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Jude si svegliò nel suo letto. Non era più accanto a Caleb. La data era la stessa, nonostante fossero passati quattro giorni. Andò nuovamente agli allenamenti, ma non trovò nessuno. All'inizio non capì, ma poi si rese conto che si era svegliato un'ora prima. Si diede dello stupido. Con tutto quello che era successo, non era riuscito a dormire normalmente. Il problema è che la mattina, così presto, faceva freddo. Avrebbe dovuto aspettare gli altri per minimo mezz'ora. Iniziò a ripensare alla strana teoria di Caleb. Era strana. Molto. Era surreale, impossibile. Ma anche i loop erano impossibili e surreali. Ormai non gli importava più del perché e del come, però. Voleva solo uscirne. Qualcosa di caldo lo avvolse, e si riscosse.
-È presto idiota. Quindi di conseguenza fa freddo- disse qualcuno con tono saccente, e Jude avrebbe riconosciuto quella voce tra mille. Caleb gli aveva messo la sua giacca sulle spalle. Stava fissando il cielo, aveva lo sguardo perso. Jude lo scrutò, non capendo quel gesto di gentilezza. Forse però non lo odiava davvero, e probabilmente neanche Caleb odiava lui. Se ne rese conto solo in quel momento, ma a quel ragazzo in fondo ci teneva.
-Grazie...- sussurrò stringendosi nella giacca. Anche se era estate e le temperatura erano dannatamente alte, prima delle sette e mezza erano il contrario.
-Perché sei qui?- chiese Caleb senza distogliere lo sguardo dal cielo. Si era seduto a terra, a gambe incrociate. Jude lo imitò.
-Mi sono svegliato prima del normale e me ne sono reso conto quando ero già qui-
-Idiota. Come hai fatto a non accorgertene?-
-Oh, non so. Forse pensavo a come risolvere il problema di un certo loop casomai la teoria di qualcuno fosse errata-
-Giusto. Quindi ti è venuto in mente altro?-
-No-
-Te l'hanno mai detto che sei bello?- chiese Caleb stendendosi a terra. Il sole era sorto da poco e non era molto caldo. Il cielo era sereno e di un azzurro luminoso.
-C-Cosa?- chiese Jude, credendo di aver sentito male.
-Ti ho chiesto se ti hanno mai detto che sei bello-
-N-No. Apparte mia sorella quand'eravamo piccoli no- rispose imbarazzato.
-L'ho sempre detto che il mondo è pieno di idioti. Allora te lo dico io. Sei davvero un bel ragazzo-
Jude si sentì le guance andare a fuoco. Che cos'era successo al Caleb che lo derideva di continuo? Com'è che ora si era messo a fargli i complimenti?
-Ah... Dici?- chiese titubante, aspettandosi che il castano scoppiasse a ridere deridendolo per averci creduto.
-Sì- rispose invece, con semplicità. Il rasta si chiese se Caleb si stesse rendendo conto di che stava dicendo. Magari stava delirando, troppo preso a guardare il cielo.
-Che ti è successo la domenica originale?- chiese poi a bruciapelo, mettendosi a sedere e spostando lo sguardo su di lui. Jude lo fissò confuso.
-Ti ho visto, sull'altalena-
-Ah... Ecco... Quella volta dopo il pranzo tornai subito a casa. Celia non aveva proposto niente, probabilmente perché non eri nelle vicinanze. Tornato a casa mi sono cambiato. Sono andanto a cercare il mio patrigno e...- si morse il labbro -...era in riunione per non ricordo cosa. Quando mi ha visto interrompere si è alzato, scusandosi, e mi ha cacciato dicendo che gli faccio fare una figura di merda presentandomi così, senza neanche bussare. Tutto qui-
-Tutto qui un corno. In fondo ci sei rimasto male, no?-
Il minore annuì.
-Allora tutto qui un corno-
Jude stava per ribattere, ma la voce di Mark che salutava lo interruppe.
-Come mai già qui?- chiese sorpreso, ma sorridente.
-Mi sono svegliato prima e sono venuto subito qui perché non avevo nulla da fare- disse Jude, il che era una mezza verità.
-Mi sono svegliato e sono uscito a farmi un giro e, passando di qua, ho visto Jude da solo. Non era previsto che venissi qui, dato che non mi alleno-
-Perché no?-
-Celia mi ammazza se mi alleno nelle condizioni in cui sto-
-Che ti sei fatto?- chiese Mark curioso. Caleb si alzò leggermente la maglia, facendo vedere il taglio. Ma Jude riuscì ad intravedere anche i lividi della sera precedente.
-Come te lo sei procurato?-
-Una rissa con un ragazzo che ha insultato la squadra-
-Ah. Capisco. Peccato che non ti alleni-

Poco dopo arrivò anche Darren, che iniziò già ad allenarsi con Mark. Jude, invece, si allontanò trascinando Caleb.
-Che vuoi mo?- chiese il castano.
-I lividi di ieri. Ci sono ancora-
-Lo so. L'ho notato anch'io sai?- disse sarcastico Caleb. Jude usò tutta la sua buona volontà per non iniziare a picchiarlo.
-Intendo, non dovrebbero essere scomparsi per via del loop?-
-Sì. In teoria. Ma non è successo-
-Ti fanno ancora molto male?-
-Abbastanza-
Jude si morse il labbro. Non sapeva che dire.
-Oggi mi faccio dare il libro da Celia e torno subito a casa. Tu mi raggiungi dopo aver pranzato?-
-Sì. Va bene-
-Mi porti qualcosa? Altrimenti muoio di fame-
Jude alzò gli occhi al cielo, ma annuì.
-Perfetto. Oh, ecco Celia. Le chiedo il libro e vado. Ciao Jude-

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