Addio, amici miei! Guardatemi partire, fare le valigie, e partire. Posso anche non urlare, se vi può turbare, ma voglio vedervi vedermi partire. E se non c'è differenza fra una bella poesia e un bel romanzo, se le parole, quando volano, volano più lontane delle grida del mercato, allora voglio sentirvi udire le mie, ora che parto per non tornare. Sentirvi giudicare in silenzio, con gli occhi fissi e morti, sul vostro silenzio. Abbiate pietà di voi stessi, a voi come sempre - e per sempre - non mancherà mai la gola pulita. Non abbiate paura di sentire un po' di freddo quando scoprirete di essere bastardi, stonati, venuti al mondo per lamentarvi del vento, per un inverno senza regali di Natale, e senza nulla per cui valga la pena dimenticarsi del Natale. Quando potrò, da molto lontano, vedere nascere i vostri figli, spero di sentirli gridare più forte di voi, spero che il loro pianto vi scuota, per un attimo, le ossa. Spero sentiate un po' di freddo, prima o poi, e che ne siate felici. Lo spero con tutto il mio cuore, amici miei, curate ogni particolare che vi renda più simili, adatti a dire "bello" e sentirvi, agli occhi dei belli, un po' meno mostruosi. Spero che, se non avrete una penna dra le dita, il vostro sangue abbia una bella calligrafia. Spero che troverete una musica per cui dormire sui giudizi degli altri vi sembri sembre utile, ma un po' meno dolce. Spero che il contrario lo troverete finalmente alla fine della strada assolata che chiamate "sicurezza",e che incontriate il meno possibile quella ladra di gioielli che io chiamo "coerenza". Oppure spero che i vostri gioielli un giorno vi abbaglino tanto da non vedere più l'altro lato della strada, per non dovervi mai chiedere se siete dal lato sbagliato, e se un lato sbagliato esiste. Spero che la Verità esista e resista in voi solo nei sogni; non perchè alla luce del sole il falso sia meno vero, quanto perchè il vero è più vero e meno, molto meno bastardo di quanto possiate sopportare.
