Piani di vendetta

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Due hovermoto sfrecciarono nella zona forestale cinquecento chilometri fuori da Styar City. All'improvviso un tipo disse all'altro "Ti dovresti potenziare la moto, Ben. Lo so che il capo non permette molti aggiornamenti all' arsenale, ma non voglio stare al tuo passo perché sei troppo lento."
L' altro lo guardò con aria di sfida e replicò "E tu, Havok, dovresti fare più attenzione a ciò che ti racconto, sapresti che ho appena installato dei motori salvaspazio. Raggiungimi se ci riesci!" Subito dopo partì a razzo sprogionando dei vapori blu. Havok lo guardò interdetto e gli urlò "Ben! Che diavolo hai fatto?" Poi accelerò per cercare di raggiungerlo.

Guardando dietro di sé Ben rise di gusto e, arrivato su una conformazione di rocce, attivò i propulsori di gravità. Per qualche ragione si azionarono troppo tardi e si schiantò contro le rocce. Havok lo raggiunse e lo chiamò "Ben! Stai bene?" Subito dopo Ben saltò fuori da una roccia e si avvicinò a Havok ridendo "Avresti dovuto vedere la faccia che hai fatto quando ho azionato i propulsori! Sembravi un bambino a cui hanno rubato una caramella!"
"Adesso vorrei vedere la tua faccia quando dirai al capo che hai completamente distrutto un hovermoto quasi nuova perché ci hai installato dei motori per astronavi! Potevi crepare lo sai?!" Havok lo guardava con un misto di preoccupazione e rabbia. "Beh, come puoi vedere sono ancora vivo, perciò di che ti lagni?" fu la risposta beffarda di Ben. Havok soffocó l'impulso di colpirlo e si limitò a dire "Ormai il danno é fatto. Inutile recriminare. Ma io non spiego al capo perché siamo rimasti con una sola hovermoto!" Insieme salirono sull'ultima hovermoto rimasta e tornarono al campo.

Poco dopo arrivarono presso una fabbrica di proiettili antichi, in disuso da due secoli. Il capo era stato furbo a occuparla e riorganizzarla. Avevano fatto costruire delle mura e ci avevano piantato bandiere rosse con un simbolo di un diavolo ghignante. Si avvicinarono alla prima cinta muraria una guardia puntò loro un fucile. "Alt! Chi va lá?"
Havok si tolse il casco e rispose "Calma Red, siamo io e Ben. Vorremmo arrivare all'ora di cena senza buchi nella pelle."
Red abbassò il fucile e chiese "Come mai avete una sola hovermoto? Siete stati attaccati?"
Havok rispose scoccando un occhiata a Ben "Abbiamo avuto un incidente." Red capì e non fece altre domande. "Aprite il cancello!" ordinò, e subito due ragazzi aprirono i cancelli della cinta muraria. Havok e Ben entrarono nel covo dei diablos.

Havok e Ben si diressero verso il garage, salutando ogni persona che incontravano, quali uomini a guardia dei cancelli, operai addetti alla costruzione di nuovi robot da spionaggio, uomini che si esercitavano a sparare con diversi tipi di armi al laser , fino ad arrivare al garage, dove venivano conservati, riparati e addirittura modificati veicoli come hovermoto, auto elettriche, camion della polizia e veicoli d' assalto, tutti rubati. I due scesero e si addentrarono all' interno della fabbrica, pronti a fare rapporto al capo o al suo vice.

Dentro vi erano ragazzi che controllavano la città con droni invisibili attraverso dei computer e altri che modificavano e riparavano armi di ogni sorta.

Una raffica di spari partì all' improvviso. Un ragazzo, magro ma atletico, stava testando una nuova arma ad un poligono di prova. Svuotato il caricatore disse all' ingegnere che l'aveva costruita "L' arma é buona, ma va perfezionata. I caricatori sono troppo grossi, rischiano di intralciare chi li deve usare, e in piú il peso non aiuta, se c'è da fuggire. Ti suggerisco di togliere il mirino termico e di diminuire la capienza dei caricatori, e in più sarebbe perfetto se fosse disposta di un taser incorporato: aiuterebbe nelle missioni furtive."

Quando vide Havok e Ben, si avvicinò a loro. Entrambi si irrigidirono nel saluto della gang: "Los demonios regresan al infierno..."
"Y Lucifer les da la bienvenida" completò il ragazzo. "Era ora che arrivaste, mancava solo il vostro rapporto. É andato tutto secondo i piani?"
Havok gli consegnò una chiave magnetica e disse "I codici di accesso, signor Garrick. Ora la nostra hacker potrà infiltrarsi nel sistema di sicurezza e aprirci i caveau."
"Molto bene" disse Garrick "quando avrò aggiornato il capo potremo partire. Intanto riposate e armatevi. Avete altro da riferire?"
Ben fece un passo avanti "Vede, signore.. Ehm.."
Garrick lo squadrò da capo a piedi "Cos'hai combinato stavolta, Ben?" Ben fece fatica a far uscire le parole, ma alla fine spiegò l'accaduto. Garrick lo guardò e gli disse a denti stretti "Cosa dobbiamo fare con te, Ben? Ti rendi conto che potevi morire? Il capo aveva dato il preciso ordine di non toccare quei motori, e tu disobbedisci così?" Garrick si avvicinò a lui e gli sferrò un pugno nello stomaco.

