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Pianto di fredda pioggia sopra i tetti,
un mostro fatto di disperazione,
che grida la sua rabbia pura e folle.

Le urla riempiono le sue orecchie, urla disperate di chi non sa a cosa porta la solitudine.

Gli oggetti volano per casa.

Gli specchi si frantumano sulle mattonelle.

Ormai é una routine.
Ogni notte le luci  delle volanti riempiono il suo appartamento, andando via qualche minuto dopo.

Dal vociare proveniente dalle scale del condominio si poteva udire qualche signora dire: "È assurdo questo andrebbe rinchiuso" 

Hoseok se ne stava ad occhi chiusi tra le sue coperte, il suo respiro irregolare non gli permetteva di prendere sonno.

Si chiedeva cosa aveva portato a ridursi cosi ad un ragazzo come lui.

La compagnia? No era un'assurdità.
La compagnia al massimo ti portava alle droghe, pensava.

Il pianto disperato del ragazzo del piano di sopra non era dovuto all'abuso si sostanze stupefacenti.
Ne era certo. Lo aveva incontrato solo una volta nel sottoscala.

Aveva la pelle chiara e un colore di capelli veramente insolito, non gli aveva dato molta retta neanche quando provò a chiedergli se stesse bene.

Era un individuo veramente strano, chiuso nel suo piccolo mondo creato da chissa cosa.

Hoseok si chiedeva troppe cose ma non faceva mai nulla per ottenere delle risposte.

Era ormai mattinata, l'orologio illuminava un rosso 5:09

Nel silenzio del mattino sentì scattare una serratura, era lui. Lo avevano rilasciato e in silenzio era tornato nella sua piccola scatola fatta di solitudine.

Hoseok codardo com'era non aveva le forze di raggiungere il ragazzo aveva paura di farsi del male.

L'insonnia da mesi ormai aveva preso possesso della sua mente.
Si alzò dal letto recuperando il pacchetto mezzo vuoto di marlboro rosse e un accendino uscendo poi sul balcone.

Il cielo mostrava delle lievi sfumature arancioni, si accese una sigaretta continuando ad osservare il cielo quasi ipnotizzato da quel miscuglio di colori.

Sentì una leggera scossa percorrere tutto il suo corpo pensò: Sarà per il mio abbigliamento poco adatto.

Ma c'era qualcosa in più. Fumò in fretta e furia lanciando il mozzicone sulle mattonelle del balcone: Prima di iniziare il lavoro ci sta una bella tazza di latte e caffe.

Rientra dentro preparandosi la colazione. Si sedette sul tavolo osservando fuori la finestra, nonostante la miriade di colori che dominavano il mattino, sarebbe stata una giornata abbastanza cupa.

Si fece una doccia, si vestì ed uscì fuori casa.
Percorrendo le scale per scendere in strada, nota i muri sporchi della sera prima.

I poliziotti dovevano essere stati assai rudi con quel ragazzo. Trascinato con forza fuori.

Esce in strada e la prima cosa che fece fu alzare il naso all'insù: Vorrei essere un uccellino.

Era così infantile quella frase ma lui lo diceva sempre, lo faceva sentire bene.

I suoi occhi caddero su una figura al sesto piano, aveva il viso rivolto agli alberi che dominavano il viale.

Era il ragazzo della scorsa notte il ragazzo disperato eppure da qua sotto gli sembrava così spensierato così innocente. Appena si accorse dello sguardo dell'altro sulla sua figura iniziò a correre allontanandosi il più possibile.

Come può una persona sconosciuta renderlo così vulnerabile?

IᑎᑕOᗰᑭᒪᕮTI • sopeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora