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Jude si svegliò alle sette e controllò l'orario. Domenica. Ancora. Era la terza domenica di fila. La prima era da dimenticare. Aveva sofferto non poco. Mentre la precedente era stata shockante. Celia... Fidanzata con Darren... Ancora non ci credeva. La voglia di ammazzare il giovane portiere era alta, ma doveva fingere di non saper nulla. Doveva concentrarsi e capire cosa stesse succedendo. Era come in un loop continuo. Però non era sempre tutto uguale. Nelle due domeniche precedenti c'era qualcosa che cambiava ogni volta. Cioè ciò che faceva Caleb. Lui era consapevole del loop, e Jude l'aveva capito. Purtroppo avrebbe dovuto collaborare con il punk se voleva uscirne. Lavorare col ragazzo che più odiava.
Si vestì e andò al campo, dove trovò già Mark e Darren. Fece finta di nulla alla fista dell'ultimo, e iniziò a parlare con Mark. Poco dopo arrivarono tutti. Anche Caleb. Quella volta era puntuale, e sembrava piuttosto spazientito. Shawn stava per parlare, ma venme interrotto dal castano.
-Sì, Celia mi ha detto di non allenarmi ma sti cazzi okay?-
La ragazza li raggiunse, guardando male il suo amico.
-Poi mi parli dopo, okay?- chiese Caleb, lasciando leggermente stupida Celia che annuì.
-Perché non dovrebbe allenarsi?- chiese Mark e Jude sentì raccontare da Shawn, per la terza volta, il motivo e il come il punk si fosse procurato la ferita che partiva dal fianco e finiva sulla pancia.

Avevano iniziato ad allenarsi da parecchi minuti. Sia Caleb che Jude lo stavano facendo da soli. Il primo si avvicinò al rasta palleggiando.
-So che anche tu l'hai notato- disse Caleb continuando a concentrarsi, però, sull'allenamento.
-Del loop? Sembriamo gli unici- confermò Jude.
-Hai qualche idea sul perché siamo finiti così?-
-No. Non è scientificamente normale questa cosa. Insomma... I giorni non possono ripetersi all'infinito...-
-Ma grazie genio. E io che pensavo fosse una cosa del tutto normale questo loop-
-Smettila di fare il coglione come sempre e prova ad essere serio una buona volta-
-Va bene, va bene. Resto anche oggi a pranzo perché a casa mia non c'è un cazzo, ma stavolta non usciamo con Celia. Così primo, eviti di ammazzare Darren e secondo, andiamo a casa mia e proviamo a capire che cazzo succede. Se vogliamo uscirne ci tocca collaborare-
-Giusto. Va bene- acconsentì il rasta.

-Jude, ti va di uscire?- chiese Celia, mentre il rasta lanciò uno sguardo a Caleb.
-Mi spiace Celia. Ho altro da fare purtroppo-
-Che devi fare?- chiese David -Prima mi avevi detto che non avevi nulla da fare per tutto il pomeriggio-
-Cambio di programma. L'occhialuto deve venire da me a darmi una mano- intervenne Caleb strafottente mentre mangiava. Celia lo fissò, e Caleb mimò con le labbra un 'Ti spiego domani', domani che non sarebbe arrivato probabilmente.
-Vabbè, peccato. Darren, esci tu con me?- chiese la ragazza e il castano accettò. Se Jude non avesse saputo che stavano insieme non si sarebbe fatto problemi, ma ora aveva voglia di uscire con loro e tenerli lontani. Stava per parlare, ma poi si sentì stringere la mano. Caleb glie l'aveva presa di nascosto, senza farlo vedere agli altri, per attirare la sua attenzione.
-Non ci provare. Dobbiamo concentrarci- gli sussurrò prima di lasciargli la mano, e Jude annuì impercettibilmente. Aveva ragione, purtroppo. Ma appena sarebbero usciti da quel loop avrebbe ammazzato il portiere.

Casa di Caleb era completamente in disordine, e rispecchiava parecchio il proprietario.
-I tuoi sono in casa?- chiese Jude.
-Mia madre è in ospedale perché mio padre l'ha ferita gravemente mentre la picchiava, ubiraco fradicio. E lui ora starà da qualche parte ad ubriacarsi- disse con tono freddo ed inespressivo. Jude si morse il labbro, pensando che forse era meglio se stava zitto. Andarono in camerda del castano, che si sedette sul proprio letto e fece cenno a Jude di fare lo stesso.
-Secondo te cosa può aver casuato questo loop?- chiese Caleb mentre si portava le braccia dietro la nuca.
-Non lo so. Dev'esserci lo zampino di qualcuno però. Magari Dark ha provato a fare qualcos'altro... O magari Zoolan... O forse...-
-Celia- lo interruppe Caleb, e il rasta lo fissò confuso.
-Ricordi che diceva di star iniziando a studiare la magia?-
-La magia non esiste-
-Neanche i loop temporali pensavo esistessero-
-Mettiamo che tu abbia ragione, perché l'avrebbe fatto?- chiese, non trovando una valida motivazioni.
-Celia sarà pure una ragazza intelligente, ma non credo che un incantesimo le sia riuscito al primo colpo. E magari non era l'incantesimo per creare un loop, ma qualcosa per cui il loop si è generato. Come per evitare qualcosa. Il loop ci sarà finché non evitiamo una certa situazione- spiegò il castano. Era tutto così surreale...
-Quindi che proponi? Di evitare qualcosa che neanche sappiamo?-
-La mia era un'ipotesi. Dovremmo vedere il 'fantastico libro di magia' di Celia per provare a capire che tipo di incantesimo possa essere-
-Mettiamo che invece ti sbagli e non è un incantesimo come credo io, che facciamo?-
-Trovi la spiegazione che ti sembra più logica e me la dici, perché sinceramente io non trovo altro di sensato-
-Ovviamente il lavoro lo devo fare io eh-
-Guarda che io te l'ho data una possibile spiegazione-
-Una spiegazione piena di fantasia. È infondata. La magia non esiste-
-Oh, scusami grande genio se trovo soluzioni strane in situazioni altrettanto strane-
-Caleb, davvero, non può essere magia-
-Perché, il loop è una cosa che avviene per cause concrete e scientifiche?-
Il rasta si zittì, non sapendo che dire. Quella situazione lo stava facendo ammattire, e di certo continuare a distrarsi a guardare il corpo di Caleb, che indossava una magia aderente e leggermente trasparente e dei pantaloncini molto corti, non aiutava.
-Appunto. Comunque è tardi. Resta a dormire qui se non vuoi essere stuprato. Il mio quartiere non è dei migliori- disse Caleb andando in cucina.
Jude annuì e lo seguì. Non aveva voglia di dormire lì, ma sapeva che quel quartiere era pericoloso. Ma c'era una cosa che Caleb non aveva previsto. Era rimasto svegli più al lungo delle altre due volte, e quando il padre rientrò, era proprio nei guai.
-Oh, Caleeebb sei sveegliooo. Meeeglio cosii... Senza tua madre ho bisogno di quaaalcun altrooo...- disse l'uomo, evidentemente ubriaco.
-Cazzo- sussurrò il castano. Prendendo Jude per un braccio e spingendolo in camera sua. La chiuse a chiave e guardò il padre.
-Sei di nuovo ubriaco- disse fissandolo.
-Il laaa-avoro va sempre peeeggiooo. Viee-eeni quiiii~- disse l'uomo spingendo il ragazzo contro il muro. Poi gli tirò un pugno nello stomaco. Iniziò a picchiarlo, e Caleb subiva in silenzio mentre lo ascoltava lamentarsi di lui, di sua madre, del suo lavoro. Poco dopo, l'uomo crollo dal sonno. Caleb si alzò a fativa e andò in camera, dove Jude lo aspettava preoccupato. Quando il rasta lo vide ricoperto di lividi, tagli e bruciature causate da una sigaretta per poco non svenne. Non immaginava che Caleb vivesse così.
-Smettila di fissarmi, ti prego. Vado a lavarmi e a disinfettarmi i tagli... Non uscire di qui...- sussurrò il castano con voce fiacca.
-Ti aiuto- disse istintivamente Jude, lasciando stupido l'amico, che però annuì. Il rasta lo aiutò a sedersi sul letto e prese dal bagno il disinfettante. Iniziò a disinfettarglo i tagli, guardandolo ogni tanto. Fissava il vuoto con occhi spenti. Non aveva il suo solito ghigno in volto.
-Non è la prima volta, vero?- chiese in un sussurro e Caleb scosse la testa.
-Le altre due domeniche non... Non ero già più sveglio... Mi addormentavo presto... Stavolta sono rimasto sveglio più al lungo...- disse il castano in un sussurro. Jude finì il lavoro e andò a lasciare il disinfettante. Quando tornò, trovo Caleb in piedi, intento a cercare qualcosa nei cassetti.
-Non dovresti muoverti più di tanto- disse Jude, ma venne ignorato. Il castano gli lanciò addosso una maglia nera, abbastanza lunga. All'inizio non capì, ma poi pensò che effettivamente non poteva dormire con la divisa della squadra. Caleb a differenza sua non se l'era messa, ma lui sì e non si era andato a cambiare negli spoiatoi. Erano subito andati a casa del castano. Si cambiò, così come Caleb, e cercò di non mettersi a fissare il corpo nudo dell'altro.
-Non dormirai con quei cosi addosso spero- disse dopo un po il punk, riferito agli occhialini. Era nei guai. Jude non aveva pensato al fatto che si sarebbe dovuto levare gli occhialini. Si sentiva a disagio a far vedere i suoi occhi.
-N-No- rispose e, titubante, se li levò. Abbassò istintivamente lo sguardo, e Caleb sbuffò.
-Non ti mangio se ti vedo gli occhi eh- commentò. Poi Jude sentì due dita poggiarsi delicatamente sotto il suo mento e alzargli il viso. Caleb era di fronte a lui, i loro visi troppo vicini. Jude arrossì per la vicinanza.
-Non capisco perché ti ostini a portare quei cosi. Hai degli occhi stupendi- disse Caleb inclinando leggermente la testa di lato. Lo guardava in modo curioso, come un bambino quasi. Jude si ritrovò a fissargli le labbra. Perché lo stava facendo?  Caleb si allontanò da lui, ghignando divertito. Il rasta si sentiva a disagio. Senza gli occhialini si sentiva nudo. Non riusciva a nascondere ciò che provava con la facilità di quando li ha addosso.
Il punk si stese nel letto, gemendo un attimo per il dolore dovuto ai lividi, e poi vece cenno a Jude di avvicinarsi. Il rasta si stese accanto a lui, dandogli le spalle. Caleb anche si girò. Entrambi erano imbarazzati.
-Notte- sussurrò Jude, e Caleb ricambiò. Poi si addormentarono.

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