"Jem, poi dobbiamo parlare. Abbiamo deciso una cosa per te"
"Anche io ho devo parlarti ... "
"...Insomma, abbiamo deciso di confermarti"
"Io ho deciso, invece, di andarmene"
Fu così che cominciò tutto: dalla fine di un'esperienza lavorativa nell'ufficio di una delle più grandi aziende del paese. L'esperienza mi era servita per capire che cosa non avrei voluto fare "da grande"; avevo ormai deciso e mi dimisi.
Erano i primi di dicembre 2000. Rimasi ancora fino a poco prima di Natale per sistemare le piccole cosette intraprese e per affiancare una nuova ragazza che avrebbe preso, felicemente, il mio posto.
Le vacanze natalizie passarono in fretta e in quell'8 gennaio 2001 squillò il telefono.
"Pronto"
"Pronto, parlo con la professoressa Vernus?"
Scoppiai subito in una fragorosa risata. Era così che ci chiamavano, in seguito alla laurea quasi inutile in Lettere, quando volevano prenderci in giro alla grande. Ridevo.
Mentre dall'altra parte del telefono qualcuno insisteva: "Parlo con la professoressa Vernus?"
"Ed io -ironica e divertita- certo, in persona! Posso esserle utile?"
"Sono la signora L. della "Dante" di Laterza. E' libera per una supplenza a partire dal 10 c.m.?".
Non avevo mai ricevuto proposte simili ed ero certa fosse uno scherzo. Continuavo a ridacchiare e risposi che ero liberissima e pienamente a loro disposizione.
Il concorsone del '99 lo avevo superato, ma mai avrei pensato di "iniziare" a lavorare nella scuola davvero.
Tuttavia l'avventura cominciò.
All'assegnazione delle classi mi dissero che mi avrebbero dato, conoscendo il mio carattere, la classe più "vivace".
Capii subito che era un eufemismo.
Infatti arrivata in classe, la III B, i ragazzini mi guardavano come se fossi un extraterrestre e cominciarono a tempestarmi di domande. Risposi e capii che era un modo per non farmi impostare mai –o almeno per quel giorno- una lezione vera.
Il primo giorno andò così. Ma fu anche giusto.
Ho imparato tantissime cose quell'anno, dai ragazzi, dai colleghi, dal preside e soprattutto dal vice-preside, che sarebbe diventato uno dei miei futuri presidi, tra i preferiti.
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Avventure di una futura ex prof
Short StoryRacconto semi-serio, drammatico-umoristico (ma non troppo) di momenti di vita scolastica che fanno in modo di pensar di lasciar per sempre il mestiere di insegnante.