Cartoomics

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Sto recuperando i capitoli vecchi mai pubblicati e ho trovato il racconto della mia prima esperienza al cartoomics, un anno fa.

Eravamo in quattro: io, dioc4ne, Pommes_Unicorns e arminstefano. Guardavamo il grande edificio davanti noi con sguardo perso, quasi fosse una rivelazione divina. Alla fine ce l'avevamo fatta, eravamo lì, nel luogo che immaginavamo da mesi. Sembrava un sogno...
Avevamo programmato a lungo quel momento, doveva essere tutto perfetto: i biglietti, il pranzo al sacco, i cosplay e i soldi. Ma, da bravi e convinti seguaci della legge di Murphy, eravamo del tutto impreparati. Kyara era senza biglietto, Stefano senza soldi e tutti noi eravamo sprovvisti di pranzo e cosplay. Fortunatamente ci eravamo incontrati già la sera prima e eravamo riusciti a ristampare i biglietti e comprare qualche focaccia, dunque avevamo il minimo necessario per sopravvivere a quella giornata. Ma in quel momento tutto ciò non importava. Sembravano dei bambini che per la prima volta vedono il castello di disneyland. Rimanemmo lì imbambolati per alcuni secondi che sembravano eterni, finché non ci rendemmo conto di trovarci in mezzo alla strada, sotto una leggera pioggerella marzolina. Prendemmo allora il coraggio a due mani e, zaino in spalla e biglietto nascosto nel giubbotto, ci dirigemmo verso il fantomatico CARTOOMICS.

Ci ritrovammo in mezzo alla folla che si accalcava verso le scale. C'era casino e tanto da aspettare in fila, dunque iniziammo a parlare. Eravamo tutti emozionantissimi e ci chiedevamo cosa avremmo trovato all'interno dell'edificio bianco che sembrava immenso. Ho iniziato a provare paura, c'erano tante persone, gente stramba e era una situazione strana per me. Trattenni il panico, lo soffocai con impazienza di entrare e, prima che me ne accorgessi, Lucia mi aveva trascinata verso la fila che era appena aperta e io mi trovavo davanti al Metal detector. Mille dubbi mi assalirono: avevo forse qualcosa di metallico in tasca? Non avevo tempo di pensare, Lucia e Stefano erano già passati e toccava a me. Mentre l'agente mi passava il Metal detector trattenni il respiro e quasi il mio cuore si fermò quando sentii il suono squillante dell'aggeggio. Ma non ero io, ne Kyara che accanto a me viveva la mia stessa situazione. In compenso avevamo superato i controlli di sicurezza ed eravamo più carichi che mai. Davanti a noi si stagliava quella che sarebbe stata la più grande avventura della nostra vita.

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