Chi è Voltaire?

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Voltaire nacque a Chatenay nel 1694, con il nome Francoise-Marie Arouet. Il padre era notaio e nel 1692 entrò nel Ministero Reale delle Finanze, la madre apparteneva, invece, alla piccola nobiltà di provincia, morì quando V. aveva solo sette anni.

Nella sua famiglia vi erano anche un fratello maggiore di nove anni e una sorella minore di quattro anni, vissero in un ambiente di benessere materiale etra persone di elevato rango, gli fu padrino il duca di Richelieu, padre del celebre maresciallo, che fu suo grande amico.

A nove anni fu messo in convitto presso il collegio dei Gesuiti, Louis-Le-Grand, dove si distinse per il suo ingegno e il suo precoce spirito non troppo devoto. In collegio ricevette un'educazione umanistica incentrata sui classici, ma apprese poco della storia contemporanea. Negli anni della scuola fece importanti amicizie, che coltivò per tutta la vita: il futuro duca di Richelieu, i fratelli D'Argenson e il conte D'Argental.

A diciassette anni, dopo aver lasciato il collegio, non voleva seguire la carriera notarile del padre, ma voleva diventare un uomo di lettere. Scrisse la sua prima tragedia Oedipe. Il padre non era d'accordo e provò a mandarlo in Olanda, ma non riuscì comunque a distoglierlo dai suoi propositi letterari.

Durante questo soggiorno conobbe Catherine-Olympie Du Noyer, detta Pimpette, che divenne sua amante, ostacolati da entrambe le faglie progettarono di fuggire insieme, ma furono scoperti e V. fu rimandato a Parigi, dove riprese la pratica legale sotto la tutela paterna, ma non smise di scrivere.

Il questo periodo le sue opere furono soprattutto satire e lavori teatrali e il poema epico l'Henriade.

Dopo la morte del Re Sole, l'ascesa della Reggenza del Duca D'Orléans, si aprì una stagione più liberale e edonistica. Il giovane V. partecipò con nuove relazioni amorose e scritti satirici sempre più pungenti fino a superare i limiti di tolleranza reali. In un primo momento fu mandato in un esilio dorato a Tulle e a Sully-sur-Loire, ma al suo rientro le cose precipitarono e nel 1717 fu imprigionato alla Bastiglia, dove rimase undici mesi.

Dopo che le accuse furono cadute e fu riabilitato, si dedicò alle sue opere teatrali riuscendo a mettere in scena prima l'Oedipe e dopo pubblicò l'Herriade, che venne considerata dai suoi contemporanei il suo capolavoro. Oggi importanza dell'opera, che si ispira all' Eneide, è ridimensionata ed è ricordata soprattutto per la prima posizione contro il fanatismo religioso ebraico-cristiano e protestante.

A 31 la carriera politica e letteraria di V. sembrava avviata per il meglio, ma lo scontro con il cavaliere de Rohan- Chabot, lo riportò alla Bastiglia, ma su sua esplicita richiesta gli fu accordato l'esilio in Inghilterra, dove rimase due anni fino al 1728.

Questo soggiorno fu molto importante, infatti gli diede l'opportunità di conoscere a fondo le istituzioni e la cultura britannica. Rimase molto colpito dalla filosofia e dalle opere di Locke e Newton, che saranno le fonti dell'Illuminismo francese. Mentre tra i letterati apprezzò particolarmente Swift e Pope.

In questo periodo accumulò numerosi appunti che utilizzò per una delle sue più importanti opere: Letters philosophique, apparse per la prima volta in inglese nel 1733. In esse esalta la filosofia Newtoniana contrapposta a quella di Descartes (Cartesio), che allora era considerata la filosofia della scienza ufficiale in Francia. Nelle Lettere V. esalta i principi di tolleranza e libertà inglesi, emblematico è il celebre passo in cui descrive la borsa di Londra come luogo di incontro tra persone di culture e religioni diverse, che accomunate dal senso degli affari si dialogano senza pregiudizi. La reazione sociale e legale non si fece attendere e fu nuovamente condannato, fu così costretto a fuggire in Svizzera e poi in Lorena, per trovare infine asilo nel castello di Cirey, presso la bellissima Emile de Châtelet, sua amante e collaboratrice negli studi filosofici, era una grande appassionata di scienze e donna di profonda cultura.

Analisi del rapporto tra scienza e filosofia in Voltaire e SchlickDove le storie prendono vita. Scoprilo ora