Capitolo 4

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Pov's Emma
"Quella mattina avevo una voglia matta di passare la giornata con tutti i miei figli e mio marito: prima di tutto avevo fatto un lista dove segnavo le cose da fare per una giornata perfetta in famiglia. Era un venerdì e la sera prima mi impegnai, e non poco, a fare la lista:

1) accompagnare Henry a scuola

2) portare al parco i gemelli

3) riprendere Henry da scuola

4) andare a pranzo sulla Jolly Roger

5) passeggiata sulla spiaggia

6) cena in famiglia da Granny

Lo so. Era abbassanza inutile quella lista ma volevo completarla alla perfezione.

"Mamma dobbiamo per forza?" mi disse Henry sbuffando, aveva ormai 14 anni, ma pensai che non fosse per quello che non voleva che io lo accompagassi a scuola "Henry?!" dissi scendendo le scale "si?" mi chiese distratto a scrivere sul suo telefonino "sì dobbiamo per forza....hey con chi ti scrivi?" chiesi accennando un mezzo sorriso "con..ehm....nessuno" disse Henry diventando rosso.
"Uuuuhhh Henry ha la fidanzata,Henry ha la fidanzata" si mise a canticchiare Killian "Non è vero papà" disse Henry guardandolo male.
"Dai andiamo o farai tardi dal tuo amore segreto" "Mammaaa" urlò Henry sbuffando

Pov's Killian
Henry urlò così forte da svegliare i gemelli. Andai in camera loro, li presi in braccio e li vestii. Volevo fare una sorpresa a Emma e vestirli in modo particolare. Gli misi nel doppio passeggino che avevamo comprato presi il telefono e andai in un negozio di vestiti per neonati. Ero molto indeciso ma alla fine mi recai alla cassa con i due vestitini che avevo comprato: per Colin avevo preso un completino da marinaio a righe bianche con scarpe, bandana e cappellino. Per Jennifer avevo preso un vestitino rosa confetto a balze con ballerine bianche.

Pov's Emma
Numero 1 sbarrato sulla lista.
Passiamo al numero 2.
"Killian?" chiamai "sono qui aspetta e chiudi gli occhi" rispose "ok..." ribattei senza fare domande e feci come diceva lui, dopo poco sentii due mani (o meglio: una mano ed un uncino) prendermi i fianchi e portarmi al piano di sopra avrei riconosciuto quell'odore tra mille: la camera dei gemelli. Non so con quale logica ma sapeva di Gelsomino.
Aprii gli occhi e mi trovai davanti due bellissimi angioletti vestiti in maschera che dormivano.

"E....questo?" chiesi ridendo
"Siamo pronti per il numero 2" rispose guardandomi e scoppiando a ridere con me
"E tu vorresti portare i miei figli al parco vestiti così?!" chiesi notando lui che annuiva sorridente "i NOSTRI figli vole vi dire" precisò " guarda che se li vesti così ti scomunico dal ruolo di padre e me li porto in Canada" dissi riscoppiando a ridere "perché in Canada?" boh...mi andava" dissi guardandolo fisso negli occhi. Non resistetti e lo baciai poi aspettai che i gemelli si svegliassero e li portai al parco.

Numero 2 sbarrato sulla lista.
Passiamo al numero 3.
Chiesi a mio marito di preparare i bimbi mentre prendevo telefono e chiavi ed entravo nella piccola portiera del mio maggiolino giallo e mi addentrai nella scuola di Henry aspettando di vederlo uscire e, magari, con il suo amore segreto.
Eccola lì: Violet me ne aveva parlato all'andata e mi è piaciuta da subito ma di sicuro non quando baciò mio figlio.

Numero 3 sbarrato sulla lista.
Passiamo al numero 4.
Non portai Henry a casa ma subito al molo.
Lì trovai mio marito e i gemelli ancora 'mascherati'.
Henry vedendoli così vestiti scoppiò a ridere e a prenderli in giro e io guardai Killian con uno sguardo del tipo te l'avevo detto.
Mangiammo pasta con le vongole cucinata dal mio pirata preferito e poi scendemmo e ci preparammo per il prossimo step sulla lista.

Numero 4 sbarrato sulla lista.
Passiamo al numero 5.
Levai le scarpe ai bimbi e li feci giocare sulla sabbia con loro fratello mentre io e Killian li fissavamo contenti per il futuro che ci aspettava dietro una porta aperta.

Numero 5 sbarrato sulla lista.
Passiamo al numero 6.
Chiamai tutta la famiglia allargatissima e li invitai da Granny e, quella sera, finii la mia giornata che capii non era come me l'aspettavo io ma come era quella di una persona normale ma io e la mia famiglia non ci addicevamo a quell'aggettivo 'normale'.
Quella sera mi addormentai con il pensiero di una famiglia: non normale ma semplicemente felice.

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