Nel primo saggio: "Rapporto fra le scienze naturali con quelle metafisiche secondo L'Illuminismo di Voltaire", si mette in luce la differenza fra le scienze empiriche e fisiche in particolare con la filosofia intesa come metafisica e quest'ultima viene considerata inconoscibile perché non dimostrabile.
Secondo gli illuministi tutto ciò che rientra nella sfera del noumeno Kantiano pur possibile, non è provabile e perciò lo studio della filosofia deve limitarsi all'analisi e alla comprensione del mondo dei fenomeni, lasciando l'altro al campo della fede.
Nel secondo saggio: "Ricerca del senso" e "Ricerca della verità" secondo Moritz Schlick, assistiamo ancora ad una limitazione al campo del conoscibile e misurabile, ma la filosofia non è più vista come disciplina utile a scoprire la verità e l'attendibilità scientifica, questo diventa sempre di più un compito delle singole discipline che nei secoli rivendicano la loro indipendenza e la loro emancipazione dalla filosofia che per Schlick resta la "Regina di tutte le scienze" non perché scienza essa stessa, ma perché senza di lei non potremmo definire il senso degli enunciati, e quindi non potremmo intraprendere nessuna analisi scientifica, la "ricerca del senso" si pone alla base come strumento indispensabile alla conoscenza stessa.
Restano solo momentaneamente legate alla filosofia quelle discipline che ancora stanno definendo la loro problematicità e analizzando i temi d'indagine come l'etica e l'estetica. Ma anche queste sono destinate ad avere nuova vita quando dalla ricerca del senso passeranno a quella della verità. L'unica disciplina che anche secondo Schlick non sarà mai scienza è la metafisica perché si occupa di proposizioni che possono anche avere senso, ma non sono empiricamente dimostrabili e non lo saranno mai, quindi non può avere valore di conoscenza. Il neopositivismo rigetta la metafisica in modo ancora più estremo e radicale dell'illuminismo.
È interessante notare come i principi scientifici su cui si basano questi due nostri autori, così diversi e così simili, siano poi stati capovolti dall'analisi filosofica e scientifica dell'novecento. Questo è avvenuto, partendo, anche, da filosofi come Wighestain o scienziati come Einstein, che sono stati un riferimento fondamentale per i neopositivisti in generale e per Schlick in particolare che ne condivideva il rigore e gli assunti. Ciò è accaduto soprattutto con filosofi come Popper, Kun, ma anche Gauss e altri filosofi e scienziati, che con sistemi diversi e approcci ancora più personali, hanno dimostrato la fragilità, non solo della metafisica, ma anche della certezza assoluta nelle scienze empiriche, che tanta sicurezza davano ai nostri autori. È da notare però che Schlick, proprio forse grazie alla sua fedeltà a Wighestain, si contraddistingue dagli altri neopositivisti Neaurath e Carnap, in particolare che hanno portato la lotta alla metafisica agli estremi rinnegando quasi l'essenza stessa della filosofia, cosa che Schlick non ha mai fatto, anzi ha ribadito con forza di far partire il suo ragionamento da Socrate.
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Analisi del rapporto tra scienza e filosofia in Voltaire e Schlick
Non-FictionIl rapporto tra scienza e filosofia è controverso sin da quando quest'ultima si è effettivamente separata dalla prima in una disciplina a se. ma la separazione è così netta? cosa rimane alla filosofia se le si toglie la scienza in un mondo dove le d...