Mentre Ben cadeva a terra lui disse "Se ci fossero stati altri volontari per questa missione, ti avrei costretto a rimanere qui. Oggi non sei morto, ma lascia che ti dica una cosa: sei fai qualcosa che metterà in pericolo la missione e uno dei nostri ci lascia le penne, giuro che ti ucciderò MOLTO lentamente con questa mia amichetta" e si tocco la katana che teneva alla cintura. "Questa è l'ultima cavolata che ti salterà in mente di fare da questo momento in avanti, capito?"
Ben trovò il fiato a fatica per dire "Capito, signore." Si rivolse poi ad Havok "Tienilo sotto controllo: che non faccia altre stupidaggini. Io vado ad informare il capo. Quando sarete pronti dirigetevi al cortile, ho già fatto preparare i veicoli." Detto questo si allontanò ad avvisare il capo.

Javier stava caricando le sue armi, quando Garrick entrò per avvisarlo delle ultime novità. "Hola, Albert!" lo salutò e lui gli sorrise di rimando.

Albert pensò al loro primo incontro dopo le Guerriglie: erano entrambi senza casa, avevano perso tutto per colpa della S.H.E.D., ma non si erano arresi, avevano messo su una gang per vendicarsi della S.H.E.D. e oggi si sarebbero presi la loro vendetta.

Javier si alzò e chiese ad Albert di aggiornarlo. "Abbiamo i codici di accesso. Li condegnerò a Martha, cosí potrá lavorarci. Abbiamo raccolto ventisette volontari per questa missione, tutti pronti e bene armati."
"Molto bene," disse Javier "va a consegnare a Martha i codici, poi raggiungici." Fece per andarsene, ma Albert lo fermó "Posso salutare Victoria?" Javier lo squadrò da capo a piedi, sorrise e rispose "D' accordo, ma non metterci troppo: anche io devo salutare una persona" I due si scambiarono uno sguardo d'intesa.

Albert entrò nell sala computer. Non c'era nessuno, a parte una ragazza mora, con i capelli lunghi fino ad oltre le scapole. Albert le si avvicinò e le disse, appoggiando una mano sulla sua spalla "I codici di accesso. Sai cosa devi fare." Martha lo guardò, gli sorrise e gli prese i codici. Poi li inserì in una fessura e disse "Ecco." Sullo schermo apparvero le immagini della sorveglianza della banca di Styar City. "Vi aiuteró come posso" disse "ma nel caso vi sia un conflitto a fuoco, ve la dovrete cavare da soli." Albert la guardò e rispose "Non accadrà" detto questo uscì dalla stanza.

Stava percorrendo il corridoio per cercare Victoria, quando si sentì toccare una spalla. Ebbe appena il tempo di girarsi che sentì due labbra delicate come petali appoggiarsi sulle sue e una pioggia di capelli coprirgli il viso. Lui e Victoria rimasero abbracciati per lunghi istanti, fino a che Victoria non si stacco da lui dicendogli "Non morire." Lui le sorrise e replicò "É mai successo?" Si sorrisero un ultima volta. E poi si separarono.

Javier DiMarco entrò nella stanza di Louisa. Lei si girò e lo guardò da dietro i capelli biondi. Lui le si avvicinò e la baciò. Poi lei disse "Vorrei venire con te." Lui la guardò negli occhi e le rispose "Sai che non posso permetterlo. Sei troppo preziosa per venire esposta a un tale pericolo." Si baciarono di nuovo. Lei disse "Ne sei convinto?" "Assolutamente" rispose lui. Louisa trattenne le lacrime, poi disse "Fai man bassa di beet-coin." Lui sorrise e rispose "Ai suoi ordini, mia signora." Poi si allontanò anche lui.

Nel cortile erano ormai pronti tutti i veicoli. Albert sedeva sulla sua hovermoto tormentandosi nervosamente gli occhiali a scansione. Avevano tutti una giacca di pelle con il logo dei diablos disegnato dietro. Javier DiMarco arrivò, si sedette sulla sua hovermoto e disse "Avanti ragazzi! Quest' oggi, il mattino ha i beet-coin in bocca! Daremo assalto alla banca centrale, e ci vendicheremo della S.H E.D! Siete con me?" Tutti risposero come un sol uomo "SÌ, SIGNORE!" I cancelli si aprirono e Havok disse "Prendiamoci tutto!" Subito dopo tutti i mezzi partirono mentre i diablos lanciavano il loro grido di battaglia "YAAAAAAHHH!"

Human decadence: l'invasioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora