No questa no, metti quella

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[080318]

Questa non è una poesia, ma la inserirò comunque nella raccolta e nessuno potrà fermarmi.

Hai presente quando riscopri dopo mesi una canzone che ti era piaciuta particolarmente e pensi "Cavolo, è più bella di quanto ricordassi! Sento che potrei ascoltarla per tutta la vita, sarà la colonna sonora delle mie avventure, sissignore" ma allo stesso tempo sai già che quelle sono piccole innocenti stronzate, perché tra un po' la abbandonerai di nuovo. Ti renderai conto che avevi smesso di ascoltarla per quei trenta secondi dopo il ritornello, o perché l'assolo era noioso, il testo faceva schifo, o altre cose che non puoi ignorare, perché stanno lì, nella canzone, e mica puoi mettere il muto e lasciare solo quei pochi secondi che ti piacciono. Non parlo di "odiare una canzone", quella è un altra cosa, intendo semplicemente toglierla dalla playlist.

Stavo riascoltando dopo tanto tempo una canzone di una band poco conosciuta, i Fidlar, intitolata "I Just Wanna Die", e mi stava mettendo una voglia indecente di ballare in mezzo alla strada, proprio come quando la scoprii tempo fa, così, mentre mi trattenevo dai miei impulsi imbarazzati, ho realizzato che le persone sono un po' come le canzoni.

Ci fissiamo con chi frequentiamo con lo stesso entusiasmo con cui ci fissiamo con la musica, ed è tutto magnifico finché non notiamo i trenta secondi dopo il ritornello (o finché qualcuno non capisce che il vostro testo è stupido e insensato).

Così, le persone fanno la stessa fine di quelle canzoni che non ascoltiamo più, perché al primo attacco le riconosciamo e diciamo subito stooooop, basta, skippa, vai con la prossima. Skippiamo e veniamo skippati. Anche le canzoni più belle vengono skippate, qualcuno là fuori sta skippando il vostro pezzo preferito della vostra band del cuore, accettatelo, è giusto così.

Però va detto che ci sono anche quelle canzoni che finiscono per diventare il nostro inno personale, quelle che non ci stancano, e che riascolteremo in eterno perché sembrano fatte su misura per le nostre orecchie/cervello/cuore/altro organo metaforico. Parlo di quei brani che per quanto li ascolteremo, non smetteranno mai di trasmetterci qualcosa, nonostante qualche skip, qualche "no, questa no, metti quella", e sono anche le prime canzoni che ci vengono in mente quando ci chiedono quale sia il nostro genere preferito. Sono sempre loro, quei pezzi che facciamo partire in treno, per strada, sotto la doccia, in spiaggia, per ballare, per dormire, d'inverno, d'estate, su Marte.

Che poi è così anche per le persone, se ci pensi.

Fidlar, I Just Wanna Die

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