2· Lezioni saltate e pranzo in compagnia.

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Gli occhi neri del ragazzo erano fissi sulla lavagna dove vi erano vari numeri e lettere, era concentrato sulla lezione di matematica quando un pensiero lo fece distrarre. Ricordò i suoi occhi azzurro ghiaccio dai quali era quasi impossibile percepire una qualsiasi emozione.

'Niall.' Sussurrò al suo vicino di banco. Il biondo girò lo sguardo all'amico dandogli la sua attenzione.

'Chi è la muta?' chiese il moro, bisbigliando.

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Il suono della campanella distolse la ragazza dai suoi pensieri, ricordandole di andare verso l'aula d'arte e di lasciare quella di inglese. Raccolse i suoi libri e uscì velocemente dalla classe, dirigendosi verso il suo armadietto per cambiare i libri.

'Ma ecco qui la mia muta preferita, che c'è non parli nemmeno oggi? Be' devo dire che è meglio così, prima eri solo una stupida oca puttanella.' Lei rimase impassibile alle parole di quel ragazzo, alla quale non aveva nemmeno rivolto uno sguardo.

Dopo aver preso il libro di storia dell'arte e aver lasciato il libro di inglese nell'armadietto andò verso l'aula d'arte. Odiava essere in ritardo.

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'Magari potrei parlarle.' Disse il moro sbattendo la porticina dell'armadietto. L'amico rise. 'Calum, c'è un motivo preciso se tutti la chiamano muta, non credi?'

'Ma non parla proprio? Nulla? Nemmeno una parola?' chiese Calum sbalordito, seguendo l'amico tra i corridoi.

' Parla davvero poco, prima parlava fin troppo. Dovresti sentirla la sua voce, sai? Perché è davvero bellissima.' Rispose il biondo, quasi sognante, aprendo la porta d'uscita dell'istituto. Calum si fermò. 'Dove stiamo andando?'

'Hood, pensi davvero che faremo due ore di diritto? Dai andiamo prima che qualcuno ci veda!' rise, afferrando l'amico e portandolo fuori dall'edificio.

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Dopo aver riempito il suo vassoio con varie pietanze, la ragazza si mise alla ricerca di un posto libero nella mensa colma di studenti affamati. Al suo passaggio alcuni bisbigli si formarono tra i vari tavoli. Lei era stanca, era stanca di tutto ciò. Voleva urlare come si sentiva e piangere, ma non ne aveva le forze. Trovò un tavolo libero e isolato dagli altri, in alternativa c'era la tavoletta lurida e viscida del cesso. La seconda opzione non la allettava di certo, quindi scelse la prima.

'Meglio sola che nella merda.' Pensò lei sedendosi e cominciando a mangiare il suo sandwich al tonno.

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'Ricorda, Hood,' disse il biondo ficcandosi una patatina fritta in bocca.

'cinquanta euro se le parli e passi il pranzo con lei.' Concluse la frase indicando la muta a qualche tavolo più distante dal loro, intenta a mangiare un semplice panino.

'Da quando, cercare di fare amicizia può diventare una scommessa?' chiese Calum, spostando la testa di lato, confuso.

'Non ha parlato con nessuno da quando è andata a quella festa, se non con i suoi genitori. Parlale, se riesci a fartela amica, ti darò dei soldi ogni volta che le parlerai.' Disse Niall in tono di sfida.

A Calum quei soldi non dispiacevano, ma non gli sarebbe dispiaciuta anche l'amicizia di quella ragazzina innocente.

'Ci sto.' Disse convinto, stringendo la mano all'amico, come per segnare l'inizio dell'accordo.

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'Posso sedermi qua?' chiese Calum, poggiando la mano sulla sedia accanto a quella della ragazza. Lei spostò lo sguardo verso il tavolo dei suoi amici intenti a mandare qualche occhiata a Calum.

'Certo.' Rispose lei, capendo il gioco che il ragazzo aveva intenzione di fare. Anche se non parlava molto, adorava ascoltare conversazioni altrui. Spostò velocemente lo sguardo verso Niall e i suoi amici, mentre vedevano Calum sedersi. Erano esterrefatti. Sorrise soddisfatta.

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'Niall! Avevi ragione!' Urlò Calum, correndo verso l'amico. Il corridoio era vuoto. Il biondo lo guardò alzando le sopracciglia, confuso.

'Avevi ragione, la sua voce è bellissima.' Rispose Calum, quasi senza fiato.

Silence. - Niall Horan [completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora