i need your help to take him out

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-Buongiorno Tesoro- mi sveglió mio padre accarezzandomi i miei corti capelli rossi.
-Ehi- risposi a voce rauca ancora assonnata.
-Forza tesoro mio, alzati. Ti ho preparato la colazione- disse lui ancora molto dolce.
Mi continuó a guardare con dolcezza; non so cosa vedono di bello i genitori nel guardare i loro figli dormire.
"È un momento dove siete cosi calmi, indifesi. Una creatura nata da noi. Che dorme. Spensierata. Tranquilla. Quando sarai mamma lo capirai" mi disse mia madre anni fa. Avevo solo 13 anni, me lo ricordo ancora adesso. Anche se ora non c'è più, avevo 14 anni quando è successo. Certe cose non si realizzano subito, perché troppe emozioni invadono la nostra testa; nel mio caso, non provavo affatto emozioni. Il punto è che è stato un incidente d'auto e io svenni subito. Mi risvegliai viva. Mia madre no. L'amava mio padre e anche tanto. Probabilmente mi vedeva cosi bella e mi amava cosi tanto perche ero identica all'unica donna che mai amó alla follia: mia madre, appunto. Grand uomo mio padre, fin troppo per quella spilungona bionda occhi verdi che ora chiamava "amore". Insomma, non voglio sembrare una di quelle 19enni complessate che odiano la nuova compagna del padre che, come al solito, deve essere figa, giovane e stronza con me. Lei non mi trattava male e non era poi cosi giovane; mi dava fastidio che usasse mio padre. A 16 anni la avevo beccata rubargli dei soldi e non fu l'unica volta. Comunque, non ho mai...

-Mi costringi a portarti in cucina di peso Ana- disse mio padre interrompendo il mio flusso di pensieri. Sorrise appena e si chinó verso di me per baciarmi in fronte; dopo si sedette vicino a me che, assonnata, mi strofinavo gli occhi.
-Non capisco perche tu abbia insistito per questo letto. È troppo grande- disse mio padre ridacchiando.
-Non è poi cosi grande- ribattevo tra uno sbadiglio e l'altro -sono solo 2 piazze e mezzo- aggiunsi.
Mio padre rise scuotendo la testa. Iniziai in quel momento ad aprire gli occhi che, prima, erano chiusi e non riuscivo ad aprirli dal sonno. Presi forza e mi alzai.
-Intanto vai pure in cucina, io ti raggiungo- gli dissi.
Mio padre annuì e si diresse verso la porta bianca della mia camera, ancora piena di foto.
-Ti aspetto giù- disse prima di uscire tirandosi dietro la porta.
Sistemai velocemente il letto e presi i vestiti che avevo gia preparato con cura la sera prima. L'estate stava finendo e il college era vicino. Quella sera sarei dovuta partire per una vacanza. Saremmo andati in montagna, ero felice, odiavo il mare e non sopportavo il caldo e la mia pallidissima carnagione lo provava.
Uscii dalla mia camera, situata al secondo piano insieme alla camera di mio padre e la sua compagna Caroline, quella di mia sorella Isabelle, di nove anni e un bagno.
Scesi le scale trotterellando.
-Buongiorno Ana-
La voce di Caroline mi fece rabbrividire. Odiavo la sua postazione "fine scala" nella quale amava stare la mattina mentre scendevo le scale, cosi poteva abbracciarmi. Rallentai, ma purtroppo arrivai a doverla abbracciare.
-uhh buongiorno- dissi con un filo di sarcasmo che Caroline non riuscì a percepire.
Mi staccai da quell abbraccio e le sorrisi quasi acidamente e andai in cucina di fretta per non entrare in qualche conversazione con lei.
Entrai in cucina e la visione della mia sorellina assonnata che camminava strisciando i piedi mi riempì il cuore. Mia sorella è una creatura così tenera.
-Buongiorno Mostriciattolo- le dissi prendendola e stritolandola a me.
-Giorno Ana- mi disse sbadigliando e abbandonandosi al mio abbraccio.
La presi in braccio e la misi seduta su uno dei 4 sgabelli alti ai lati dell'isola al centro della cucina.
-Cosa vuoi per colazione?- le dissi dolcemente
-Un po di latte e cereali-
-Papá dov'è finito?- chiesi mettendo il pentolino di latte sul fuoco
-È al bagno..credo-
-Salve ragazze- entró mio padre seguito da Caroline.
Io iniziai a mangiare la colazione preparata da mio padre appoggiata davanti al lavandino. Mio padre si avvicinó a Isabelle e le stampo tantissimi baci facendole il solletico con la barba. Isabelle rideva e si agitava.
-PAPÁ BASTA..MI FAI IL SOLLETICO- provò a dire soffocata dalle risate.
Io sorrisi vendendoli. Mio padre smise di torturare Isabelle con il solletico. Isabelle rimase sorridente per qualche secondo. Poi il suo viso si incupì. La vidi e mi sedetti nello sgabello di fianco al suo.
-Tutto okay tesoro?- le chiesi preoccupata
-Si..è che..tu vai via per tanto...e io..non so con chi giocheró..- rispose lei con lo sguardo abbassato.
-awh..tesoro- la strinsi forte e lei pianse.
Sembrava uno sfogo inutile ma mia madre è morta quando aveva solo 4 anni e io sono stata come una madre per lei. Quando me ne vado lei si sente davvero senza mamma, come se quando ci fossi la realtà della morte di nostra madre fosse molto piu distante di quanto fosse in realtà.
-Non avere paura piccola- le sussurrai
-Torneró a casa presto, la vacanza dura solo 7 giorni. Sono cosi pochi! Poi avremo ancora 3 settimane per stare insieme!- la rassicurai
-Solo io e te?- mi chise lei con un viso molto piu sollevato
-Certo!- le dissi sorridente. Isabelle sorrise timida e si allungó per abbracciarmi stringendomi la pancia con le sue braccine.
Mi alzai a prenderle il latte e mio padre si avvicinó a me.
-Sei un tesoro- mi disse lui e mi stampó un bacino un guancia. Io gli sorrisi.
Caroline aggiunse -Siete cosi legate..che bello vedervi così-
-Già- risposi io.

C'è una sola porta per il paradiso [IN PAUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora