello.
<<Salam Aleik.>> rispondono in coro e la cosa mi fa sorridere. Forse perché sono sicura che riuscirò a convincere mio padre con l'aiuto di mio fratello.
<<Papà volevo scusarmi per il comportamento che ho avuto ieri alla tua lezione di Corano. Perdonami se ti ho in qualche modo ti è sembrato irrispettoso e fuori luogo. Scusami davvero tanto se ti ho mancato di rispetto, ma credimi non era mia intenzione.>> dico guardandolo dritto negli occhi e con la speranza che possa davvero perdonarmi, anche se non mi sento di aver mancato di rispetto e stranamente non mi sento per niente in colpa.
<<Ti perdono Jelena Muna.>> quando pronuncia le prime due parole nella mia mente faccio il ballo della gioia. Sì grazie Allah.
<<Quindi potrò andare a scuola, vero?>> domando speranzosa.
<<No. Tra tre mesi ti sposerai e chiedermi scusa non cambierà la tua vita futura.>> mi guarda con quel viso serio e nella sua voce si sente la fermezza delle sue parole.
<<Papà ma tu mi hai promesso...>>
<<Basta Jelena. Sei una donna e devi solo ubbidire senza aggiungere altro, senza ribellarti. Devo solo eseguire ciò che papà tu dice ed essere felice per ciò che ha scelto per te.>> mi rimprovera mia fratello. Lo guardo quasi con la bocca aperta. Sono sbalordita. È vero, non è stato mai amorevole con me, però perché usare questo tono?
<<Come posso essere felice se non ho scelto io questa vita?>> sbotto e ricevo uno schiaffo da mio fratello, facendomi cadere. Mentre sono a terra sento un urlo di mia sorella Zeina. Mi volto e vede che piange dicendo a mio fratello che è cattivo perché mi ha picchiata.
Adhan viene verso di me e mi alza da terra tirandomi con i capelli, sento un male tremendo, ma non urlo per non far piangere ancora di più Zeina.
<<Hai capito Jelena? Non rispondere a tuo padre insolente.>> mi dà un altro schiaffo facendomi ricadere di nuovo. Mi tocco il labbro perché sento il sapore del sangue.
<<Noooooo.>> urla la mia sorellina e io mi volto dicendole di andare da Raja e che la raggiungo presto. Lei viene verso di me asciugandomi il sangue dalle labbra mentre il suo viso e pieno di lacrime. Povera Zeina a vedere tutto questo per causa mia. Mi dispiace sorellina mia.
<<Zeina va subito da tua madre.>> dice poi mio fratello con un tono minaccioso.
<<No perché tu picchi mia sorella.>> risponde con quel tono innocente e pieno d'amore.
Mio fratello si avvicina e io subito allontano Zeina da me facendola cadere. La guardo dispiaciuta. Lui mi tira su mettendomi le mani al collo e stringendo forte. Guardo mio padre in cerca di aiuto, ma lui non dice nulla.
Sento mancare l'aria, non riesco più a respirare. Sento solo le urla di mia sorella e penso solo Zeina va via ti prego, non guardare mente muoio. La cosa assurda è che preferisco morire piuttosto sposarmi.
<<Adhan lasciala.>> interviene Anisa allontanandolo da me. Le lacrime non smettono di scendere dal mio viso. Tremando mi tocco il collo che mi fa un male tremendo. Guardo mio fratello e mio padre con odio e disprezzo.
<<Mamma togliti di mezzo. Questa ragazzina deve capire il suo posto e soprattutto imparare a ubbidire.>> esorta Adhan.
<<Vedi Zeina? Sta tremando e guarda Jelena Muna non respira quasi.>> grida verso suo figlio e guarda in malo modo mio padre. Prende le mie difese? Non ci credo.
<<Parlerete dopo solo voi tre.>> ecco sembrava strano.
<<Andate via.>> risponde mio padre guardando solo la moglie e Zeina.
