VII

1.6K 178 12
                                    

Who's much more than the sum
of his parts like Gaston?

Jimin corse verso Hoseok non appena lo vide lì, seduto su una sedia bianca nella sala d'attesa.

"Hobi.." mormorò Jimin.

Il ragazzo si alzò in piedi circondandogli le spalle con le braccia.

"Tranquillo Jimin, lui sta bene... i dottori lo vogliono tenere sotto osservazione per qualche giorno ma si rimetterà presto" spiegò Hoseok appoggiando le labbra fra i capelli del più giovane.

"Vuol dire che non sta bene!" piagnucolò Jimin sul suo petto.

Hoseok sospirò.
"Sai tuo padre potrebbe sentirsi meglio sapendo che ti sei sistemato... sapere che non sei solo po-"

"Voglio vederlo" lo interruppe il rosso.

"Jimin ascoltami-"

"No, ora non voglio parlarne... voglio andare da mio padre" disse Jimin fermamente sciogliendosi dall'abbraccio del ragazzo.

Si diresse verso un'infermiera per aver informazioni di suo padre lasciando Hoseok fermo ad osservarlo.
Quel ragazzino lo faceva innervosire, Jimin conosceva benissimo i sentimenti di Hoseok per lui e aveva provato più e più volte a proporgli anche un semplice appuntamento, ma il rosso declinava sempre.
Hoseok voleva semplicemente una famiglia e Jimin era il miglior partito in circolazione, bellissimo e bravo con i bambini, sapeva poco di lui in realtà.
Era a conoscenza della sua passione per i fiori, ma ad essere sinceri, poco gli importava dei suoi interessi, si era infatuato di quel bel viso paffuto e non gli interessava minimamente come fosse all'interno, la cosa che davvero gli importava era che lo assecondasse.
Jimin doveva sempre assecondarlo in tutto, da bravo sposo quale sarebbe stato se solo avesse accettato le sue numerose avances, ma il cuore del rosso non gli sarebbe mai appartenuto e questo faceva infuriare Hoseok.

Chi mai poteva essere meglio di lui?

~

"Jiminie.." bisbigliò una voce nella penombra della stanza.

"Papà, ehi, come stai?" sorrise Jimin sedendosi su di una sedia grigia affianco al suo letto, poggiò la rosa sul suo grembo passando le dita sui suoi petali, quasi come a cercare il conforto di Yoongi, e per alcuni istanti gli parve di stringere fra le dita le sue fredde mani.

L'uomo si limitò a sorridere accarezzando la guancia del figlio.

"Sono arrivato appena ho potuto, ero con Yoo- il Signor Min" arrossì il ragazzo, fortunatamente il buio della stanza non favoriva la vista del padre.

"Lavori troppo Jiminie, quell'uomo ti sta sfinendo"

"In realtà non lavoravo papà... stavamo cenando... insieme.." spiegò Jimin sentendo le guance infuocarsi ancora di può.

"Oh... non avrei immaginato che lui potesse, beh-" mormorò il padre di Jimin.

"Cosa? Provare dei sentimenti?" ridacchiò lui.

Suo padre non aveva tutti i torti, però, prima di conoscerlo, anche Jimin credeva che Yoongi fosse un pezzo di ghiaccio, e sicuramente il loro primo incontro nel suo negozio non era stato il miglior esempio della gentilezza del maggiore; ma Yoongi era un diamante grezzo, si era chiuso in sé stesso
lasciando che le rocce scure coprissero quel meraviglioso gioiello, e Jimin avrebbe fatto di tutto per scalfire quelle dure pietre, l'aveva promesso al suo cuore.

"Non è l'uomo che tutti credono che sia... è gentile e dolce, mi porta spesso nella sua libreria e mi lascia leggere tutti i libri che voglio, poi mi ascolta sempre quando parlo dei fiori... inoltre sta sera ha suonato il piano per me ed è stato semplicemente meraviglioso" sorrise Jimin con occhi sognanti, solo il pensiero di loro su quello sgabello scuro gli faceva sentire le farfalle nello stomaco "All'inizio era sgarbato e un po' volgare ma ora è... incantevole"

Il padre rise sentendo le parole del figlio.
"Ah Jiminie, non te ne sarai mica innamorato?" scherzò, ma non appena vide lo sguardo dell'altro abbassarsi sulla rosa tornò serio.
Aveva toccato il tasto dolente del figlio, a quanto pareva.

"Ma non è un po' troppo vecchio per te?" chiese dopo un po' l'uomo accarezzando i capelli del ragazzo.

"No... almeno non eccessivamente..." mormorò lui, il timore che il padre non potesse accettare Yoongi nella sua vita lo spaventava, e non poco.

Come avrebbe potuto scegliere fra l'uomo
che amava e l'uomo che lo aveva sempre amato?

Jimin trattenne il respiro per alcuni istanti quando quel pensiero toccò la sua mente, liberò i polmoni lasciando un sorriso pieno ad aprirgli il volto, perché era vero, lui amava Yoongi, con ogni fibra del suo corpo.

"L'importante è che tu sia felice Jiminie..." gli sorrise il padre prima di tossire.

"Forse è meglio che ti riposi ora" mormorò Jimin alzandosi dalla sedia.

"Sarò qui fuori se hai bisogno"
Lasciò la stanza chiudendosi la porta alle spalle, aveva appena rivelato al padre l'importanza che Yoongi aveva nella sua vita ed ora era al settimo cielo sapendo che il padre accettava il moro.

Si guardò intorno notando che Hoseok non c'era più, un sospiro carico di sollievo lasciò le sue labbra.
Aveva accompagnato il padre in ospedale, e gli era grato per ciò, ma non vedeva altro che un ragazzo con il cervello pompato quando lo osservava.
Quando lo guardava negli occhi non vi era nessuno luccichio, non si emozionava per una libreria colma di libri, e tantomeno non sorrideva grazie a dei fiori.

Lui non era come Yoongi.

"Ma è mai possibile.." borbottò sistemandosi la camicia "io il marito di quel... borioso scriteriato! Singnor Jung, mi scusi? Signor Jung, eccolo qua" rise leggermente.

Si sedette su una sedia davanti alla stanza del padre guardandone rapito la porta grigia.

"Con me non hai speranza... so che questo non mi basterà" sospirò "questo non è il posto adatto a me, ho bisogno di qualcuno come.." bisbigliò stringendo inconsciamente la rosa.
Le sue spine gli lacerarono appena la pelle facendo colare piccole gocce di sangue dai suoi palmi.
Guardò le sue mani sospirando.

Al suo fianco aveva bisogno di qualcuno come Yoongi.

Mi spezza il cuore descrivere Hobi così.
-Lu

ʙᴇᴀᴜᴛʏ ᴀɴᴅ ᴛʜᴇ ʙᴇᴀsᴛDove le storie prendono vita. Scoprilo ora