Poco professionale

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Rhythm of the night
Corona

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-Sei sempre tra le palle Coleman-

Sentivo il respiro caldo sul mio collo, il mio corpo si tese in un primo momento, ma quando riconobbi quella voce mi girai su me stessa offrendo al ragazzo uno dei miei migliori sorrisi.

-Guarda guarda un po' chi c'è- lo osservai da testa a piedi soffermandomi un po' di più sul petto tonico scoperto abbellito da una collanina in argento

Notai le sue iridi verdi rimpicciolirsi facendo spazio alle pupille mentre mi squadrava con la stessa attenzione con cui lo stavo facendo io.
Indossava solo una camicia bianca di seta tirata suoi gomiti e un pantalone nero che gli fasciava le gambe.
I capelli alti tirati indietro e un'espressione rilassata, meno composta del solito, incideva il suo volto.

Emise una piccola risata in seguito alla mia risposta, avvicinandosi pian piano in avanti facendo così aderire la mia schiena al bancone.

-Non crede sia poco professionale farsi vedere in queste condizioni Sig.Styles?- continuai sfacciata io notando la sua poca sobrietà, mentre stringevo le braccia al petto

-Parli tu di "professionalità" dopo avermi inviato una trentina di e-mail, davvero Coleman?- alzò il sopracciglio destro in chiaro segno di superiorità dopo aver dato un ultimo sorso al suo drink. Appoggiò il bicchiere ormai vuoto sul bancone, per poi posizionare su esso le mani ai lati del mio corpo.

Era vero, nonostante i suoi rifiuti, dopo il nostro ultimo incontro non avevo fatto altro che riempire la posta della Nuance di e-mail e fui felice di constatare che lui se ne fosse accorto.

-Desidero solo ottenere ciò che voglio- affermai chiara con tono di sfida

-E dimmi, perché proprio da me?- ribattè

-Le ho già risposto a questa domanda, ma se vuole maggiori informazioni, possiamo sempre parlarne nel suo studio, no?- mollare significava perdere davanti ad uno ostacolo, e a me non piaceva perdere, doveva essergli chiaro ormai.

Si avvicinò ancora di più, posizionando la bocca sul mio orecchio per poi sussurrare
-Sicura che sia questo il tuo obbiettivo?- ammiccò a se stesso con lo sguardo

-Non confondere i miei obbiettivi, con i tuoi. Sai, il mio décolleté ti ringrazia per le numerose attenzioni- non mi erano di certo passate inosservate le occhiate del moro sulle mie curve e, il suo mutismo in risposta confermò la mia tesi.
D'altro canto non potevo negare che ce ne fossero state altrettante da parte mie, ma, nonostante trovassi Harry affascinante, il mio intento era quello di ricevere il posto di lavoro.

Fiera di aver zittito il ragazzo difronte a me, mi allontanai facendogli un occhiolino mentre alzai la mia mano in segno di saluto muovendo solo le dita alternamente

Con l'intenzione di recuperare le mie amiche e ballare un po' con loro, mi inoltrai nella folla quando sentì bloccarmi il polso facendomi arretrare bruscamente

-Perché scappi?- ancora lui, visibilmente più ubriaco data la lentezza con cui pronunciava le parole.
Le mie condizioni non erano molto diverse, tanto che non opposi nessuna resistenza quando mi strinse un fianco con la mano libera muovendomi insieme a lui a ritmo di musica.

-Non hai ancora detto una parola, per caso ti metto in soggezione Signorina Coleman? - aprì gli occhi che avevo momentaneamente chiuso lasciandomi trasportare dalle diverse canzoni anni '90

La sua mano si spostò dal fianco alla mia schiena facendo aderire i nostri due petti, avevo capito cosa voleva fare.
Voleva dimostrare che la sua tesi di prima fosse vera e che io fossi interessata a lui più che al progetto. Come al mio solito presi in mano le redini del gioco, iniziando ad ondeggiare con movimenti lenti il mio bacino mentre muovevo con una mano le mie lunghe ciocche mosse.
Mi girai nella sua presa muovendomi ancora intorno a lui per poi posizionare la mia testa sua sua spalla raggiungendo l'orecchio guadagnando respiro affannosi

-Perso la voce Harry?- approfittai dei suoi lenti riflessi per afferrare l'ennesimo bicchiere che aveva tra le mani per poi portare la cannuccia tra le mie labbra, passaggio che Harry segui accuratamente con il suo sguardo.
Quando si accorse di ciò che avevo fatto mi afferrò nuovamente il polso per dirigersi al piano bar, ma nel mentre inciampò e, barcollando cercai di tenerlo fermo in piedi.

