A grande richiesta arriva su questo libro la storia di come sono stata quasi uccisa a Judo!
Teoricamente Gli strangolamenti si possono imparare dai 16 anni. Io, giovane e ingenua 14enne li conoscevo solo come una leggenda, finché non sono stata trasferita misteriosamente nel corso degli adulti.
Li non conoscevo nessuno e così un tizio un po' sbruffone mi ha sfidata del randori (il combattimento di allenamento).
Il maestro diede il via.
Cercai di fare il massimo per batterlo anche se ero solo una novellina.
Me la cavai per un po', male, ma me la cavai.
Poi mi ribaltò.
Panico.
Mi stava facendo uno strangolamento.
Non sapevo come difendermi.
Decisi di arrendermi per evitare una morte prematura e iniziai urlare.
Ma lui non mi lasciava.
Gridai aiuto, ma non mi lasciava.
Il tempo si fermò mentre il respiro si faceva fiacco.
La mia mente perdeva ossigeno e non pensavo più lucidamente.
Sarei morta nelle mani di quel pazzo
Poi, all'improvviso, capii.
Per arrendersi nel Judo bisogna battere due volte la mano per terra o sull'avversario.
Lo feci subito e le mani del mio avversario lasciarono lentamente la presa sul mio collo.
Ero viva.
Come avevo fatto a dimenticarmi di quel gesto dopo 8 anni di Judo?
Ma soprattutto, quel pazzo del mio avversario non conosceva il significato della parola AIUTO!?
Tornai lentamente a respirare.
La luce della tarda estate entrava dalla vetrata e illuminava il mio volto mostrandomi la bellezza della vita che avevo rischiato di perdere.
Promisi a me stessa che avrei imparato gli strangolamenti e che li avrei usati per avere la mia vendetta contro quell'idiota.
Spinta da quella promessa mi alleno ogni giorno con impegno e dedizione aspettando il giorno delle verità. (Non è vero, salto anch le flessioni).