Non appena siamo fuori Anisa dice di andare in bagno con Zeina e riprenderci.
<<Adhan e papà sono cattivi.>> mi dice la piccola e io non riesco a dire una parola in favore di loro o a trovare una scusa per ciò che è successo. Sono stata una cretina a credere che mio fratello mi aiutasse con mio padre.
Sento mio padre dire che esce così decido di uscire dal bagno.
<<Andiamo a fare colazione, sono affamata.>> dico sorridendo mentre sono nauseata solo al pensiero di vedere il cibo. Anche se sono senza forza, la prendo in braccio e con molta fatica mi dirigo verso la cucina.
Appena entro in cucina e mia madre mi vede inizia a piangere come una bambina. Raja viene verso di me abbracciando me e Zeina.
<<Cosa ti hanno fatto bambina mia.>> dice piangendo e avanzando verso di me. Mi tocca il labbro spaccato e la guancia rossa. Poi appena vede il mio collo si porta le mani sulle labbra sconvolta.
<<Sto bene mamma. Sto bene.>>
<<Non cederò a sposarmi per un paio di schiaffi.>> dovranno picchiarmi a vita perché io non mi sposo.
<<Jelena non dire così. Devi solo rispettare, essere onorata e soprattutto obbedire alla volontà di tuo padre. Ti ha trovato un buon partito e sicuram...>>
<<No mamma, mi dispiace ma non lo farò mai. Io voglio sposarmi con la persona che amo, ma voglio continuare a studiare prima. Non voglio bruciare le tappe.>> le dico quasi urlando dalla rabbia. Non posso pensare che non mi appoggi. Ma anche sola ci riuscirò. Ne uscirò da questo inferno ne sono sicura. Papà non vincerai tu. Non mi sposerò.
<<Non puoi opporti.>> sentenzia Anisa entrando in cucina. Con lo sguardo fulmina prima mia madre per poi passare a me. Mia madre subito abbassa la testa, mentre io la guardo sfidandola apertamente. Ti ricordi mia cara che non mi incuti ben che minimo timore.
<<Tra tre mesi ti sposerai comunque. Puoi fare ciò che vuoi e opporti quanto vorrai. Tuo padre decide della tua vita e lui ha deciso che ti sposerai.>> mi fa un sorriso di sfida, ma io non cedo. Le passò accanto, mi fermo, la guardo per l'ultima volta e mi dirigo nelle mia camera senza nemmeno rispondere alla sua provocazione. Lo faccio soprattutto per mia madre, per non farla punire da mio padre.
La giornata passa in fretta e prima di cena viene Anisa nel riferirmi che mio padre non vuole che ceni con loro, e che dovrò consumare da sola la mia cena stando nella mia stanza. Le ho risposto di non preoccuparsi perché non avevo nemmeno fame. Mi ha informato anche che ha proibito alle altre di venirmi s trovare. E che chi l'avesse fatto sarebbe stato punito e che avessi aperto a Zeina sarebbe stata punita.
Non aggiungo alcuna parola a riguardo perché ho capito che mio padre ha deciso di rendermi la vita un inferno. Sa che per punirmi deve toccare mia sorella. È solo un uomo meschino e subdolo.
<<Jelena.>> la voce di mia sorella mi fa sobbalzare alla realtà. Non le rispondo.
<<Sorellona sono Zeina.>> mi dispiace sorellina.
<<Jelena dormi?>> amore mio come vorrei risponderti, ma non posso. Lo faccio per proteggerti.
<<Va bene vado via. Buonanotte Jelena. Ti voglio bene.>> saluta e va via.
Buonanotte Zeina. Penso.
Non appena mi appoggio sul letto crollo in un sonno profondo con una sola speranza nel profondo del cuore, che quando aprirò gli occhi  domattina rendermi conto che è stato tutto un sogno. Orrendo e meschino sì, ma comunque un sogno.

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