Dopo qualche secondo di confusione il ragazzo frugò nelle tasche tirando fuori il suo iPhone che si illuminava interrottamente segnalando una chiamata.

-Pronto..Louis- riuscì a dire dopo 5 minuti abbondanti, provocando una risata da parte mia

-Fottiti sto bene - 
ma una risata sguaiata lo tradì 
-Chiamerò Jonas, non rischio la vita con voi cazzoni - dopo aver attaccato maneggiò con il suo telefono innervosendosi ad ogni mossa

-Dannazione, non riesco a chiamare l'autista! - esclamò accigliato

-Il signorino Styles non riesce a tornare a casa- lo presi in giro arricciando un suo capello al mio dito
Indispettito, allontanò la mia mano dandomi il suo telefono tra le mani

-Chiamalo, digli di venire a prenderci- mi ordinò

-Io non vengo con te- affermai infastidita dal suo tono superiore

-Non lascio qui una ragazza ubriaca, chiama- mi spronò ancora spazientito mentre infilava le mani nei capelli

Presi il telefono dirigendomi verso l'uscita e cliccai sul tasto verde, visto che il numero era stato già composto.

"Signor Styles mi dica" mi rispose una voce maschile

"Si pronto, sono un'amica del signor Styles, avremmo bisogno di un passaggio siamo in.."

"Sto arrivando" l'uomo non mi fece finire di parlare e non capii come facesse a sapere dov'eravamo, ma lo compresi immediatamente quando iniziò a lampeggiare una luce verde e si attivò il GPS.

Proprio quando sentì il ragazzo dietro di me borbottare raggiungere l'uscita presi il telefono mandando un messaggio di avviso a Zayn.

Una grande Porche nera opaca accostò davanti a noi, e quando sentì Harry borbottare un "finalmente" pensai di voler anch'io un autista tutto per me.

Un uomo sulla cinquantina e capelli brizzolati ci aprì la portiera posteriore, aiutai Harry a salirci e un po' titubante entrai anche io. Non mi passarono inosservati gli occhi spalancati del signore nel vedermi lì.

Il grande rombo della macchina fu accesso e riprodusse un rumore assordante, quello che avevo capito si chiamasse Jonas aveva  appena chiesto dove fossimo diretti ma fu subito interrotto da Harry

-Accompagna prima me, ho la testa che mi scoppia- alla faccia della galanteria. Di galante quel ragazzo aveva solo gli abiti.
Alzai gli occhi al cielo e in un secondo momento mi soffermai alla vista di un enorme villa bianca completamente recintata da un cancello nero e delle mura in pietra.

Feci una foto a quel posto, non attirando l'attenzione del riccio accanto a me troppo impegnato a massaggiarmi la testa, il cancello si aprì ed entrammo appena per farlo entrare nella sua "abbazia".

Harry stava per lasciare la macchina quando con uno scatto si avvicinò al mio orecchio e con lo stesso tono impertinente che aveva usato tutta la serata mi sussurrò un "Buonanotte Coleman"

-

Una volta arrivata a casa insistetti per pagare l'autista per la mia parte di tragitto ma lui non ne volle sapere.

Entrai nel loft buttando scarpe, giacca e borsa appena all'entrata non avendo nessuna forza di mettere tutto al proprio posto.

Con lenti e goffi movimenti riuscì a togliermi il pantalone ed il top che avevo accuratamente scelto per quella sera infilandomi una vecchia felpa di Kanye come pigiama per poi buttarmi a peso morto sul grande letto matrimoniale.

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