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E pensare che sono io quella matta. Perchè invece i miei non sono matti, vero? Diventare degli 007 non è da matti... noooo... Assolutamente. Santo Odino! Ma chi è che ha avuto questa genialata? Chi è? Chi è stato il genio incompreso che ha detto "si" per primo? Ci mettono in pericolo tutti! Tutti! E poco m'importa di avere un sacerdote mezzo morto di 3000 anni con i super poteri in casa, roba che persino Spiderman e Batman impallidirebbero. Sospiro.  Sono in soggiorno, e continuo a fare avanti indietro sul pavimento, camminando e sospirando; se vado avanti così ci scaverò una fossa. Imhotep è seduto sul divano; ha una copia di "Ramses II" sulle ginocchia; le sue mummie stanno passando l'aspirapolvere e una sta tentando di capire come funziona la lavastoviglie. Solleva lo sguardo.
"Hai finito? Mi stai facendo venire l'emicrania..." mi dice, sollevando lo sguardo.
"Senti, i miei sono via da ehm... tre giorni? Io sto per avere un attacco di crisi isterica, perchè non so quando tornano, non so se tornano con la testa al suo posto, non so se verrà qualche pazzo psicopatico a cercare di ammazzarci, e, con tutto il dovuto rispetto,  io e mio fratello non riteniamo prudente stare soli con te in casa, per i motivi ovvi che tu conosci! " gli dissi, senza riprendere fiato.
"Sei solo preoccupata. È normale essere preoccupati!" Mi dice, calmo.
"Nell'antico Egitto non c'era James Bond! La fai facile!" Gli rispondo.
"Chi, scusa?" Mi chiede perplesso.
"E poi, perchè tu parli e loro -riferita alle altre mummie - fanno solo "āāāh"? Mi sembra di diventare matta!" Gli dico, mettendomi le mani nei capelli.
"Vieni a sederti. Ho trovato un bel libro su un certo Giulio Cesare", mi dice.
"Tu per caso non è che eri anche architetto?" Gli chiedo.
"Ohh no... no, "Imhotep" era abbastanza diffuso come nome. Di sicuro, comunque, il mio sui libri non c'è. " , aggiunge.
"Anche perchè Ramses III che abbiamo ammazzato non è che abbia fatto chissà che...", dice.
"No aspetta... Ramses III? Ma non avevate uccido sethi I?" Gli chiedo, sorpresa. "Mia madre mi ha detto che avevate ucciso Sethi I" .
"Direi che so bene chi ho ucciso. Era  Ramses III. Ho partecipato alla congiura dell'harem solo per stare con Ank su Namun. Ma sui libri non siamo riportati. C'è solo Pentaur, suo figlio, insieme a qualche altro nome. E come ti ho detto ci era sembrata la scelta migliore, all'epoca." , mi dice.
Lo guardo, allibita.
"Quando ... quando sei morto? In che data? Te lo ricordi? "
Lui mi guarda pensieroso.
"Credo.... intorno al 1155... più o meno. Pensa che mi hanno processato sommariamente: sia per il complotto e l'assassinio, sia per aver violato La città dei morti. Tutto ciò non ti piace, vero? Sei più spaventata perchè in casa hai un assassino, o perchè sono morto?" Mi chiede.
"Tutte e due..." rispondo piano.
"Ma allora perché non mi hai lasciato morire di nuovo? Non eri tenuta a salvarmi, e lo sai anche tu" mi dice.
"Istinto..." gli rispondo.
Lui sorride, con quel solito sorriso.
"Oltre a te e a loro -indicando le mummie- altri sono stati condannati all'Om-Dai?" Chiedo, piano.
"Non lo so." Mi dice, scuotendo la testa. Annuisco.
"Non preoccuparti per i tuoi genitori. Se se la sono cavata con me, se la caveranno anche come agenti segreti. E poi, ai pazzi psicopatici ci penso io." Mi dice, rassicurante.
Sospiro, leggermente sollevata ma anche estremamente preoccupata di stare a casa con lui. Perchè Zio Jonathan doveva partire per l'India proprio ora?

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