8· Stockholm Syndrome.

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Con l'espressione sindrome di Stoccolma ci si riferisce ad uno stato psicologico particolare che si manifesta ad un episodio violento o traumatico, ad esempio ripetuti episodi di violenza fisica o verbale. Il soggetto affetto da sindrome di Stoccolma durante i maltrattamenti subiti, prova un sentimento positivo, fino all'amore, nei confronti del proprio aggressore. Quindi si crea una sorta di alleanza e solidarietà tra la vittima e il carnefice.

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"Parlamene!" gridò prendendo il ragazzo per il colletto della sua giacca in pelle nera e sbattendolo contro il muro

"Altrimenti?" lo provocò il moro

"Ti ricordi di lei?" chiese tirando fuori dalla tasca interna del giubbotto una piccola fotografia che ritraeva una ragazza: era alta, snella,con occhi grandi e verdi, i suoi capelli erano lunghi e neri. Era bellissima.

"Non provare a farle del male!" scattò Calum, spingendo il ragazzo davanti a lui, il quale rise.

"Allora se non vuoi che faccia una visitina alla tua amichetta, parlamene. Dimmi chi è questa famosa muta."

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"Hai intenzione di saltare scuola pure oggi, Niall?" chiese Ryan alzandosi dal letto

"Illuminami!" proferì il biondo teatrale

"Mh, penso di si. Vuoi stare da me mentre sono a scuola?" chiese aprendo l'armadio per scegliere qualche vestito

"Hai sul serio intenzione di andare a scuola? Oh andiamo, non te ne è mai fregato nulla né della scuola né dei voti che ricevevi. Quindi ora come mai così tanto interesse?"

"Oggi ho una verifica molto importante, determinerà il trenta percento del mio voto finale, quest'anno vorrei non essere bocciata di nuovo. I miei genitori hanno detto che se non vengo promossa nemmeno quest'anno, dovrò mantenermi da sola e quindi cercarmi un lavoro, e questo non mi fa impazzire." rispose prendendo alcuni vestiti dall'armadio e posandoli sul letto

"Scappiamo."

Lei ridacchiò leggermente per poi entrare in bagno per farsi una doccia.

Il volto di Niall si rattristì alla reazione di Ryan, lui era serio, lui voleva scappare.

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Entrò nell'edificio, i corridoi erano deserti. Era in ritardo, aveva la verifica di Studi Sociali alla quinta ora, poteva comodamente saltare tutte le altre lezioni e nascondersi in biblioteca o in sala di studi.

Andò verso il suo armadietto per prendere qualche appunto, quando una porta più in là si spalancò.

"In sala punizioni, subito!" gridò un professore, cacciando fuori dalla classe un ragazzo. Ryan non lo aveva mai visto. Era alto, capelli biondi, e solo quando si avvicinò di più a lei scorse i suoi occhi azzurri. Notò che sulla mano destra stringeva tra le lunghe dita un foglietto rosa. Invece di dirigersi verso l'aula punizioni, il ragazzo si fermò dall'altra parte del corridoio, davanti a lei, poggiando la schiena contro gli armadietti blu.

"Tu non lo ami sul serio, Ryan."

La ragazza sussultò leggermente a quelle parole. Decise di ignorarlo, chiuse l'armadietto dirigendosi verso la biblioteca.

"Non ignorarmi, tesoro, potresti pentiretene." la avvertì

"Che vuoi?" chiese fredda, girandosi verso il ragazzo

"Nulla, voglio solo avvisarti." rispose avvicinandosi di più a lei

Lei lo guardò confusa.

"Sai cos'è la Sindrome di Stoccolma?" sussurrò al suo orecchio

Ryan deglutì rumorosamente. "Ne ho sentito parlare." rispose lei a disagio.

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"Tu cosa?" urlò contro l'amico, quando gliene parlò

"Scusami, dovevo farlo! Aveva minacciato di fare del male a Brooke."

"Sai cosa me ne fotte? Un cazzo! Ti sei fregato da solo, Brooke si è trasferita in Irlanda da quando tu sei venuto a Parigi, lei non vuole più saperne di te. È impossibile che la trovi!" urlò ancora, tirandosi i capelli per il nervoso

"Io.. Mi dispiace." balbettò Calum rendendosi conto di quanto fosse grave la situazione

"Lo sai che Luke è un pazzo furioso, chissà che avrà detto a Ryan, chissà dove l'avrà portata." rispose questa volta con voce tremante, con le lacrime che minacciavano di cadere

"Ryan non si farà persuadere da Luke, la conosco. Ora calmati."

"No, non la conosci affatto, non sai un cazzo di lei. Immagina vedere la tua ragazza esser portata via dalle tue mani da uno come Luke, immaginatelo!" urlò ancora Niall, preso dal panico

"Credi che con Brooke sia andato tutto rose e fiori? Credi che Luke non me l'abbia portata via?" urlò Calum a sua volta, spingendo leggermente il biondo.

Silence. - Niall Horan [completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora